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"Le nuove sanzioni americane non avranno un impatto significativo sull'economia russa".
"Le nuove sanzioni americane non avranno un impatto significativo sull'economia russa".
"Le nuove sanzioni alla Russia annunciate da Donald Trump sono un atto ostile e non rafforzano le relazioni russo-americane". Così il presidente russo, Vladimir Putin, citato dall'agenzia di stampa Tass.
"Le sanzioni alle compagnie petrolifere russe sono un tentativo di mettere pressione su Mosca, ma nessun Paese che abbia rispetto di se stesso fa mai niente sotto pressione", ha proseguito, sottolineando che "Le nuove sanzioni americane non avranno un impatto significativo sull'economia russa".
"La risposta della Russia se dovesse essere attaccata con missili Tomahawk sarebbe molto forte, se non schiacciante", ha continuato Putin.
Gli Stati Uniti sono "gli avversari" della Russia e il "pacificatore" Trump "si è ormai imbarcato sul sentiero di guerra contro la Russia", ha dichiarato, su Telegram, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev.
"Se qualcuno dei numerosi commentatori avesse ancora qualche illusione, eccolo qui. Gli Usa - ha detto l'ex presidente russo - sono il nostro avversario, e il loro loquace 'paciere' si è ormai schierato sul sentiero di guerra contro la Russia". "Diranno, naturalmente, che non ha potuto fare a meno di subire pressioni al Congresso, ecc. Questo non cambia il punto: le decisioni prese sono un atto di guerra contro la Russia".
Le sanzioni di Trump non causeranno problemi all'economia russa, perché ha sviluppato una "immunità" alle restrizioni dei Paesi dell'Occidente. Lo riferisce il ministero russo degli Esteri ripreso dalla Tass, secondo cui le sanzioni sono, al contrario, "assolutamente controproducenti". "Per noi - ha dichiarato la portavoce, Maria Zakharova - non sorgeranno particolari problemi in relazione alla decisione del Dipartimento del Tesoro Usa. Il nostro Paese ha sviluppato un'immunità stabile alle restrizioni occidentali e continuerà a sviluppare con sicurezza il proprio potenziale economico e quello politico".
Dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro le maggiori compagnie russe nel settore dell'energia, Rosneft e Lukoil, le compagnie petrolifere di Stato cinesi hanno deciso di sospendere l'acquisto di petrolio russo via mare.
E' quanto riferisce la Reuters, riprendendo fonti commerciali.
PetroChina, Sinopec, Cnooc e Zhenhua Oil, riferiscono le fonti, hanno deciso di sospendere, in via temporanea, le importazioni marittime per evitare le sanzioni statunitensi, mentre proseguiranno quelle via oleodotto.
Questa mossa fa seguito anche all'annuncio fatto dalle compagnie indiane, principali importatrici di petrolio russo, che ridurranno drasticamente le loro importazioni.
La riduzione della domanda da parte di Pechino e Nuova Delhi, principali compratori di petrolio russo, potrebbe mettere pressione alle entrate petrolifere di Mosca e far rialzare i prezzi globali.
La Commissione europea accoglie con favore l'adozione da parte degli Stati membri dell'UE del 19° pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Il nuovo pacchetto di sanzioni aumenta notevolmente la pressione sull'economia di guerra russa, prendendo di mira settori chiave come l'energia, la finanza, la base industriale militare, le zone economiche speciali, nonché i facilitatori e i profittatori della sua guerra di aggressione.
Un divieto totale del gas naturale liquefatto russo (GNL) e un'ulteriore repressione della flotta ombra rappresentano le sanzioni più forti mai imposte al settore energetico cruciale della Russia. Misure forti si rivolgono anche ai servizi e alle infrastrutture finanziarie (compresa, per la prima volta, la crittografia), nonché al commercio. Le misure riguardano anche il settore dei servizi e rafforzano gli strumenti antielusione. Con questo pacchetto, il numero di navi elencate nella flotta ombra russa raggiunge un totale di 557.
Il 19° pacchetto contiene i seguenti elementi chiave:
Le nuove misure comprendono anche ulteriori divieti sui servizi connessi all'energia, come i servizi scientifici e tecnici (ad esempio la prospezione geologica e la mappatura).
Il pacchetto espande le restrizioni all'esportazione e i divieti per interrompere e indebolire ulteriormente il complesso militare-industriale della Russia. Si tratta, tra l'altro, di:
Questo pacchetto, inoltre, aggiunge 45 entità all'elenco di quelle che forniscono sostegno diretto o indiretto al complesso industriale militare russo o sono impegnate nell'elusione delle sanzioni. Di questi, 28 sono stabiliti in Russia e 17 in paesi terzi (12 in Cina, tra cui Hong Kong, 3 in India e 2 in Thailandia).
Per quanto riguarda gli elenchi supplementari, il pacchetto di oggi contiene 69 inserzioni aggiuntive. Sono ora soggetti al congelamento dei beni e al divieto di mettere a loro disposizione fondi e risorse economiche e, nel caso dei singoli individui, anche a divieti di viaggio. Questi elenchi includono oligarchi, società energetiche russe, una grande società russa coinvolta nella produzione di oro, una società russa che gestisce la flotta ombra, una società petrolchimica e una raffineria in Cina che facilitano il commercio di petrolio con la Russia, una grande società statale cinese, altre persone fisiche e giuridiche. L'UE sta rafforzando la responsabilità delle persone coinvolte nel rapimento, nell'assimilazione forzata e nell'indottrinamento dei minori ucraini. Pertanto, gli elenchi odierni includono altre 11 persone coinvolte in tali attività. Al fine di razionalizzare le future sanzioni nei confronti delle persone responsabili del rapimento, dell'assimilazione forzata e dell'istruzione militarizzata dei minori ucraini, il Consiglio introduce anche un nuovo criterio di inserimento nell'elenco.
Gli altri provvedimenti previsti sono i seguenti:
Il pacchetto rispecchia alcune disposizioni in materia commerciale, finanziaria e di servizi del regime di sanzioni nei confronti della Bielorussia, come da prassi precedente. Il Consiglio ha inoltre deciso cinque nuovi inserimenti in elenco relativi al complesso militare-industriale bielorusso e al regime di Lukashenko.
Anche gli Stati Uniti hanno emanato ulteriori sanzioni contro la Russia: l’amministrazione guidata da Donald Trump ha annunciato provvedimenti contro Rosneft e Lukoil, puntando il dito contro "il rifiuto di Vladimir Putin di mettere fine a una guerra senza senso".
Dopo diversi mesi di tentennamenti, Trump ha dichiarato che "era il momento giusto" di rispondere alle richieste di Kiev e dei suoi alleati in Occidente, approvando sanzioni "tra le più ingenti che abbiamo mai imposto alla Russia", ha spiegato il Segretario americano del Tesoro, Scott Bessent, che, preannunciando la decisione, ha accusato Vladimir Putin di non essere stato "onesto e schietto" con Trump. Bessent ha invitato le nazioni ricche del G7 e altri alleati a "unirsi" a Washington.
"La pressione delle sanzioni rimane fondamentale per contrastare l'aggressione russa e difendere il diritto internazionale. Le sanzioni funzionano e limitano la capacità della Russia di continuare la guerra. Insieme alle ultime decisive misure adottate dagli Stati Uniti, avvicinano la pace. E stiamo già lavorando con l'Ue alla preparazione del 20° pacchetto". Così, sui suoi profili social, il ministro ucraino degli Esteri, Andrii Sybiha.
"Abbiamo appena adottato il nostro 19/mo pacchetto di sanzioni: prende di mira, tra gli altri, le banche russe, gli scambi di criptovalute, entità in India e Cina. L'Ue sta limitando i movimenti dei diplomatici russi per contrastare i tentativi di destabilizzazione. Per Putin è sempre più difficile finanziare questa guerra", ha dichiarato l’alto rappresentante europeo Kaja Kallas.
"Gli Stati membri dell'Ue hanno approvato il nostro 19 esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Manteniamo alta la pressione sull'aggressore. Per la prima volta stiamo colpendo il settore del gas russo, il cuore della sua economia di guerra. Non cederemo finché il popolo ucraino non avrà una pace giusta e duratura". Così, sui suoi profili social, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
"Stiamo mantenendo alta la pressione sulla Russia. L'adozione del 19esimo pacchetto di sanzioni dell'Ue è un altro passo fondamentale nel nostro abbandono dei combustibili fossili russi. Dobbiamo garantire che l'impatto delle sanzioni sia massimo e che tutte le scappatoie vengano colmate. Non si tratta solo di sostenere l'Ucraina. Riguarda la nostra sicurezza collettiva". È quanto ha scritto, sui social, la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.