Roma: nasce la nuova Fondazione dedicata a Paolo D’Orazio, maestro eclettico dell'arte contemporanea

Sarà presentata lunedì 21 ottobre in Campidoglio, presso la storica Sala del Carroccio.

di Paola Pucciatti
Venerdì 18 Ottobre 2024
Roma - 18 ott 2024 (Prima Pagina News)

Sarà presentata lunedì 21 ottobre in Campidoglio, presso la storica Sala del Carroccio.

A Roma nasce la nuova Fondazione dedicata a Paolo D’Orazio, maestro eclettico dell'arte contemporanea, con lo scopo di perpetuare la sua memoria quale figura di primo piano nel panorama artistico e culturale italiano del secondo Novecento. A promuoverla è stato l’avvocato Paolo Melchionna che ne riveste anche l’incarico di Presidente, mentre Vito Luna ricopre il ruolo di Vicepresidente e Simone Coppa quello di Segretario.

La presentazione avrà luogo lunedì 21 ottobre, alle ore 17.30, in Campidoglio, presso la storica Sala del Carroccio. Oltre allo stesso Melchionna interverranno anche Genny Di Bert, storica e critica d’arte, Fabio Mongelli, direttore Accademia RUFA e presidente CIANS, Antonio Peroni, responsabile Casa d’aste Colasanti e Gabriele Simongini, storico dell’arte e saggista. 

La nascita della Fondazione si inserisce in un momento storico in cui la memoria del Novecento e le sue eredità sono oggetto di nuove riflessioni critiche.  Paolo D’Orazio è stato uno sperimentatore poliedrico, capace di attraversare con sorprendente versatilità diversi linguaggi artistici, dalla pittura alla serigrafia, dal mosaico al vetro. 

La Fondazione si propone come uno strumento per valorizzare il suo straordinario lascito artistico e culturale, promuovendo nuove iniziative volte a sostenere giovani talenti e a diffondere la conoscenza dell’opera dell’artista teatino.

“D’Orazio ha vissuto con e per l’arte, nella quale il suo mondo interiore e quello esteriore cercavano un compromesso – afferma la storica e critica d’arte Genny Di Bert - con gli occhi sempre vigili cercava ovunque colore, movimento, forma e profondità. La sua realtà era frutto di rielaborazione personale, alla ricerca di una serenità che, a volte invano, ha inseguito per anni, scegliendo la creatività come fonte rigeneratrice per i suoi bisogni interiori, interessi profondi, aspettative senza limiti e motivazioni molteplici”.

“L’artista sin da giovane è stato introdotto nell’ambito artistico grazie allo zio Piero Dorazio, protagonista indiscusso dell’astrattismo italiano, figura emblematica di quel dopoguerra ricco di sperimentazioni che si ispiravano alle avanguardie storiche, artista che decise di implementare la devianza dalla figurazione e l’attenzione allo spazio – prosegue Genny Di Bert - Dal carattere impulsivo, combatteva per i propri ideali sociali ed artistici. Nel suo percorso di vita ha avuto diverse esperienze lavorative e questa contaminazione di “tecniche” è stata una prerogativa della sua ricerca. E così la pittura interagiva con il design, materiali poveri si abbinavano a tessuti elaborati, la carta e la tela cercavano armonie tattili e visive. Il pensiero aveva necessità di manifestarsi attraverso la manualità. Ha studiato con attenzione la storia dell’arte, soffermandosi sui chiaroscuri di Leonardo da Vinci, sulla luce di Caravaggio e di Rembrandt. E poi molti autori moderni e contemporanei, dai protagonisti delle avanguardie del primo Novecento ad artisti come Mark Rothko e Sol LeWitt”. 

Paolo D’Orazio nato a Chieti il 2 settembre 1944 si trasferisce presto a Roma entrando in contatto con il vivace tessuto artistico e culturale. Allievo Ufficiale sulla nave “Leonardo da Vinci”, nel 1966 navigò a lungo le coste americane dell’Atlantico e del Pacifico. Questo viaggio contribuì in maniera preponderante alla sua formazione perché incontrò Andy Warhol, maestro della Pop art, con cui nacque una sintonia che lo spingerà verso il mondo della serigrafia. Da qui, sviluppò la riproduzione seriale come reinterpretazione creativa della realtà. Dopo il periodo americano, durante il quale frequentò anche Frank Stella e altri protagonisti dell’arte minimalista, D’Orazio tornò in Italia, portando con sé uno spirito sperimentale e innovativo. Il suo studio nei pressi del Pantheon diventò rapidamente un punto di riferimento per giovani artisti e intellettuali.

Dal 1978 iniziò la sua carriera accademica come docente all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila per insegnare poi in varie istituzioni artistiche tra cui le Accademie di Lecce, Bari e Napoli. Nel corso degli anni, è stato coinvolto in numerosi progetti di arte pubblica. Tra i più importanti la sua partecipazione al Progetto Arte Metro Roma, con la realizzazione di mosaici per la stazione Flaminio. Il suo impegno per l’arte pubblica e per la diffusione culturale è culminato con la fondazione della galleria in via Margutta, luogo che D’Orazio ha voluto come spazio di dialogo tra artisti emergenti e affermati.


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