ReArm Europe, Giorgetti: "Non facciamoci prendere da frenesie, servono investimenti programmati"

Il Ministro dell'Economia: "Evitare errori clamorosi". Tajani: "Non è una scelta alternativa alla Nato". Gentiloni: "Passo che va nella direzione giusta".

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Mercoledì 05 Marzo 2025
Roma - 05 mar 2025 (Prima Pagina News)

Il Ministro dell'Economia: "Evitare errori clamorosi". Tajani: "Non è una scelta alternativa alla Nato". Gentiloni: "Passo che va nella direzione giusta".

“Non dobbiamo farci prendere da frenesie adottando decisioni affrettate. Quando si fa debito, siccome è precluso farlo per cose moralmente importanti, credo bisogna farlo a ragion veduta”.

Così il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in videocollegamento al convegno sulle proposte economiche della Lega, alla Camera dei Deputati, in merito al piano ReArm Europe, presentato ieri dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

E' necessario, ha aggiunto Giorgetti, “distinguere tra due elementi: una cosa sono gli aiuti all’Ucraina, una questione emergenziale, altra cosa è definire la difesa e la sicurezza europea, che implicano investimenti ragionati e meditati e non cose fatte in fretta e furia. Per comprare un drone non si va al supermercato. Servono investimenti programmati. Non bisogna entrare nella sindrome di comprare tutti insieme, come abbiamo fatto per i vaccini Covid o per il gas. Questi errori clamorosi vanno evitati”.

Una posizione diversa è quella del Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui quello proposto dalla von der Leyen dovrebbe essere chiamato "piano per la sicurezza europea". "Abbiamo visto con favore la decisione della presidente della commissione Ue verso la difesa europea, che non è una scelta alternativa alla Nato", ha ribadito Tajani, secondo cui l'intento è quello di "rafforzare l'alleanza transatlantica, con un pilastro europeo e uno americano, garanzia di pace per tutti".

Il piano di von der Leyen è stato promosso anche dall'ex Commissario Europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni: "Penso che sia un primo passo, che vada nella direzione giusta. E' chiaro che può essere migliorato, però nelle ore difficili che stiamo attraversando penso che sia un segnale che va nella direzione giusta. Poi vedremo".

Secondo l'ex Commissario, "l'occidente non è mai stato così malato, non direi che è morto, ma la crisi è senza precedenti, non vederlo è da sonnambuli, ed è uno dei motivi per cui è giusto che l'Europa punti a difendersi, per difendere la pace e la libertà, sapendo che gli americani non possono essere delegati a fare questo come è successo da 80 anni".

Un giudizio positivo è arrivato anche da Benedetto Della Vedova (+Europa): "Il piano proposto da Von der Leyen può essere migliorato, ma non eluso, depotenziato e men che meno demonizzato. Finalmente l'Unione europea affronta il tema di un autonomo e adeguato sistema di difesa e deterrenza. Non può essere quindi messa in discussione la necessità di un salto di qualità per adeguare in termini tecnologici e di efficacia il dispositivo di difesa dell'Europa", ha commentato.

"La necessità, oltre che di una politica estera comune senza diritti di veto, di una difesa europea che abbia una autonoma capacità di protezione, anche degli alleati, era nota da decenni, e reiteratamente auspicata anche dalle amministrazioni americane più amichevoli con l'Europa.

Alla brutale accelerazione di Trump, l'Europa deve rispondere immediatamente: non ci sono altre opzioni, se non quella di accettare la totale dipendenza e quindi irrilevanza di chi sul piano geopolitico sceglie di affidarsi alla mera e mutevole benevolenza degli altri attori globali. Nuovi e ingenti investimenti, della scala indicata dalla proposta della Commissione sono inevitabili. Anziché attestarsi su posizione antistoriche o rinunciatarie - ha aggiunto Della Vedova - le forze politiche italiane dovrebbero spingere perché lo sforzo di adeguamento della difesa europea avvenga il più possibile nella cornice comunitaria, anche se il ritardo nell'integrazione europea verso gli Stati Uniti d'Europa richiede un surplus di impegno politico e lungimiranza, da parte dei capi di Stato e di Governo.

Su questo approccio non di sovranismo nazionale ma di sovranità europea dovrebbe spingere in particolare l'Italia, altrimenti destinata a rimanere in seconda o terza fila", ha concluso.

Il senatore del M5S Pietro Loiodice, invece, ha espresso parere negativo: "Temiamo ci sia qualche equivoco di troppo sul folle piano europeo di riarmo annunciato dal colonnello von der Leyen, che da buona ex ministra tedesca della difesa proprio non ce l'ha fatta a non occhieggiare alla lobby delle armi. Sentiamo dire che per l'Italia ci saranno soldi nuovi per investimenti. Una bufala che farebbe semplicemente ridere, se non ci fosse da piangere. E allora facciamo uno schemino alle tristemente festanti truppe del centrodestra.

Concedere all'Italia di scorporare dal Patto di stabilità investimenti in difesa fino all'1,5% del Pil significa comunque fare debito sulle spalle dei cittadini per 33 miliardi. E concedere all'Italia di avere pro quota una fetta di circa 20 miliardi del ricavato dell'emissione di debito comune europeo, sempre per investire in armi, significa parimenti indebitare cittadini italiani ed europei.

Fatta la somma, significa che la premier-underdog Meloni e il ministro-pescatore Giorgetti regaleranno all'Italia fino a 50 miliardi di maggior debito. E per fare cosa? Non per ricerca, innovazione, sviluppo industriale, sanità e istruzione, ma per missili e cannoni".


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