Strage Altavilla Milicia, i complici a Barreca: "Organizza un weekend per pregare"
Continuano le indagini sulle date degli omicidi.
(Prima Pagina News)
Martedì 20 Febbraio 2024
Palermo - 20 feb 2024 (Prima Pagina News)
Continuano le indagini sulle date degli omicidi.
"Il Signore non ci lascia e non ci abbandona, infatti, ci ha messo nel cuore di organizzare un fine settimana con i tuoi figli e dobbiamo venire a pregare".

E' quanto dicono, in un messaggio vocale, Massimo Carandente e Sabrina Fina a Giovanni Barreca, stando a ciò che emerge dalle indagini sulla strage di Altavilla Milicia (Pa), in cui sono stati uccisi la moglie di Barreca, Antonella Salamone, e i loro figli, Kevin ed Emanuel. Alla strage ha partecipato anche la figlia 17enne di Barreca.

"Non lasciamo che le circostante prendano il sopravvento e non mettiamo impedimenti alle cose che sappiamo che vanno fatte", prosegue Massimo. " Avete bisogno tutti di un aiuto fraterno - continua Sabrina -, ma per ricevere una preghiera, poi il resto lo fa il Signore".

E' possibile che i due stiano parlando dell'incontro in cui Antonella, Kevin ed Emanuel sono stati uccisi dopo giorni di atroci torture, nel corso di un esorcismo.

"Anche perché la sua parola: 'Facciate che in fanciulli vengano a me, non glielo impediate'. Quindi tu organizza un fine settimana per permettere al Signore di utilizzare me e Massimo per pregare per voi", aggiunge Sabrina. "E sfrutterà anche a te perché lui ti ha scelto e l'ha dimostrato", conclude Massimo.

Nel frattempo, proseguono le indagini per capire quando gli omicidi sono avvenuti. Antonella Salamone è stata la prima a morire, in ciò che il Procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha definito "delirio mistico collettivo".

"La torturavano a turno, sia Sabrina sia Massimo. Le passavano l'asciugacapelli con la massima temperatura in un punto del corpo, con la padella la colpivano sulla schiena. Hanno anche riscaldato la pinza per il camino con il fuoco e gliel'hanno messa addosso", ha detto la figlia di 17 anni, che al momento è in carcere. "Mio padre guardava - ha concluso la ragazza -, io e Kevin eravamo in piedi e ci scambiavamo sguardi, capendo che la cosa non fosse normale".

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