Arte: a Padova il Canova mai visto

In mostra dall'8 marzo all'8 giugno al Museo Diocesano le opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 26 Febbraio 2025
Padova - 26 feb 2025 (Prima Pagina News)

In mostra dall'8 marzo all'8 giugno al Museo Diocesano le opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani.

Per ragioni tecniche e logistiche la mostra “Il Canova mai visto. Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani”, annunciata per l’autunno 2024 è slittata a marzo 2025: verrà infatti inaugurata sabato 8 marzo per rimanere aperta al pubblico fino all’8 giugno 2025.

Uno “slittamento” che si presenta come occasione favorevole: in questi mesi, infatti, il lavoro di ricerca che sta accompagnando la realizzazione della mostra, ha portato a nuove interessanti scoperte che permettono di arricchire sia la proposta espositiva che la documentazione storica. Inoltre l’inaugurazione della mostra si colloca come iniziativa d’apertura dell’anno che celebra il 25° anniversario di vita del Museo diocesano, nell’allestimento all’interno del Palazzo vescovile, che in questa occasione “brillerà di luce nuova”, grazie al nuovissimo impianto di illuminazione fornito da iGuzzini.
Il Museo diocesano di Padova, infatti, venne ufficialmente inaugurato proprio nel 2000, anno anch’esso giubilare.

La vernice stampa della mostra “Il Canova mai visto” è in programma venerdì 7 marzo 2025 alle ore 12.00 nella Sala del Cinquecento del Museo diocesano di Padova (Palazzo vescovile, piazza Duomo 12, Padova).

Protagonista ed elemento centrale della mostra è il Vaso cinerario della contessa Louise von Callenberg, proprietà della parrocchia degli Eremitani in Padova, originariamente collocato negli spazi esterni della chiesa. L’opera in marmo, realizzata da Antonio Canova tra il 1803-1807, data per distrutta dai bombardamenti del marzo 1944, che ferirono la città e danneggiarono profondamente il complesso degli Eremitani, è stata ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sulle opere del maestro di Possagno in Veneto, e grazie all’inventario dei beni culturali ecclesiastici CEI (beweb.it).

Attorno a questo prestigioso ritrovamento si articola la mostra che proporrà al pubblico la ricomposizione dell’intero monumento funerario progettato e realizzato dall’architetto Giannantonio Selva e dallo scultore Domenico Fadiga, composto da un cippo a sostegno dell’opera canoviana su cui campeggiava una scritta attribuibile a Johann Wolfgang von Goethe, una stele con l’epigrafe redatta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre con altrettante iscrizioni di personaggi illustri, anch’esse protagoniste di una vicenda di recupero interessante, che verrà ricostruita nell’esposizione.

In mostra inoltre altre opere canoviane (tra cui la preziosa collezione di stampe Manfredini), mentre una sezione sarà interamente dedicata a una serie di documenti, lettere e scritti del fratello ed erede dell’artista di Possagno, mons. Giovanni Battista Sartori Canova (di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla nascita [1775-1858]), in gioventù alunno del Seminario vescovile di Padova.

Documenti attestanti il legame del presule con il suo amato Seminario, che conserva un altrettanto pregiato medagliere (anch’esso in mostra) con una collezione di ben 3.600 monete dell’antica Roma in parte fornite dallo stesso Antonio Canova al fratello e utilizzate come elementi di riferimento iconografico per alcune sue sculture.

Non mancheranno tra gli oggetti esposti calchi, gessi, incisioni, stampe, dipinti, lettere, documenti che racconteranno non solo la preziosità dell’opera di Antonio Canova, ma anche il suo rapporto con Padova e la ricca rete di relazioni con esponenti dell’aristocrazia europea.

Il percorso espositivo si articolerà lungo tutto il Museo diocesano, all’interno del Palazzo vescovile: dalla sala Barbarigo che ospiterà la parte di documentazione storica, il medagliere e alcune sculture in gesso, e che già nel suo allestimento permanente espone il busto di mons. Giovanni Battista Sartori Canova, al monumentale Salone dei vescovi che ospiterà la ricostruzione dell’interno monumento funebre della contessa von Callenberg, così come si presentava all’esterno della chiesa degli Eremitani, all’ombra di un famoso cipresso, tuttora esistente.

Il percorso racconterà attraverso opere e documenti una storia avvincente, dai tratti romanzeschi, condita da qualche curiosità, che unisce personaggi illustri, artisti, aristocratici europei in un puzzle che si ricompone grazie alle storie che ogni pezzo in mostra conserva.

La mostra, curata da Andrea Nante, Elena Catra, Vittorio Pajusco, è organizzata dalla Diocesi di Padova (attraverso il Museo diocesano di Padova, il Servizio diocesano per l’Arte sacra e i Beni culturali ecclesiastici, la Biblioteca del Seminario vescovile e l’Archivio storico diocesano), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.

Patrocinano l’iniziativa: Regione Veneto, Provincia di Padova e Comune di Padova.

La mostra è stata possibile grazie al sostegno di: Provincia di Padova, Comune di Padova, Camera di commercio di Padova, Confindustria Veneto Est, 8xmille alla Chiesa cattolica, oltre a numerosi altri sponsor.

Alla realizzazione della mostra hanno inoltre contribuito con competenze, disponibilità, materiali una serie di altri soggetti e realtà private che hanno fatto proprio il progetto “Mi sta a cuore” ha lanciato anni fa dal Museo diocesano per coinvolgere la società civile nelle sue diverse espressioni, nell’impegno a recuperare patrimoni artistici del territorio, testimonianze importanti che non possono andare perdute. A questo proposito un grazie sentito va – tra gli altri – agli autori dei testi del catalogo, e ancora a: Arcadia arte, Passerella restauri, Studio Ferrari&Zollino, Ottart che hanno partecipato generosamente a questo complesso e ambizioso progetto.


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