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Allo Spazio Hus dall'11 al 24 marzo.
Allo Spazio Hus dall'11 al 24 marzo.
Dall’11 al 24 marzo, lo Spazio HUS di Milano ospita la mostra personale “La danza obliqua” di Claudia De Luca, artista, docente di filosofia e scrittrice, che presenta una serie di lavori, alcuni dei quali realizzati appositamente per lo spazio espositivo, frutto di una profonda riflessione intorno ai temi della caducità, della mutevolezza e dell’imperfezione come testimonianze autentiche della condizione umana.
In un’epoca in cui ogni aspetto dell’esistenza è dominato da una ricerca instancabile della perfezione, Claudia De Luca sceglie di abbracciare l’imperfetto, celebrando la bellezza e la poesia che si annidano nell’incompiuto e nel mutevole.
“La danza obliqua è un’ode all’imperfezione – osserva l’artista -, alla caducità e a tutto ciò che mostra la sua soglia più sfumata e frangibile. In un procedere sempre più teso al perfezionismo, in cui le increspature del tempo sono mutilazioni da nascondere, la danza obliqua celebra ciò che sfugge alla regola, ciò che non rientra dentro il ritmo incessante del controllo e della certezza. Onora un tempo differente, quello di un battito irregolare, di un volteggiare su un pavimento tortuoso, ma non per questo meno intenso e vivo”.
Il linguaggio pittorico dell’artista è la perfetta manifestazione visiva di un’urgenza espressiva autentica: ogni opera è una narrazione che si svela a poco a poco, si espande nel tempo e nello spazio senza una direzione certa e invita l’osservatore a condividere un’esperienza non solo visiva ma anche emozionale e concettuale.
Il dialogo tra arte e filosofia pervade ogni aspetto dell’opera di Claudia De Luca e si esprime con intensità nelle sue scelte stilistiche. Un elemento distintivo della sua ricerca espressiva è l’uso sapiente della tarlatana, benda di cotone sottile e trasparente, quasi impalpabile, che permette di creare un andamento pittorico fluido e mutevole. La tarlatana diventa, così, metafora dell’incedere umano, uno stato di trasformazione permanente, segnato da profonde incertezze e continui rimandi verso un altrove indefinito.
Nelle sue opere stratificate e dense di significato, le pennellate fluide e dinamiche dialogano con la delicatezza della tarlatana e le predominanti tonalità scure – che vanno dal nero profondo ai grigi sfumati – lasciano progressivamente spazio al quieto chiarore dei bianchi, creando un’atmosfera meditativa e assorta, interrotta da improvvisi squarci di colore, come elementi di rottura inattesi che aprono nuovi orizzonti di pura luce ed energia.
L’artista ha voluto creare un dialogo profondo e intimo tra le sue opere e lo spazio che le accoglie, un ambiente intriso di memorie, in cui il tempo ha lasciato la sua impronta sedimentandosi su ogni superficie e regalando al luogo la bellezza imperfetta del non finito.
Le opere, concepite per integrarsi armoniosamente con questo ambiente, fanno dello spazio stesso un protagonista attivo del racconto artistico. I segni del tempo si intrecciano con il percorso creativo dell’artista, dando vita a una narrazione in cui il passato e il presente dialogano apertamente e in cui ogni elemento sedimentato si rivela come frammento di una bellezza in continua evoluzione.
La danza obliqua di Claudia De Luca traccia un percorso che sfida la percezione tradizionale, celebra la bellezza dell’increspatura e dell’inatteso, invita a tendere lo sguardo oltre il consueto abbandonandosi allo stupore rivelatore di una danza inquieta.