Reggio Emilia: frode fiscale nel settore della ceramica, scoperte fatture false per circa 15 milioni

La società, accusata anche di illecita somministrazione di manodopera, operava avvalendosi di una serie di Partite Iva “apri e chiudi”.

(Prima Pagina News)
Giovedì 24 Luglio 2025
Reggio Emilia - 24 lug 2025 (Prima Pagina News)

La società, accusata anche di illecita somministrazione di manodopera, operava avvalendosi di una serie di Partite Iva “apri e chiudi”.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, all’esito di una complessa attività ispettiva, hanno scoperto un sofisticato meccanismo di frodi fiscali, attuato da una società, operante nell’ambito del Distretto industriale della ceramica, avvalendosi di una serie di ulteriori partite iva “apri e chiudi”.

L’attività delle Fiamme Gialle del Gruppo ha consentito di individuare un consolidato fenomeno elusivo protrattosi nell’arco di un decennio, e posto in essere da soggetti stranieri che, mediante l’interposizione di connazionali prestanome a capo di “società di contorno” ed operanti nel medesimo settore di lavorazione della ceramica all’interno del medesimo capannone industriale, hanno consentito alla predetta società ingenti risparmi d’imposta sfruttando il tradizionale meccanismo delle società “apri e chiudi” e permettendole contestualmente di immettere sul mercato prodotti finiti a prezzi altamente concorrenziali, a danno dell’economia reale nell’ambito di un settore così rilevante quale quello della lavorazione della ceramica.

Attraverso il reperimento di documentazione contabile ed extracontabile, è stato possibile constatare come tutte le “società di contorno” fossero, di fatto, gestite univocamente dal rappresentante legale del principale soggetto economico verificato, il quale forniva precise indicazioni operative in merito alla gestione contabile ed amministrativa delle società prestanome. Il medesimo dominus provvedeva inoltre al pagamento degli stipendi ai dipendenti solo formalmente assunti dalle varie società interposte.

In particolare, il sofisticato meccanismo fraudolento posto in essere dal 2019 ad oggi prevedeva, nella maggioranza dei casi, l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti da parte della società cinese a capo dell’intera organizzazione, per un imponibile complessivo pari a €. 14.759.854,07 ed IVA illegittimamente detratta pari ad €. 3.308.012,12, a fronte di prestazioni di servizio celanti l’illecita somministrazione di manodopera.

Inoltre, le attività ispettive hanno consentito di constatare, dal periodo di imposta 2020 in poi, crediti Iva inesistenti, per un importo complessivo pari a circa €. 870.000 euro, utilizzati per evitare il versamento di imposte e tributi all’Erario, attraverso indebite compensazioni.

L’attività delle Fiamme Gialle di Reggio Emilia ha fatto emergere perniciosi fenomeni elusivi e fraudolenti che costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico della nostra società, provocando un minor gettito tributario ed alterando in modo significativo la concorrenza – in questo caso in un importante distretto industriale - e la corretta allocazione delle risorse. Da qui, l’importanza di una capillare, mirata e chirurgica azione sia preventiva che repressiva a contrasto di tutti quei fenomeni distorsivi della legalità economico-finanziaria, al fine di garantire l’equità.


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