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“L’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di suoi soldati in Ucraina”.
“L’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di suoi soldati in Ucraina”.
“Il Consiglio Europeo si terrà in un frangente internazionale estremante complesso. L’Italia si presenta al compimento del terzo anno di governo forte di una stabilità rara, di un ritrovato protagonismo internazionale e di indicatori economici solidi”.
E' quanto ha dichiarato la premier, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni in Senato, in vista del prossimo Consiglio Europeo.
I riconoscimenti ottenuti a livello internazionale, ha aggiunto la premier, “riportano l’Italia dove merita di stare, cioè in serie A e mostrano la correttezza delle strategie di bilancio. Il Paese si presenta con autorevolezza al tavolo Consiglio europeo”.
In merito alla situazione in Medio Oriente, ha detto: “Lo sviluppo positivo e concreto” del piano di pace “è il frutto di un lavoro diplomatico a cui l’Italia ha contribuito. Siamo grati ai governi di Egitto, Qatar e Turchia ma soprattutto a Trump che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo”.
“Dopo molto tempo c’è una prospettiva credibile di una pace giusta e duratura in Medio Oriente. L’equilibrio è fragile e i rischi sono quotidiani, rischi che la comunità internazionale è chiamata a disinnescare. L’Italia esorta tutte le parti a cogliere le opportunità fornite da questo spiraglio di pace ed è pronta a fare la sua parte da protagonista”,ha aggiunto.
“Per giungere alla pace Hamas non avere alcun ruolo nel futuro dello Stato palestinese e deve essere disarmata. Quando queste condizioni si saranno materializzate l’Italia sarà pronta a riconoscere lo Stato di Palestina”.
E per quanto riguarda l'Ucraina: "La nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili. La popolazione civile resiste eroicamente da quasi 4 anni a un conflitto su larga scala". Questo "cinismo" di Mosca “non si è fermato nemmeno di fronte ai convogli che trasportavano beni di prima necessità”. “L’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di suoi soldati in Ucraina”.
“Non possiamo considerare accettabile l’atteggiamento ambiguo di chi promette impegno negoziale e poi bombarda costantemente obiettivi civili. Per arrivare al tavolo delle trattative serve, quindi, anche incrementare la pressione su Mosca, come stiamo facendo con il 19° pacchetto di sanzioni europee che stiamo approvando e che contribuirà a ridurre ancora di più le risorse che Mosca può destinare allo sforzo bellico – ha spiegato -. Perché giova ripetere un concetto importante: le sanzioni economiche non sono contro il popolo russo, ma contro il regime che trasforma la ricchezza della Russia in armi e distruzione”.
“Tutti conosciamo e supportiamo la necessità di proteggere il fianco Est dell’Europa e della NATO ma non possiamo consentire che si perda di vista il fianco meridionale dell’UE: la sicurezza dei confini esterni dell’Alleanza è indivisibile. Dobbiamo essere pronti anche di fronte alle minacce alla nostra sicurezza portate dai conflitti e dall’instabilità nel Medio Oriente, in Libia, nel Sahel, nel Corno d’Africa.
Sappiamo che i nostri competitor sono molto attivi anche in questi quadranti, così come conosciamo molto bene i rischi che possono derivare dal terrorismo e dalla strumentalizzazione delle migrazioni. Il ministro Guido Crosetto, che ringrazio, è stato molto chiaro su questo punto durante l’ultima riunione dei ministri della Difesa della UE”, ha precisato ancora Meloni.
“Insieme al Cancelliere Merz e a circa altri 15 leader europei, ho indirizzato una lettera alla presidente von der Leyen per accelerare ulteriormente la semplificazione sulla base di tre principi. La revisione dell’insieme delle leggi, dei regolamenti, delle sentenze e delle consuetudini che compongono il diritto dell’Unione per individuare tutto ciò che è obsoleto e non funzionale; cancellazione tramite i pacchetti omnibus della regolamentazione non necessaria; contenimento all’essenziale delle nuove proposte legislative, limitandosi alle sole materie delegate dove maggiore è il valore aggiunto di un intervento europeo. In altre parole, piena e semplice applicazione dei principi di attribuzione, di sussidiarietà, di proporzionalità che sono sanciti dai Trattati”, ha aggiunto la premier.
Per quanto riguarda il green e la transizione energetica: “L’Italia sostiene, e continuerà a sostenere, un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni, un obiettivo che consideriamo importante non solo per la nostra salute e i nostri territori, per la nostra autonomia strategica. Ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico, e pertanto irragionevole, che impone obiettivi insostenibili e irraggiungibili, che producono danni al nostro tessuto economico-industriale, indeboliscono le nazioni europee e rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell’Unione Europea. Noi vogliamo abbandonare quell’approccio ideologico che ha caratterizzato la stagione del Green Deal, per abbracciare un pragmatismo serio e ben ancorato al principio di neutralità tecnologica”, ha spiegato.
“In Consiglio europeo, anche su richiesta italiana, si discuterà poi di politiche abitative, a fronte del sempre più pressante problema dei costi immobiliari, in particolare per le fasce più giovani della società. Il Governo sta lavorando, e ringrazio per questo il vicepresidente Matteo Salvini, ad un importante piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie, per aiutarle a compiere quel primo passo fondamentale anche per la costruzione di una famiglia. La questione della casa è per noi un tema fondamentale, che tocca direttamente la questione dell’equità sociale, intersecando molti settori”, ha sottolineato ancora Meloni.