Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Secondo quanto riferisce Bloomberg, Mosca e Washington sarebbero al lavoro su un piano per congelare l'attuale linea del fronte, per permettere ai russi di mantenere il controllo dei territori conquistati.
Secondo quanto riferisce Bloomberg, Mosca e Washington sarebbero al lavoro su un piano per congelare l'attuale linea del fronte, per permettere ai russi di mantenere il controllo dei territori conquistati.
Mosca e Washington sarebbero al lavoro su un piano che prevedrebbe un congelamento dell'attuale linea del fronte, che permetterebbe ai russi di mantenere il controllo sui territori dell'Ucraina conquistati fino ad oggi.
Lo riferisce l'agenzia di stampa Bloomberg. La preparazione di questo piano sta avvenendo in vista dell'incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin che, secondo la Tass, potrebbe tenersi "alla fine della prossima settimana".
Per quel che riguarda la sede, Trump ha analizzato ha sondato la disponibilità della premier Giorgia Meloni per ospitarlo a Roma, ma il Cremlino ha detto no, ritenendo l'Italia troppo a favore di Kiev. A parlare per prima di Roma come possibile sede del vertice, è stata l'emittente televisiva Fox News, ma questa ipotesi è stata esclusa da una fonte citata dalla Tass, secondo cui il vertice dovrebbe tenersi, ma "non in Europa".
Nella giornata di ieri, Trump si è sentito telefonicamente con Meloni, per sondare la possibilità che Roma ospiti il vertice tra lui, Putin e Zelensky. La premier avrebbe detto di sì. A quel punto, la proposta è stata presentata dal segretario di Stato Marco Rubio a Francia, Germania, Gran Bretagna, Ucraina e Finlandia, e il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenksy, ha risposto positivamente.
Il progetto, però, non si è concretizzato, proprio per la posizione contraria di Mosca.
Fox News ha fatto sapere che adesso, tra le possibili sedi, figurano Ungheria, Svizzera ed Emirati arabi uniti. Possibilità, quest'ultima, di cui Putin aveva parlato ieri.
Per quel che riguarda i contenuti, Bloomberg riferisce che Trump e Putin non avranno un semplice scambio di opinioni sulla guerra in Ucraina, ma dovrebbero parlare di questioni concrete per arrivare alla fine. O, quantomeno, congelarla con un cessate il fuoco.
L'agenzia aggiunge che Putin sta chiedendo che Kiev ceda la Crimea e anche tutto il Donbass, incluse le regioni di Donetsk e Lugansk. Da parte sua, Mosca sospenderebbe le operazioni militari nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, dove i russi hanno preso il controllo della fascia costiera sul Mar d'Azov che collega il Donbass alla Crimea.
Secondo Bloomberg, Trump sta lavorando per avere il consenso di Kiev e degli alleati, ma al momento non è trapelato niente su come si dovranno risolvere altri problemi spinosi quanto quelli territoriali. Tra questi, la richiesta avanzata da Mosca sulla neutralità dell'Ucraina, che quindi non potrebbe far parte della Nato, le garanzie di sicurezza chieste da Kiev e l'eventuale revoca delle sanzioni contro Mosca, incluso il sequestro dei capitali nelle banche occidentali per quasi 300 miliardi di dollari.
Dopo aver parlato al telefono con Zelensky, il premier polacco, Donald Tusk, ritiene che la guerra potrebbe essere "congelata" presto: “Ci sono alcuni segnali, ho anche un’intuizione: forse un congelamento del conflitto, non voglio dire la fine della guerra, ma un congelamento del conflitto si, potrebbe avvenire più prima che poi”, ha dichiarato il premier, parlando con i giornalisti. “C’è speranza. Oggi è la scadenza per l’ultimatum” Usa, “il presidente Zelensky è molto cauto, ma comunque ottimista”, ha continuato Tusk.
Il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelenksy, ha fatto sapere di aver parlato al telefono con il premier polacco Donald Tusk di “molte questioni: il nostro impegno per la pace, la produzione congiunta nel settore della difesa, il sostegno agli ucraini e il processo negoziale sull’adesione dell’Ucraina all’Ue“.
“Ho riferito in merito alle mie conversazioni con il presidente Trump e i colleghi europei. Abbiamo discusso delle opzioni diplomatiche disponibili e concordato di coordinarci e collaborare per i nostri interessi europei comuni. L’Ucraina, la Polonia e altre nazioni europee hanno bisogno di basi solide per la loro sicurezza e indipendenza. Una pace affidabile è essenziale per tutti e sono grato per la disponibilità ad aiutare in questo percorso”, ha detto.
Con Tusk si è parlato anche “di alcune modifiche normative in Polonia che hanno colpito gli studenti ucraini e i candidati alle università polacche”. “Durante una guerra come questa, qualsiasi difficoltà per i ragazzi e gli studenti è particolarmente dolorosa. Ho chiesto a Donald di prendere in considerazione questa situazione e di aiutare i giovani ucraini”, ha aggiunto.
“Abbiamo anche discusso il processo di negoziazione per l’adesione dell’Ucraina all’Ue. Donald e io abbiamo convenuto che il primo gruppo di negoziati per l’Ucraina e la Moldavia dovrebbe essere avviato contemporaneamente. L’Ucraina e la Moldavia hanno intrapreso questo percorso insieme e devono continuare insieme”, ha proseguito.
Anche Trump ha mostrato prudenza nelle sue ultime dichiarazioni: a chi gli ha chiesto se manterrà la promessa di imporre nuove sanzioni a Mosca, ha replicato: "Questo dipenderà da Putin, vedremo cosa dirà".
Prudenza anche da parte del Cremlino e del Ministero russo degli Esteri, che non hanno fatto commenti nelle ultime ore, in cui Putin ha sentito tutti i principali partner di Mosca, a cominciare dal Presidente cinese Xi Jinping, dal premier indiano Narendra Modi e dal leader bielorusso Alexander Lukashenko.
Stando al resoconto diffuso dalla Presidenza russa, Xi "si è espresso a favore di una risoluzione a lungo termine della crisi ucraina". Xi, riferisce l'agenzia cinese Xinhua, ha detto che "la Cina si rallegra di vedere la Russia e gli Stati uniti mantenere i contatti, migliorare le loro relazioni e promuovere una soluzione politica della crisi ucraina".