Un giornalista statunitense del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, è stato tratto in arresto a Ekaterinburg con l'accusa di spionaggio.
Secondo quanto riferisce il Washington Post, che ha ricostruito la dinamica dell'arresto basandosi su informazioni fornite dai media locali, l'uomo, 32 anni, è stato posto in stato di fermo da alcuni agenti in borghese mentre si trovava in un ristorante e caricato a bordo di un minivan. Durante il fermo, il volto del giornalista è stato coperto con un maglione.
In seguito, il giornalista - nato da genitori di origine sovietica ma residenti negli Stati Uniti e già collaboratore dell'Afp prima di lavorare per il Wsj - sarebbe stato portato fino al Tribunale del Distretto di Lefortovo, a Mosca, che ha commutato il fermo in uno stato d'arresto di due mesi, fino al 29 maggio.
L'Fsb ha precisato che, in base all'articolo 276, Gershkovich è accusato di spionaggio, reato per il quale sono previsti fino a 20 anni di carcere. Il giornalista, prosegue l'Fsb in un comunicato, "agendo su istruzione della parte americana, raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull'attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo".
In una dichiarazione diffusa dall'agenzia Tass, il Wall Street Journal si definisce "profondamente preoccupato" per Gershkovich, e ne richiede il rilascio immediato.
In un comunicato, il Wsj ha "smentito con veemenza" le accuse lanciate da Mosca contro il giornalista. "Il Wall Street Journal respinge con veemenza le accuse dei servizi di sicurezza russi e chiede l'immediato rilascio di Evan Gershkovich, un giornalista affidabile e coscienzioso", prosegue. "Siamo solidali con Evan e la sua famiglia".
Quello che Gershkovich faceva a Ekaterinburg "non ha nulla a che fare con il giornalismo". Così, in un post su Telegram, Maria Zakharova, portavoce del Ministero russo degli Esteri. "Purtroppo non è la prima volta che lo status di 'corrispondente straniero', il visto giornalistico e l'accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo. Questo non è il primo noto occidentale ad essere 'pizzicato'", continua Zakharova.
"Non si parla di sospetti, è stato colto in flagrante", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso da Ria Novosti, commentando l'arresto del giornalista del Wsj. L'augurio, ha aggiunto, è che Washington non compia rappresaglie per questo, "speriamo che ciò non avvenga, e non deve avvenire".
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