Delitto Garlasco: la Procura generale di Milano chiede di revocare la semilibertà a Stasi

Dopo l'intervista a Le Iene. Legale: "Siamo tranquillissimi, è stata già ampiamente chiarita dal carcere".

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Venerdì 30 Maggio 2025
Pavia - 30 mag 2025 (Prima Pagina News)

Dopo l'intervista a Le Iene. Legale: "Siamo tranquillissimi, è stata già ampiamente chiarita dal carcere".

La Procura generale di Milano ha fatto ricorso in Cassazione per chiedere di revocare la semilibertà concessa nelle scorse settimane ad Alberto Stasi, il 41enne condannato per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco (Pv) il 13 agosto del 2007.

Il ricorso sarebbe dovuto alla mancata richiesta di autorizzazione a rilasciare un'intervista al programma "Le Iene" mentre era in permesso per un ricongiungimento familiare. Secondo il pg, la vicenda avrebbe dovuto essere valutata negativamente dai giudici.

Dopo aver avuto il "lavoro esterno" (la possibilità di uscire dal carcere per lavorare come contabile in un'azienda, ndr) nel 2023, lo scorso 11 aprile Stasi era stato "ammesso" al "regime di semilibertà".

Dunque, dal 28 aprile, Stasi può lasciare il carcere al mattino, ad un orario indicato nelle prescrizioni e deve tornare alla sera, dopo cena, ad un orario stabilito. Quindi, per lavoro e non solo, può restare fuori per dodici ore.

Nell'udienza di discussione del 9 aprile, la Procura generale, diretta da Francesca Nanni, con la sostituta pg Valeria Marino, aveva già chiesto il rigetto dell'istanza di semilibertà, ravvisando un solo "neo" nel comportamento dell'uomo, vale a dire la mancata richiesta di autorizzazione al magistrato di Sorveglianza per quell'intervista.

In un documento agli atti del processo, però, il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva spiegato che l'intervista era "stata registrata durante il permesso premio", il 22 marzo, e che "non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni".

La stessa linea è stata adottata nell'ordinanza dai giudici (Caffarena, Gentile e due esperti) che hanno dato ragione agli avvocati di Stasi. Nel loro provvedimento avevano citato le relazioni tutte positive dell'equipe del carcere e spiegato che l'uomo, laureato alla Bocconi e in carcere da dieci anni, pur essendosi sempre proclamato innocente, ha tenuto "un comportamento in linea con l'accettazione della condanna". E "ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso" Chiara.

Per la Procura generale, tuttavia, la mancata richiesta di autorizzazione per quell'intervista è un comportamento che i giudici avrebbero dovuto ritenere difforme dalla concessione della semilibertà.

Adesso, la Cassazione deve fissare un'udienza e decidere. Peraltro, Stasi potrebbe chiedere entro poco tempo l'affidamento in prova ai servizi sociali, in alternativa alla detenzione.

"Siamo tranquillissimi per la questione dell'intervista, già ampiamente chiarita dal carcere" di Bollate e dal "Tribunale di Sorveglianza", ha detto in merito l'avvocato di Stasi, Giada Bocellari. "Se mai avesse violato qualche prescrizione avrebbero dovuto revocargli il lavoro esterno e non negargli la semilibertà", ha aggiunto la legale. "Vi è anche un problema di norme di riferimento nel ricorso presentato dalla Procura generale, che evidentemente ha ritenuto di perseguire la linea già paventata in udienza l'aprile scorso", ha concluso.


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