Silicone: il polimero che unisce medicina, industria e vita quotidiana

Il silicone, appartenente alla famiglia dei polisilossani e spesso sotto forma di PDMS, si distingue per versatilità, stabilità e durata in molteplici settori: dalla medicina all’edilizia, dall’elettronica all’uso alimentare.

(Prima Pagina News)
Venerdì 03 Ottobre 2025
Roma - 03 ott 2025 (Prima Pagina News)

Il silicone, appartenente alla famiglia dei polisilossani e spesso sotto forma di PDMS, si distingue per versatilità, stabilità e durata in molteplici settori: dalla medicina all’edilizia, dall’elettronica all’uso alimentare.

Versatile, stabile, resistente al calore e all’invecchiamento: il silicone (famiglia dei polisilossani, spesso PDMS) è diventato un materiale chiave in ospedale, nei cantieri, nei dispositivi elettronici e persino in cucina. La sua “marcia in più” viene dall’ossatura chimica – la catena Si–O–Si – più robusta e resistente degli analoghi legami organici: una base che regge temperature estreme, raggi UV e agenti atmosferici, mantenendo elasticità e isolamento elettrico.

Cosa rende il silicone così utile

I polisilossani si presentano come elastomeri, oli, gel e resine. In generale offrono:

  • stabilità termica e ossidativa;

 

  • idrofobicità e impermeabilità all’acqua;

 

  • buone proprietà dielettriche (bassa costante dielettrica e ottimo isolamento);


  • inerzia chimica e compatibilità con numerosi substrati.

Queste caratteristiche spiegano l’uso in isolamento ad alta tensione, elettronica, sigillanti edilizi e componenti per esterni esposti a sole e ozono. In più, il silicone mantiene prestazioni costanti in un ampio intervallo di temperatura, assorbe vibrazioni e stress meccanici e aderisce a materiali molto diversi tra loro con i primer adeguati.

Impieghi in medicina

Dispositivi e componenti impiantabili e non. Cateteri, tubi, valvole e guaine isolanti per cavi e lead di dispositivi impiantabili sfruttano l’elasticità, la sterilizzabilità e la biocompatibilità dei siliconi medical-grade. L’industria li produce in ambienti a contaminazione controllata proprio per l’affidabilità a lungo termine e la stabilità dei materiali a contatto con i tessuti.

Protesi mammarie. Le protesi al gel di silicone rappresentano uno standard in chirurgia plastica: sono progettate per resistere nel tempo, ma come ogni dispositivo medico richiedono informazione corretta sui potenziali rischi e follow-up clinico. La scelta tra protesi riempite con gel di silicone e protesi saline dipende da fattori anatomici, aspettative estetiche e indicazioni del chirurgo.

Oftalmologia. Oli di silicone vengono utilizzati come tamponanti intraoculari nei distacchi di retina complessi, dove servono a stabilizzare il fondo oculare durante la guarigione. La permanenza è limitata nel tempo, con successiva rimozione per ridurre il rischio di complicanze come emulsificazione o aumento della pressione intraoculare.

Lenti a contatto. Le lenti in silicone-idrogel hanno elevata permeabilità all’ossigeno e riducono l’ipossia corneale rispetto agli idrogel tradizionali. Questo si traduce in maggiore comfort e minori eventi avversi legati alla carenza di ossigeno, soprattutto nei regimi di porto prolungato, sempre entro le indicazioni dell’oculista.

Gestione delle cicatrici. Fogli e gel di silicone sono ampiamente impiegati per la prevenzione e il trattamento di cheloidi e cicatrici ipertrofiche. Le prove cliniche indicano un beneficio su spessore, colore e prurito, a fronte di una tollerabilità generalmente buona; la costanza d’uso e il corretto posizionamento sono determinanti per il risultato.

Industria, energia ed elettronica

Edilizia e sigillanti. I siliconi sigillanti si dividono soprattutto in “acetossi” (polimerizzano rilasciando acido acetico) e “neutri” (ossima/alcossi). Gli acetossi sono veloci e ideali su vetro e ceramica; i neutri sono preferiti su metalli, pietre naturali, PVC ed elettronica perché non corrosivi e meno odorosi. La scelta corretta evita distacchi, fenomeni di corrosione o macchiature delle superfici porose.

Elettronica. Gel, potting e conformal coating in silicone proteggono i circuiti stampati da umidità, shock termici e contaminanti, offrendo isolamento stabile e assorbimento degli stress meccanici che altri polimeri più rigidi non garantiscono. Nel settore dell’alta tensione, i siliconi mantengono la superficie idrofobica degli isolatori esterni, riducendo le correnti di fuga e migliorando l’affidabilità delle linee.

Energie rinnovabili e infrastrutture. Nella filiera fotovoltaica i siliconi sono usati come incapsulanti, adesivi e guarnizioni: contribuiscono alla durabilità dei moduli e all’isolamento elettrico, sopportando escursioni termiche, UV e pioggia. La stessa logica vale per turbine eoliche, apparecchiature outdoor e illuminazione stradale.

Automotive e cavi. Elastomeri siliconici resistenti a calore, ozono e scariche superficiali garantiscono affidabilità di guarnizioni, passacavi e connettori sottocofano. Nei cablaggi e nelle reti elettriche, gli accessori in silicone (tubi, cappucci, terminali) prolungano la vita utile in ambienti severi e facilitano la manutenzione.

Uso domestico e contatto con alimenti

Stampi da forno e utensili in silicone sono apprezzati per antiaderenza, flessibilità e stabilità termica. La migrazione di piccole quantità di oligomeri silossanici negli alimenti è un tema studiato e monitorato; i prodotti conformi rispettano limiti di sicurezza e indicazioni d’uso. Come buona pratica, conviene lavare i manufatti nuovi, evitare surriscaldamenti oltre le temperature consigliate e preferire utensili di qualità certificata, soprattutto a contatto con cibi molto grassi.

Cosmetica e regolazione: attenzione ai “cicli”

È utile distinguere tra polimeri di silicone (PDMS, elastomeri, resine) e ciclosilossani volatili (D4, D5, D6) un tempo impiegati in quantità maggiori in alcune formulazioni cosmetiche e tecniche. In Europa sono state introdotte restrizioni mirate per ridurne l’impatto ambientale, con limiti molto bassi nei prodotti destinati ai consumatori e nei preparati professionali. Questo non coinvolge i silicone polimerici usati in sigillanti, dispositivi o utensili, ma ha guidato l’innovazione verso alternative a minore volatilità e profilo più sostenibile.

Scelta, applicazione e… rimozione

Per ottenere una sigillatura durevole:

  • scegli acetossi su vetro/ceramica in ambienti ben ventilati (rilasciano acido acetico nella fase di cura);


  • preferisci i neutri (ossima/alcossi) quando ci sono metalli, pietre naturali, PVC o componenti elettrici/elettronici, perché non corrosivi;


  • prepara accuratamente i substrati (pulizia, sgrassaggio, eventuale primer), applica con beccuccio calibrato e liscia con soluzione adatta, evitando eccessi;


  • rispetta i tempi di pelle e di reticolazione completa prima di sollecitare la giunzione.

Per rimuovere residui induriti: ammorbidire con specifici remover per silicone e procedere con spatole non abrasive è la prassi; su supporti delicati o in ambito industriale/elettronico conviene affidarsi a un rimuovi silicone professionale da acquistare sui portali autorizzati per evitare danni da solventi o graffi. Nei bagni, il ricambio d’aria e la corretta posa limitano la comparsa di muffe lungo i giunti; se compaiono, è utile intervenire tempestivamente, rimuovendo le parti ammalorate, sanificando il supporto e ripristinando con sigillante idoneo e antimuffa.

Sostenibilità e fine vita

I siliconi hanno lunga durata, spesso superiore a quella di materiali alternativi; questo riduce sostituzioni e rifiuti. Il riciclo meccanico è poco praticato per gli elastomeri reticolati, ma crescono le soluzioni di recupero energetico e i progetti di riciclo chimico per oli e scarti di processo. In fase di progettazione di prodotto, scegliere il formulato giusto permette di allungare la vita utile del sistema complessivo (facciate, moduli FV, apparecchiature), con benefici ambientali indiretti.

 


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