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Per il sociologo Rocco Turi, Matteo Salvini è stato assolto in un processo che, per le accuse surreali, nemmeno avrebbe dovuto iniziare. Nonostante i successi internazionali di Giorgia Meloni, il Pd e l’intera sinistra non sopportano che, dopo due anni dalle elezioni politiche, i consensi nei suoi confronti siano aumentati, fenomeno mai osservato nei precedenti Governi italiani.
Per il sociologo Rocco Turi, Matteo Salvini è stato assolto in un processo che, per le accuse surreali, nemmeno avrebbe dovuto iniziare. Nonostante i successi internazionali di Giorgia Meloni, il Pd e l’intera sinistra non sopportano che, dopo due anni dalle elezioni politiche, i consensi nei suoi confronti siano aumentati, fenomeno mai osservato nei precedenti Governi italiani.
Matteo Salvini è stato assolto in un processo, definito “politico”, che per le accuse surreali nemmeno avrebbe dovuto iniziare. Le prime parole di Salvini sono state chiare: “Difendere i confini, difendere la patria, non è reato ma un dovere del Ministro e del Governo Italiano”. Negli stessi anni in cui si è svolto il processo, insistendo sulla responsabilità di Salvini, sulla politica a favore dell’emigrazione illegale e sulla lotta contro i fantasmi del ventennio, nell’affrontare i problemi della Nazione, il Partito democratico si è autoescluso per una politica fondata prevalentemente sui “divari di genere” e diritti civili. Su questo ridotto modello il Pd ha favorito prima la vittoria elettorale del centro destra, poi ha facilitato la crescita del Governo Meloni in tutti i sondaggi nei due anni della sua Presidenza, prima volta nella storia italiana. Il paradosso è che all’assoluzione di Salvini le reazioni della sinistra sono unanimi nel ribadire la sua responsabilità politica, buon viatico per il Governo Meloni nell’accrescere il consenso degli elettori.
Insieme all’assoluzione di Matteo Salvini, salutata da Giorgia Meloni in Lapponia in un vertice Nord-Sud sull’emigrazione, sale anche la popolarità del Governo italiano e la leadership del suo Presidente.
L’ultima stretta di mano fra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen a Bruxelles - apparsa su tutti i telegiornali - a seguito del loro incontro per “rilanciare il ruolo dell’Europa sulla scena internazionale”, ha accentuato l’invidia della sinistra italiana contro la leadership, anche oltre confine, della nostra Presidente del Consiglio. Nonostante i successi internazionali di Giorgia Meloni, il Pd e l’intera sinistra non sopportano che, dopo due anni dalle elezioni politiche, i consensi nei suoi confronti siano aumentati, fenomeno mai osservato nei precedenti Governi italiani. Ecco allora - complice la stampa asservita all’ipocrisia - entrare in campo personaggi di un vasto campionario, poco inclini a salvaguardare la propria autorevolezza, pur di attaccare Giorgia Meloni sul piano personale e mai su quello dell’analisi politica. Ecco allora Romano Prodi accusarla di “obbedire agli ordini degli Stati Uniti”, una sciocchezza per la quale Giorgia Meloni ha avuto campo facile nel replicare che - in quanto ad “obbedienza” - Romano Prodi abbia molto da insegnare con riferimento alla storia dell’Iri, al passaggio iniquo dalla lira all’Euro e ai rapporti con la Cina. Relativamente a tutto ciò, Prodi avrebbe dovuto svolgere analisi politica, piuttosto che limitarsi ad uno slogan inadeguato alla sua autorevolezza; bene ha fatto Meloni a costringerlo in un angolo come un qualsiasi politico privo di esperienza.
Non solo Prodi, addirittura Mario Monti esorta la Meloni a “guardarsi bene dall’amicizia” con le persone ricche; a suo parere la Meloni deve stare “molto attenta” perché certe persone hanno grande influenza sull’economia: anche questa è una vera sciocchezza. E’ chiara l’allusione ad Elon Musk il quale, da quando il Pd lo ha etichettato quale uomo di destra e consigliere di Donald Trump, egli è diventato il loro peggior nemico. Insomma, Musk vorrebbe investire in Italia e la sinistra fa di tutto per evitare che ciò avvenga in un tripudio di anti italianità al solo piacere di far cadere il Governo della nostra Nazione. Se la Presidente del Consiglio ha per amico l’uomo più ricco del mondo, chi altro non farebbe di tutto affinché Musk faccia investimenti in Italia ?; ma l’anti italianità della sinistra è tale che pur di vedere il governo Meloni perdere consensi sarebbe felice che l’Italia fosse in bancarotta.
Non solo Prodi e Monti; in due anni del Governo Meloni l’intera sinistra è costretta ad osservare il Prodotto Interno Lordo PIL in crescita e uno spread di oltre 100 punti base inferiore a quello lasciato da Mario Draghi. Nel tempo del Governo Meloni l’occupazione è aumentata di oltre 850 mila unità, senza parlare di quella femminile che, per la prima volta, ha battuto ogni record. Ma i dati emersi durante le dichiarazioni per l’approvazione della Legge di bilancio 2025, hanno dimostrato i successi del Governo Meloni e hanno fatto perdere i lumi della ragione alla sinistra - mai così tanto - se si aggiungono i resoconti della stampa internazionale attraverso i quali Giorgia Meloni viene indicata fra le più potenti al mondo. Ed è tutto vero se pensiamo che è Giorgia Meloni a dettare oggi l’agenda della politica europea. E’ notizia fresca come Ursula Von der Leyen abbia recepito il controllo sulla politica dell’emigrazioni proposta da Giorgia Meloni e la necessità di realizzare fuori dall’Unione europea i cosiddetti CPR come già fatti in Albania che solo per il momento possono ritenersi inattivi, a causa di forza maggiore (diciamo così…). Ma è ormai chiaro ed evidente che il CPR italiano in Albania entro tre - quattro mesi sarà reso efficace nonostante la sinistra italiana. E’ notizia di queste ore che Giorgia Meloni sia stata invitata dal Premier finlandese Petteri Orpo a parlare di emigrazione e di CPR in un originale vertice europeo in Lapponia. Insomma, Giorgia Meloni apprezzata e contesa in tutta Europa e punto di riferimento europeo per Donald Trump. Governo italiano oggi più stabile in Europa.