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Un libro interamente dedicato ad una delle tragedie più devastanti della storia e del pianeta, lo “Tsunami” del 2004 nell’Oceano Indiano. 300 mila morti.
"È questo il luogo dove la morte gode nel dare soccorso alla vita".
Svegliato nel cuore della notte dal Comando Generale dei Carabinieri, il medico legale dell’Arma Carlo Maria Oddo viene inviato di corsa in Thailandia per identificare le vittime italiane dello Tsunami. È il 27 dicembre 2004, ma ancora questo giovane ufficiale dell’Arma dei Carabinieri non sa a cosa sta andando incontro. Appena atterrato trova per le strade sono cumuli di macerie, case e alberghi sono stati spazzati via, e il numero dei corpi che vengono trovati senza vita si moltiplica di ora in ora. Ci vorranno mesi per fare il punto su quanto era accaduto. Il 9 febbraio del 2005 il Ministro dell’Interno Beppe Pisanu comunica ufficialmente che a conclusione delle indagini condotte dal Viminale, in stretta collaborazione con l'unità di crisi della Farnesina, Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, circa i dispersi italiani nelle zone colpite dal maremoto, risulta che «I connazionali verosimilmente deceduti sono 54, di cui 43 in Thailandia, 3 nello Sri lanka, 4 in India, 2 in Indonesia e 2 in località non precisabili sulla base delle indicazioni fornite dai familiari.Allo scopo di pervenire alla loro identificazione - si legge inuna nota - sono stati effettuati i prelievi sui rispettivi congiunti per la comparazione del dna». E a fare tutto questo, è stato proprio lui, Carlo Maria Oddo.Che ora ha deciso di raccontare quei giorni terribili in un libro che viene ufficialmente presentato come un romanzo, ma che in realtà è un reportage dettagliato ed efficacissimo su quanto questo medico legale ufficiale dei Carabinieri ha trovato nell’area dell’Oceano Indiano interessata e devastata dal maremoto.E’ il racconto giornalistico appassionato avvolgente e spietato di un Paese devastato dal dolori di centinaia di migliaia di morti. Una tragedia epocale che Carlo Maria Oddo ricostruisce oggi in maniera sublime e straordinariamente reale per tutti noi. Quindici anni dopo quella grande ondata di morte.
-Comandante,come inizia questa storia?
“In quei giorni ero in montagna al Terminillo con la mia famiglia, e con l’intento di riposare. Io ero appena rientrato dall’Iraq. Il giorno prima avevo preso accordi con un mio collega che ha casa anche lui al Terminillo e le cui figlie sono coetanee delle mie. Volevano andare a fare un pò’ di sci di fondo tutti insieme. Quella sera, messe a dormire le bimbe ricordo di essermi seduto dopo cena sul divano con mia moglie con una tisana calda in mano e di aver detto: “Meno male, finalmente un po’ di pace”. Non l’avessi mai detto. Fuori nevicava ed alle tre del mattino vengo svegliato dai carabinieri della stazione del Terminillo che bussano alla mia porta. Erano venuti a prendermi, ma nessuno sapeva quale fosse la missione o il perché di quella missione.Ero preoccupato che fosse successo qualcosa ai miei genitori.Per saperne di più chiamo i Carabinieri della compagnia di Rieti, quindi il Comando Generale. Finalmente scoprii che il giorno dopo mi aspettavanoin Thailandia per via dello Tsunami che aveva interessato l’Oceano Indiano. “Tsunami”, ma allora era un termine assolutamente sconosciuto per noi, ma credo anche per milioni di altre persone nel mondo.E’ così che inizia questo mio lungo viaggio”.
Un libro bellissimo, struggente e avvincente, che vanta una prefazione eccellente. A firmarla prefazione è Luciano Garofano, Generale di Brigata dei Carabinieri ma molto più famoso come Comandante del RIS , che ha guidato per anni, è il Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Parma. Docente universitario, autore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali; autore di diversi libri su casi di interesse nazionale Luciano Garofano ci ricorda come “ A pensarci bene, il nuovo millennio, si è presentato subito con fatti terribilmente tragici ed inattesi. Prima gli eventi drammatici connessi agli attacchi terroristici dell' 11 settembre 2001 in USA che hanno registrato quasi 3 mila morti e poi, a dicembre del 2004, il terremoto dell'Oceano Indiano e della placca indo-asiatica, meglio conosciuto come lo tsunami thailandese, con circa 300 mila vittime. Per non parlare degli episodi più recenti, tra cui molte catastrofi naturali accadute nel nostro paese. Ce ne ricordiamo e non sempre, nelle ricorrenze annuali, grazie a chi puntualmente onora la memoria di chi non è piu tra noi: forse perchè siamo concentrati sempre di più sui nostri problemi giomalieri, forse perche siamo sempre più egoisti e insensibili o forse per difenderci, allontanando da noi o rimuovendo dalla nostra memoria, ciò che ci impensierisce o ci spaventa di più”.
A Carlo Maria Oddo- sottolinea il generale Luciano Garofano- “ Va il merito di aver scritto delle pagine ricche di umanita, di intensità, di generosita. Pagine che ci permettono di immaginare e di vivere quella humane tragedia, come se fossimo li, grazie ad una narrazione precisa, dettagliata, coinvolgente, che riesce a guidarci tra quelle macerie, tra quelle vittime sfigurate ed offese. Ma anche tra i loro famigliari, tra i sopravvissuti, che in quella terra devastata e a migliaia di chilometri distanti, da tutte le parti del mondo, vogliono disperatamente una spoglia su cui piangere, affinchè il ricordo dei loro cari e del loro amore rimanga per sempre”.
Ma c’è una seconda firma illustre che completa il saggio di Carlo Maria Oddo. E’ quella del Professore Vittorio Fineschi, Ordinario di Medicina Legale alla Sapienza di Roma , famosissimo Direttore della Scuola di Specializzazione e Direttoredella Unità Operativa Complessa di Medicina Legale delle Assicurazioni al Policlinico Umberto I, una delle massime autorità scieintifiche della materia..
Krabi – dice Vittorio Fineschi- è la sintesi perfetta di “come si racconta una storia, con l'eleganza di un percorso autobiografico denso di emozione, calore umano, tecnicismo e passione per il proprio lavoro. La tecnica usata dal Colonnello Oddo è da consumato scrittorc e fa muovere le fila del racconto dal vissuto giovanile, le impronte genitoriali che ne delineano il percorso formativo, le amicizie paterne che gli strutturano il cammino universitario e, in seguito, quello professionale. La descrizione dei professori che hanno lasciato un'impronta culturale si delineano nette e la caratterizzazione che ne viene fatta lascia ancora ben sperare che anche ai giomi nostri la figura del Docente sia non solo professionale ma anche umana”.
Ma Krabi – aggiunge Vittorio Fineschi- è anche il tempio della vita ove pur di alleviare le sofferenze ci si contende un corpo e anche di fronte alla morte non tutti siamo uguali, cosi come la vita ci ha insegnato. Krabi, infine, è una esperienza, un tatuaggio lo definisce il Colonnello Oddo, quanto profondo ce lo fa capire con la elegante narrazione, un tatuaggio psicologico che viene trasferito al lettore con un messaggio di vita, pur parlando di morte.
Era di questo che facevamo esperienza ogni giorno, ci dice l'Autore, la compresenza continua di elementi contraddittori: la vita e Ia morte, i superstiti e le vittime, l'orrore e la dolcezza, la solidarieta e I'ingiustizia, la presenza e l'assenza, la consapevolezza e la negazione. La narrazione –sottolinea Vittorio Fineschi- si muove cosi tra racconti familiari e le tenerezze con le figlie, momento che vale a esorcizzare Ia trama conduttrice in cui, senza tecnicismi e sfoggio del difficile alfabeto medico, la attività del medico-legale – osserva il grande Vittorio Fineschi- si dipana con un fluire ordinato che il colonnello Oddo ordina in una successione di eventi mai banale e mai attesa dal lettore. E poi i dettagli, i particolari, come il peluche del piccolo bambino o la hostess ancora legata at suo seggiolino di aereo, ed ancora Ia maglia della squadra di calcio che improvvisamente, pur di fronte a centinaia di migliaia di morti ti riporta al quotidiano, al fatto che ognuno di quei corpi inanimati ha avuto una vita, che magari il loro fluire ci ha portato anche far incontrare e che similitudini e luoghi ci sono stati comuni. Trecentomila morti. Trecentomila vite recise in pochi secondi. Krabi e il tempo della morte, suo malgrado, ove si celebra lo scenario della immensa catastrofe e a cui si dedica tutta la passione e la dedizione possibile affinche vi sia degna sepoltura preceduta da una restituzione del corpo ai dolenti che cosi ne possono tram parziale conforto.
Ma il grande valore di questo libro non consiste soltanto nell'opportunita di proiettarci in quei luoghi per capire quello che le cronache giomalistiche e televisive non son riuscite a trasmetterci, nonostante Ia potenza delle immagini. Il pregio delle pagine di quest'opera risiede piuttosto nella autenticita dell'uomo Carlo Maria Oddo e di tutti quelli, italiani e non, che si sono prodigati come veri eroi, nell'organizzare e gestire tutte le attivita finalizzate al ricono-scimento di migliaia di vittime martoriate dallo tsunami, in uno scenario caratterizzato soltanto dalla poverta, dalla sorpresa, dalla più totale disorganizzazione. II pregio, lo troverete nelle sue paure, nelle sue insicurezze, nei suoi dubbi, nel suo sgomento e dunque, nella forza di un uomo e di un grande professionista che sebbene gia apprezzato come un esperto medico legale, si è trovato ad affrontare situazioni e circostanze talmente complesse e surreali a cui non era preparato e che lo ha fatto con le armi della serieta e della passione. Il pregio, lo vivrete, attraverso Ia sua semplicita, i suoi sentimenti, le sue emozioni, i suoi valori, it suo rispetto, la sua solidarieta e tante altre virtù umane e professionali non comuni con le quali ha portato a termine la sua missione, insieme a tutto it team italiano, in piena sinergia collaborativa con i colleghi delle altre nazioni.
-Comandante Oddo, cosa le ha insegnato questa esperienza così dura?
"Non me ne sono reso conto immediatamente ma la Thailandia mi ha acceso i sensi. Sono diventato avido di bellezza: natura, arte, viaggi, momenti condivisi con le persone che amo. La mia vista si è acuita, e anche I'olfatto e il gusto. Invece di staccarmi dal piacere, mi ci sono attaccato sempre di più. Cerco di trasmettere questa passione di vivere anche alle mie figlie. So che i discorsi non servirebbero a niente, so che non c'e mai stato un giovane che ha seguito i consigli di un vecchio, cosi ho deciso di imparare insieme che coca significa sentirsi vivi".
Krabi, un romanzo imperdibile, un libro da avere da leggere e da conservare, perché dentro c’è il racconto di un servitore dello Stato al servizio del Paese, uno di quegli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri di cui il Paese deve essere orgoglioso, e che fanno onore alla migliore tradizione militare della storia della Repubblica. Quando, appena uscito, “Krabi” è stato presentato al parlamento Europeo fu un successo senza precedenti, proprio per via dell’intensità di questo racconto umanitario, ma soprattutto per il linguaggio moderno con cui questo “missionario di pace” aveva svolto la sua ennemima missione internazionale.Storia anche questa di una eccellenza tutta italiana.