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Il presidente dell'Autorità dei Trasporti presenta la riforma che cambierà il calcolo dei pedaggi con un sistema unitario legato agli investimenti. Confermata anche la proroga dei treni pendolari sulla Roma-Firenze.
Il presidente dell'Autorità dei Trasporti presenta la riforma che cambierà il calcolo dei pedaggi con un sistema unitario legato agli investimenti. Confermata anche la proroga dei treni pendolari sulla Roma-Firenze.
A partire dal gennaio 2026, i viaggiatori italiani potrebbero beneficiare di pedaggi autostradali più bassi, grazie alla riforma voluta dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Il presidente Nicola Zaccheo ha annunciato davanti al Parlamento una strategia che punta a superare la frammentazione tariffaria con un modello di calcolo unico, costruito per premiare l’equità tra spese dei concessionari e diritti degli utenti.
Il cuore della novità risiede nell’adozione di un sistema che collega in modo diretto le tariffe ai reali investimenti effettuati sulle infrastrutture. Sarà quindi archiviata la vecchia logica del pedaggio standardizzato, lasciando spazio a un meccanismo più flessibile, finalizzato a garantire livelli di prezzo proporzionati ai lavori di ammodernamento e manutenzione eseguiti dai concessionari. Questo “bilanciamento” dovrebbe ridurre le tariffe su molte tratte, in particolare dove gli interventi sono stati più significativi o già conclusi da tempo.
Il nuovo modello non interesserà solo i prossimi bandi di concessione, ma verrà progressivamente esteso anche a tutti i contratti attivi, permettendo così una revisione trasversale. Secondo Zaccheo, si prevede un effetto calmierante già dal primo anno di applicazione, reso più stabile dall’introduzione di un tetto massimo agli aumenti annuali, il cosiddetto price cap, che non potrà superare l’1%. Si tratta di una soglia decisamente inferiore rispetto agli anni passati e destinata a favorire sia la trasparenza che la prevedibilità delle spese per gli automobilisti.
Sul fronte degli investimenti, i dati raccolti dall’autorità stimano quasi 44 miliardi di euro di risorse messe a disposizione fino alla scadenza delle concessioni attuali, un volume importante che il regolatore intende monitorare con interventi prescrittivi, soprattutto per garantire il rispetto degli accordi già sottoscritti.
Non solo autostrade: tra le novità annunciate, c’è anche la proroga della deroga per i treni pendolari sulla linea ad alta velocità Roma-Firenze. Ritardi nelle forniture di nuovo materiale rotabile porteranno al prolungamento dell’uso delle attuali composizioni fino a tutto il 2026, con possibile estensione ad alcune tratte nel 2027. Il tema si è acceso durante l’estate, tra proteste di associazioni e Regioni, ma l’Authority ha scelto la strada della cautela per non penalizzare i flussi pendolari.
Particolare attenzione sarà inoltre posta anche sulle tariffe ferroviarie per il trasporto merci, già ridotte del 30% dallo scorso luglio al fine di sostenere un settore in difficoltà strutturale. La piena equiparazione tra operatori italiani e stranieri resta, infine, un punto fermo: l’apertura futura a player europei, in particolare dalla Francia, avverrà solo nel rispetto di condizioni e capacità già definite, senza trattamento di favore.
Zaccheo ha anche messo l’accento sulla necessità di rafforzare la collaborazione con le autorità portuali, invitandole a fornire i dati strategici necessari a una programmazione più trasparente ed efficiente delle concessioni marittime, nell’ottica di garantire regole uguali per tutti i soggetti coinvolti.
Il 2026, dunque, si preannuncia come anno di svolta per la mobilità italiana, all’insegna di una concertazione finalmente funzionale tra investimenti pubblici e privati, tutela dei diritti degli utenti e sostenibilità economica a lungo termine.