Roma: a Videocittà prima assoluta per “Ode – Opera Digital Experience”

Ode Corporis concretizza il desiderio della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma di esprimersi attraverso esperienze di arte estesa tra musica, danza e patrimonio culturale in ecosistemi digitali per coinvolgere generazioni di pubblico eterogeneo in una sperimentazione inconsueta per una Fondazione lirico-sinfonica italiana.

di Paola Pucciatti
Venerdì 05 Luglio 2024
Roma - 05 lug 2024 (Prima Pagina News)

Ode Corporis concretizza il desiderio della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma di esprimersi attraverso esperienze di arte estesa tra musica, danza e patrimonio culturale in ecosistemi digitali per coinvolgere generazioni di pubblico eterogeneo in una sperimentazione inconsueta per una Fondazione lirico-sinfonica italiana.

Roma: a Videocittà prima assoluta per “Ode – Opera Digital Experience”
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Prima assoluta domani per Ode, Opera Digital Experience, dalle 19:00 alle 00:00, all’Anfiteatro del Complesso Eni Gazometro, per una durata di circa 6 minuti.  L’evento prende il via nell’ambito della settima edizione di Videocittà, Festival dell’innovazione e della cultura digitale, che ha luogo dal 5 al 7 luglio nella più grande area di archeologia industriale d’Europa, il Gazometro di Roma.

Le repliche di ODE avranno luogo sabato 6 e domenica 7 luglio, dalle ore 19.00. 

Ode sta per Opera Digital Experience un viaggio visionario e virtuale nel reale artistico della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma, ideato da Anna Lea Antolini in dialogo con Giuliano Danieli e Francesco Dobrovich.  

Videocittà, il festival ideato da Francesco Rutelli, con la direzione creativa di Francesco Dobrovich, indaga i più innovativi codici dell’audiovisivo e del digitale con installazioni maestose, videoarte, esperienze immersive, live AV e dj set, talk e workshop con Eni Main Partner, con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura, con il patrocinio di Regione Lazio, il supporto di Comune di Roma, e in collaborazione con Anica. 

Ode Corporis concretizza il desiderio della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma, di esprimersi attraverso esperienze di arte estesa tra musica, danza e patrimonio culturale in ecosistemi digitali con la finalità di coinvolgere generazioni di pubblico eterogeneo, dalla boomer alla alfa, in una sperimentazione inconsueta per una Fondazione lirico-sinfonica italiana.

Un’esperienza in VR 360°, è il primo passo in digitale immersivo della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma. La collaborazione con Videocittà il Festival della visione e della cultura digitale, nasce dalla necessità di aprire proficui dialoghi trasversali con Istituzioni Leader nel settore; così come per Videocittà aprirsi a fenomeni ibridi in cui forme di spettacolo dal vivo migrano in ecosistemi digitali, è un tema d’attenzione da questa settima edizione.

L’evento parte dall’idea di Anna Lea Antolini con Giuliano Danieli e dall’apporto fondamentale di Michele Lotti che trova in IMPERSIVE e in Guido Geminiani la società e il regista perfetti per questa esperienza immersiva. Da questo incontro si sviluppa un confronto articolato e armonioso, con sconfinamenti generativi dove la tecnologia gioca un ruolo decisivo.

Si tratta di un viaggio attraverso il corpo, negli spazi noti e meno noti, accessibili e inaccessibili del Teatro Costanzi e del suo laboratorio scenografico, noto come “i Cerchi”. Una rivelazione corporea e spaziale per chi osserva, per chi s’immerge. È un’ode ai corpi che vibrano nel magma ancestrale dello spazio semibuio della scena. Corpi che si espandono alla ricerca di una prospettiva fatta di luoghi sospesi e sorprendenti; corpi alla ricerca della propria via e che si ritrovano nel luogo del passato e del futuro.

“Ode Corporis è un’immersione fisica ed emotiva in spazi accessibili e inaccessibili, una celebrazione del corpo tra spazio materico e virtuale, in un altrove teatrale carico di magia. Sperimentare al Teatro dell’Opera di Roma linguaggi innovativi e in continua evoluzione, come quello della tecnologia in VR, è per me un accadimento tellurico e dissodante tra passato e futuro - magia – spiega Anna Lea Antolini curatrice per Videocittà Festival della cultura digitale - La sperimentazione che ho messo in atto, grazie alla lungimiranza del Sovrintendente Francesco Giambrone, il lavoro serrato con Giuliano Danieli, co-curatore, e quello illuminante con il regista Guido Geminiani, ha un taglio artistico che parte da due corpi, quello di Marta Ciappina premio UBU migliore performer 2023 e Jacopo Giarda freelance già ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.

Nel loro essere volume nello spazio, relazione espansa nello stesso.

Ode corporis, fedele alla sua natura sperimentale, non si affida ad un coreografo o ad una coreografa, ma al sentire, al gesto e alla relazione nello spazio di una squadra di lavoro che ha una grande confidenza sia con il corpo sia con la propria presenza nello spazio. Partendo da semplici parole evocative come magma, espansione, onda e ascesa, insieme abbiamo creato dei movimenti che fossero in ascolto con lo spazio, che si nutrissero dello stesso, che risuonassero, propagandosi nei volumi degli incontri tra gli stessi”.

“Gli spazi del Teatro Costanzi e del Laboratorio scenografico dei Cerchi, entrambi della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma, sono luoghi densi di storia e cultura artistica che ti sovrastano, che devi approcciare con rispetto profondo e con tutta la cura necessaria per aprire uno spiraglio e orchestrare un primo incontro con quella che oggi definiamo Digital Age. La digital trasformation è un magma che sta inglobando le nostre esistenze: non dobbiamo rifiutarla, dobbiamo viverla con la consapevolezza che non ci spazzerà via, ma che ci aiuterà ad espandere i nostri orizzonti, a generare nuove onde e nuove ascese verso quello che ci muove, verso l’arte, in tutte le sue declinazioni – continua Anna Lea Antolini ideatrice dell’evento  - L’arte di muovere il corpo in ODE corporis è centrale insieme all’arte di generare ecosistemi digitale in cui l’immersione gioca un ruolo determinante, tra sensazioni, emozioni e disorientamento. Guido Geminiani, durante il processo, ha condotto tutti noi in una realtà altra, tutta da conoscere, esplorare e rispettare con il suo linguaggio, le sue regole e i suoi misteri. La dimensione misteriosa di vedere qualcosa che sarà qualcos’altro, di non comprenderne il risultato fino in fondo ha elettrizzato la nostra immaginazione e abbassato ogni difesa, ponendoci in uno stato di sublimazione: ci siamo affidati completamente alla sua grande esperienza ed energia, tellurica e dissodante. Ora attendiamo il montaggio e con esso il risultato che mi auguro riuscirà ancora una volta a sorprendermi, a sorprenderci. Questa è l’arte della sperimentazione. ODE Corporis è una sfida ambiziosa da tanti punti di vista. Per la prima volta una Fondazione Lirico-Sinfonica italiana investe in un progetto in VR 360° di natura spiccatamente artistica, creando un dialogo serrato fra il proprio patrimonio storico (gli ambienti del Teatro Costanzi e del laboratorio di scenografia dei Cerchi) e i linguaggi e le tecnologie contemporanei. Lo fa credendo in primo luogo nella visione e nella creatività di Anna Lea Antolini, che condensa in un’attenta drammaturgia di gesti e movimenti, elaborata in dialogo serrato con Marta Ciappina e Jacopo Giarda, il suo pensiero filosofico sulla dialettica fra corpi e spazi, fra costrizioni e liberazioni, fra percezioni umane e sensi tecnologicamente estesi. Ma lo fa anche affidandosi all’expertise di Guido Geminiani e della sua società Impersive, leader nella produzione di video stereoscopici e in soggettiva a 360; collaborando con una realtà fresca e sperimentatrice come il Festival di Videocittà; e, non da ultimo, rivolgendosi ad un esponente dell’avanguardia musicale contemporanea, Vincenzo Ramaglia.

Con quest’ultimo si rinnova un profittevole rapporto già avviato lo scorso anno in occasione del Caracalla Festival 2023, quando il Teatro dell’Opera gli ha affidato la composizione di una colonna sonora sperimentale ad accompagnamento di un film muto su Giuseppe Verdi. Colpito dall’esperienza del Maestro Ramaglia nel campo dell’audiovisivo, dalla sua propensione ad integrare in maniera innovativa nelle sue partiture suoni concreti e lacerti di linguaggio verbale (presenti anche in ODE Corporis), dalla sua capacità di conferire una chiara impronta gestuale alla musica, e dalla disposizione a costruire ponti fra estetiche compositive diverse, non ho avuto dubbi nel suggerire il suo nome per questo progetto.

E sono felice che abbia accettato di farvi parte, perché l’elemento musicale sarà fondamentale per rendere ODE Corporis un prodotto artistico completo, diverso da molte altre esperienze in VR 360° in cui la componente sonora è ancillare rispetto a quella visiva: una gerarchia che questo progetto aiuterà a mettere in discussione”.

Il regista Guido Geminiani dichiara: Nel mio lavoro in realtà virtuale ho sin dagli inizi messo al centro il corpo sperimentando linguaggi e inventando soluzioni tecniche e narrative. Costruendo strumenti è nato un progetto di impresa fatto di professionisti e centinaia di progetti realizzati, soprattutto nell’ambito della moda, dello sport e dell’automotive. L'incontro con Anna Lea e il progetto ODE corporis è stato un invito a rimettersi in gioco, a venire allo scoperto, esporsi e confrontarsi osservando danzare Marta e Jacopo. Lasciando andare lo sguardo nei luoghi del Teatro dell'Opera abbiamo imparato a decodificare e tradurre linguaggi lontani tra loro facendoli incontrare”.


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