Verona: la "Fedra" di Euripide in scena al "Settembre Classico al Teatro Romano"

Lo spettacolo, interpretato da Alessandra Salamida e Riccardo Livermore e diretto da Paul Curran, andrà in scena l’11 e 12 settembre alle ore 21.15.

di Daniela Vartolo
Venerdì 23 Agosto 2024
Verona - 23 ago 2024 (Prima Pagina News)

Lo spettacolo, interpretato da Alessandra Salamida e Riccardo Livermore e diretto da Paul Curran, andrà in scena l’11 e 12 settembre alle ore 21.15.

Verona: la "Fedra" di Euripide in scena al "Settembre Classico al Teatro Romano"
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Apre la tragedia Afrodite, dea dell’amore, e Artemide, dea della caccia la conclude; ma al centro della tragedia “Fedra-Ippolito portatore di corona” scritta da Euripide (428 a.C.) non stanno gli dei, ma la passione umana di Fedra per il figliastro Ippolito. Fedra tace il suo amore per il giovane e si consuma, rivelandolo alla fine solo alla nutrice, la quale parla invano a Ippolito, sprezzante e furioso.

 

Ma Fedra preferisce il suicidio al disonore per l’amore incestuoso verso Ippolito, lasciando uno scritto in cui lo accusa di stupro. Il marito, Teseo, provoca allora la morte di Ippolito, riabilitato in punto di morte da Artemide.

 

La tragedia, interpretata da Alessandra Salamida e Riccardo Livermore, in scena a Verona nell'ambito del "Settembre Classico al Teatro Romano" l'11 e il 12 settembre alle 21:15, contiene alcune riflessioni di estrema modernità sul potere delle parole nei rapporti umani, il legame tra libertà e destino, la forza dirompente della passione, i concetti di onore e infamia, la diversità tra bene e male: concetti indagati magistralmente dal regista Paul Curran.

 

L’opera di Euripide (tradotta da Nicola Crocetti) non smette di affascinare gli spettatori, anche a secoli di distanza, e trova una complessità contemporanea grazie all’allestimento firmato dal regista scozzese.

 

L’impianto scenico punta sui colori: il “bianco” per Afrodite, il “giallo acido” per Fedra, in perenne agitazione tra amore e rancore, il “nero” per la nutrice, il “blu” per Teseo, il “rosso” per Artemide e un look glamour per Ippolito.

 

Il coro, che balla sui ritmi ricavati da un cellulare, rimarca la modernità e i confini tra le generazioni, con intermezzi in cui commenta lo svolgersi del dramma mescolando vari stili.


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