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Proseguono le audizioni in Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI.Ieri martedì 1 agosto, il direttore intrattenimento day time, Angelo Mellone,e il direttore approfondimento, Paolo Corsini.
Ieri, mercoledì 2 agosto, il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, il direttore Tg2, Antonio Preziosi, il direttore Giornale radio, Francesco Pionati-
oggi, giovedì 3 agosto, sarà invece la volta del direttore Tg3, Mario Orfeo, e il direttore intrattenimento prime time, Marcello Ciannamea. Venerdì 4 agosto,sarà la volta della direttrice Rai play e digital, Elena Capparelli, del direttore contenuti digitali e transmediali, Maurizio Imbriale, del direttore Rai cinema e serie tv, Adriano De Maio, e dell’ amministratore delegato Rai cinema, Paolo Del Brocco.
Una RAI al setaccio dunque,per completare il lavoro parlamentare in corso che è un lavoro di approccio e di conoscenza dei nuovi vertici della TV di Stato e dei nuovi organigrammi.
Partiamo dal direttore del TG1 Gian Marco Chiocci che in Commissione Vigilanza ha spiegato con estrema determinazione, e per filo e per segno, quello che sarà il suo mandato ai vertici del telegiornale più visto in Italia, e soprattutto la sua mission editoriale.
Da ricordare che il neo direttore del TG1 viene da un successo senza precedenti all’interno della sua redazione, che proprio qualche settimana fa gli ha approvato il piano editoriale come mai era accaduto prima nella storia della RAI. Votazione quasi bulgara, voto plebiscitario, segno che la redazione era in attesa di un elemento di novità e forse anche di rottura rispetto al passato.
Su 134 votanti 101 hanno votato a favore di Chiocci, (71,63%), 26 contro, 4 hanno depositato nell’urna la scheda bianca e 3 hanno costretto la commissione elettorale ad annullare il loro voto.Prima di lui Monica Maggioni aveva ottenuto il 71,25%, e Giuseppe Carboni il 59,06%.
E a chi gli chiede “È mai possibile raccontare la politica più semplicemente?”, lui risponde senza se e senza ma: “Certo che è possibile. Basta tornare a consumare le suole delle scarpe andando a intervistare in presenza i personaggi, piuttosto che mandare in onda servizi preconfezionati”.Rieccolo il grande cronista.
Sulla politica estera ha una sua idea molto chiara: “E’ necessario provare nuove strade: esperimenti sul campo e non più e non solo dirette in studio».Così anche per il racconto che si fa della cultura: “Cultura e spettacoli vanno resi più accattivanti, ospitando in studio i loro protagonisti”. Così come anche “l’economia va spiegata in forma più popolare che non significa certo pop”.
Come tutti i grandi manager del passato il neo direttore del TG1 ha spiegato a chiare lettere che la sua regola fondamentale sarà quella di ascoltare tutti e soprattutto di rispettare tutti, “tradizione di famiglia ereditata dal padre Francobaldo- si lascia scappare qualcuno in Commissione- gran signore nel giornalismo e nella vita, e punto di riferimento per tanti giornalisti che credono ancora nella professione”. Per Chiocci, “Chi ha voglia troverà spazio e chi merita andrà avanti. Il Tg1 è e sarà solo di chi ci guarda”.
I dati di ascolto danno ragione a lui. L’edizione delle 20 del Tg1, di gran lunga il telegiornale più seguito d’Italia, è passato da uno share del 24% al 24,9% a luglio, la forbice con il diretto concorrente, il Tg5, è passato dai 3,3 punti di share di maggio al 5,7% di share in più a luglio. “I risultati ci spingono ad andare avanti e ci spingono sempre di più a tornare al racconto della politica in modo diverso”.
Questa mattina in Commissione Vigilanza Gianmarco Chiocci ha detto molto di più: “Venendo dal giornalismo d’inchiesta per me l’inchiesta è fondamentale. Abbiamo la fortuna di avere degli speciali che hanno fatto la storia del Tg1. Quindi in quegli speciali faremo grandissime inchieste. E quando da esterno mi sono approcciato alla direzione del TG1 – ha sottolineato Chiocci – ho sentito come prima necessità il dovere di parlare con tutti i colleghi, ho cercato di capire bene il funzionamento della Rai per capire una cosa fondamentale: come rinnovarsi restando sé stessi. Ho chiesto a tutti di non accontentarsi mai, ho chiesto, ad esempio, agli esteri di fare più reportage, così alla cronaca e all’economia. Per me un tema fondamentale è come raccontare la politica e ho chiesto di tentare nuove strade per dare una mano all’offerta del Tg1”.
Da due mesi alla guida del TG della rete ammiraglia della RAI, i risultati non mancano, anche se i calcoli della par condicio non sempre rispecchiano quella che è invece la necessità di fare informazione per un grande giornale come il TG1. “Domani festeggio due mesi”, e già si parla di una predominanza assoluta degli spazi informativi della maggioranza ai danni dell’opposizione, ma Chiocci con grande senso di responsabilità professionale spiega ai membri della Commissione che proprio a giugno è morto Silvio Berlusconi, e la cronaca della morte del leader e fondatore di Forza Italia nei fatti ha “influenzato” il calcolo finale della par condicio. “Una volta che capirò come funziona la questione complessa del minutaggio – assicura il vecchio cronista- vedrete che questa fatidica spartizione ci sarà fino in fondo”.
Ora, arrivato al TG1, tutti naturalmente già si domandano come cambierà la narrazione della storia di questo Paese. Lo vedremo e lo capiremo meglio nei prossimi mesi.Ma attenzione, l’uomo non finisce mai di meravigliarci.Chi lo conosce bene ne parla come di “Un vero genio della comunicazione”.