Tumore al colon: per un nuovo studio, la guarigione completa è possibile

Il rischio di recidiva del tumore, diagnosticato negli stadi II e III, scende al di sotto dello 0,5% sei anni dopo l'intervento e la chemio.

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Giovedì 09 Ottobre 2025
Genova - 09 ott 2025 (Prima Pagina News)

Il rischio di recidiva del tumore, diagnosticato negli stadi II e III, scende al di sotto dello 0,5% sei anni dopo l'intervento e la chemio.

Si può guarire completamente dal cancro al colon: a dimostrarlo è un nuovo studio, condotto dall'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, in collaborazione con la Mayo Clinic, pubblicato su Jama Oncology, secondo cui il rischio di recidiva del tumore, diagnosticato nel secondo e nel terzo stadio, scende sotto lo 0,5% sei anni dopo l'intervento e la chemioterapia, dando una definizione pratica di guarigione.

In questo studio, intitolato "The Definition of Cure in Colon Cancer", i ricercatori hanno preparato un'analisi per separare le vere recidive dagli eventi concorrenti e capire quando il rischio di recidiva è trascurabile.

La popolazione studiata comprendeva 35.213 pazienti affetti da cancro al colon al secondo e terzo stadio, reclutati in 15 studi clinici di fase III condotti tra il 1996 e il 2015. Tutti avevano subìto un'operazione chirurgica radicale seguita da chemioterapia adiuvante. In seguito, per ogni paziente è stato effettuato un follow-up di almeno sei anni.

L'incidenza di recidiva ha toccato il picco del 6,4% tra il sesto e il dodicesimo mese, poi è diminuito ogni semestre, fino a scendere al di sotto dello 0,5% dal sesto anno e mezzo al decimo anno.

L'esame degli eventi concorrenti ha dimostrato che la conta dei decessi e dei secondi tumori primari ha fatto aumentare l'incidenza della recidiva per errore (era soltanto apparente, perché c'erano nuovi tumori primari), con una distorsione più elevata nei pazienti di terza età.

Secondo gli autori dello studio, un rischio di recidiva inferiore allo 0,5% a sei anni favorisce una definizione pratica di cura per il cancro del colon al secondo e al terzo stadio.

Adottare questo studio potrebbe migliorare la comunicazione con i pazienti, orientare la durata del follow-up e diminuire la sorveglianza a lungo termine non necessaria.

"Il tema importante è quello della guarigione dal cancro. In questo caso il cancro del colon classificato come stadio II e III alla diagnosi. Quando è che un paziente si può considerare guarito? Con grande piacere osserviamo che i risultati coincidono tra questa analisi (dopo 6 anni dalla diagnosi la probabilità di una recidiva scende sotto allo 0.5%, valore tanto basso da essere considerato non rilevante), e la tabella che regola oggi il diritto all’oblio (7 anni dalla diagnosi per raggiungere una aspettativa di vita uguale a quella di chi il cancro non lo ha avuto) derivata dai dati dei registri tumori Airtum.

In entrambi i casi, un messaggio positivo che fa percepire come di cancro si può guarire. Soprattutto, nel caso del cancro del colon, se alla diagnosi si arriva precocemente grazie allo screening con il test del sangue occulto", ha commentato il presidente dell'Assciazione italiana di oncologia medica (Aiom), Franco Perrone.

"Se invece che allo stadio II o III, la diagnosi si fa allo stadio I grazie allo screening, la soglia per la guarigione che da diritto all’oblio scende a 1 anno dalla diagnosi", ha precisato Perrone, invitando ad effettuare gli screening del sangue occulto, ricordando che se il cancro al colon viene diagnosticato in fase precoce, la percentuale di guarigione sale al 92%.

Questo studio, ha evidenziato Perrone, "è un bel lavoro prodotto all’interno di un network di cooperazione internazionale in cui per molti anni l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista grazie soprattutto al lavoro di un gruppo cooperativo (GISCAD) tra i primi fondati in Italia, e che al momento è prossimo, purtroppo, alla chiusura".

Si tratta di un risultato, ha concluso, che deriva da "oltre 35000 pazienti che hanno partecipato a sperimentazioni cliniche, quindi non da dati di tipo epidemiologico come i registri tumori, ma da una raccolta dei dati clinici dei singoli pazienti".


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