Il famoso ritrattista ufficiale di Gabriel Garcia Marquez, Franco Azzinari, conosce il canto del vento, ne avverte il preludio, ne asseconda armonie e sa dar rilievo ai contrasti; ormai ne ha imparato il linguaggio, lo attende sereno, come fosse il più caro compagno di viaggio, poi sa restare raccolto, in un silenzio irreale, per percepirne il soffio più cheto e il più sereno respiro.
Se rendi il tuo spirito simile al vento, avrai la forza di passare su tutte le cose senza attaccarsi a nessuna di esse, saprai allora che le ali del vento sanno narrare le storie incredibili di posti lontani: “Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia, ma delle nostre speranze finché saranno ancora belle, non di rematori, ma di sfrenate fantasie. Oh, andiamo a cercare l'Altrove”. (1)
L’altrove per l’artista è un posto speciale, il “muto orto solingo”(2) quel “posto nel mondo, dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età (3), è la terra feconda dell’immaginazione che, consente all'uomo di trovare non solo nuovi margini di libertà, ma di sfuggire, in parte, alla sua condizione(4) ; ed è da qui, proprio da quest’altra parte, che nasce la spinta efficace e concreta che conduce, l’anima inquieta dell’artista, verso la ricerca di nuove ambientazioni scenografiche, che possano arricchire e soddisfare il mondo composito della sua grande arte. Ogni vento ha una sua anima e un suo volto, (5) è il vento che ti “prende” e ti porta lontano, che t’invoglia a partire e a cercare ancora… è il suo soffio che ci muove verso terre sconosciute, per nuovi incredibili approdi.
Il viaggio di Azzinari oggi procede sulla scia dei grandi creatori dell’alta moda, che di pari passo hanno voluto sperimentare inconsueti palcoscenici, per far cornice alle loro mirabili performances d’arte come: i paesaggi dell’Upper Las Virgenes Canyon a Calabasas in California, il ponte sospeso nei dintorni di Kyoto, i server di Chanel, i campi di lavanda e, la grande muraglia cinese.
È così anche per le sue opere che, da sempre suscitano stupore e coinvolgimento, il creativo e bizzarro artista Calabrese progetta e sceglie palcoscenici irreali e nuovi, andando ad iscrivere il suo nome, sul “log book degli esclusivi”, degli uomini più creativi e singolari. Il pittore, lo fa per portarci incontro allo splendore, per continuare a destare meraviglia e sorprenderci con l’inconsueta bellezza colta fra il movimento delle luci, in mezzo alle onde del mare.
L’originalissima novità, appartiene al coronamento del “sogno” di Franco Azzinari che è la concretizzazione di grande progetto visionario, incanto ed estasi nel veder sfilare, proprio fra i flutti del mare, i suoi “temi d’arte” dipinti, e impressi sui vestiti e, sulle leggerezze delle sete.
Il palcoscenico per le esibizioni è una “terrazza” speciale, la superficie calpestabile che va dalla ghirlanda di poppa alla ghirlanda di prua, “pavimento” impermeabile e lucente, di ventisei metri della maestosa barca “la Baronessa”, del patron Piero Grillo, giovane talentuoso manager della comune terra di Calabria. Il tragitto stabilito, sempre a cavallo delle acque del Mediterraneo, è da Capo Vaticano, a Tropea, a Parghelia, sino alle Isole Eolie.
Franco Azzinari parte, col favore della brezza che dall’entroterra che lo sospinge verso l’enorme distesa del mare, dalla costa calabrese sino alle terre di Eolo, a quella baia che fu anche approdo di Ulisse in fuga da Troia.
“Ho sempre immaginato di vedere sfilare, le mie visioni della natura con quella gamma infinita di colori, sul filo delle onde del mare. Ho voluto appagare la mia fantasia, trovare nuovi scenari per la bellezza, ho cercato fra i mille riflessi nello specchio delle acque salate, al cospetto dell’azzurro del cielo. Al largo, scrutando fra i fondali del mare, c’è un arcobaleno di colori cangianti; colori meravigliosi, come quelli della primavera quando la terra di Calabria infiora. Uno scintillio di luci, dal tenue turchese, al blu intenso dei lapislazzuli, che ricordano quello del cielo e, le venature color oro delle stelle più rilucenti. Il rosa e i rossi dei rari rami del corallo mediterraneo, i riflessi dell’oro della fioritura delle ginestre, dove cantano gli usignoli, il verde splendente dello smeraldo, l’argento dei diamanti e, delle foglie di questa terra degli ulivi. È un progetto nuovo, che m’intriga e che appaga il mio spirito indomito e ribelle, “la mostra viaggiante dei colori della natura” la porterò in giro per il mondo: dall’Isola di Pasqua, alla grande Amazzonia, a Cuba, a Rio de Janeiro e, nel territorio del Gambia il piccolo stato africano terra delle tribù Mantinka”.
Sul piano della “Baronessa”, l’imbarcazione di più di 86 piedi - 26 metri – muovono passi coreografici, con leggerezza e disinvoltura assoluta, tre giovani modelle bellissime: Greta Salituro, Federica Metallo, Maria Francesca Guido; portano in scena gli abiti e gli accessori realizzati dalla stilista Sladana Krstic, in passerella il trionfo dei colori delle colline in fiore di Altomonte, che è l’opera principale del “pittore del vento”.
Ogni apparizione è un incanto assoluto, d’improvviso, ai lati dell’imbarcazione, un branco dei cosiddetti “uomini del mare”, i delfini, inizia a farci festa con mille giravolte. Sarà ancora merito del “vento” che ha propagato lungo il mare sconfinato, il ritmo fortemente sincopato della musica caraibica che ci fa da colonna sonora; ecco, arrivano a stormi uccelli d’alto mare; adesso, l’occhio esperto dell’operatore delle riprese, Massimiliano Marino, fa fatica a inquadrare bene le evoluzioni di terra e di mare e le coreografie estemporanee, è difficile è, interagire fra quinte e fondali, fra passerella per l’arte e la gestualità dell’amore.
Il pranzo è servito a poppa della barca; una spigola di oltre cinquanta centimetri, poi il pesce spada e, il gambero viola e; le insalate leggere con il pomodoro, il principe della cucina calabrese; tutto innaffiato per bene, con vino francese, sino alla prelibatezza finale del “Don Perignon”.
“Il vento tutto d’intorno continua a cantare, c’è aria di giubilo, la brezza ancora carezza la pelle brunita dal sole delle seducenti sirene/modelle, a me – dice Franco Azzinari – ricorda tanto il Brasile, mi sovviene alla mente, la festa per la dea del mare Yemanja e la gente di Copacabana, i fiori nel mare e i canti tribali. (6) Sarà che “Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l'anima. (7) “Sarà che solo 'il vento, il vento che fa musiche bizzarre' (8)".
“Soltanto la musica – commenta il grande artista Franco Azzinari- è all’altezza del mare” (9)". “Io non conosco preludio migliore per tramonto del sole, per il calar della sera. Pian piano, sino al comparir del chiarore della luna, ritornano gli amati versi di Verlaine poi, le dolcissime note di Debussy che incantarono Marcel Proust, lo scrittore alla ricerca del tempo perduto. Suadente è quella musica che dalla viva forza orchestrale, va piano lentamente a spegnersi fino al più completo silenzio”.
E non soddisfatto di tanto tripudio di colori naturali e di emozioni il grande ritrattista di Gabriel Garcia Marquez aggiunge: “Credo che il “Chiaro di Luna” sia il brano più suggestivo che ben si addice alla conclusione di questa giornata straordinaria di esposizione d’arte, completamente immersa, nell’arte infinita e complessa che è quella di madre natura”.
Cala la notte sul mare delle Eolie, e per Franco Azzinari domani sarà l’inizio di un nuovo giorno. Quanto basta per ricominciare a sognare…
(1) (Fernando Pessoa), (2) (Giosuè Carducci), (3) (Alda Merini), (4) (Piero Angela),(5) (Valeria Bodo), (6) (Alda Merini),(7) (Franco Azzinari),(8) (Vittorio Sereni),(9) (Albert Camus),(10) (Franco Azzinari).
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