Famiglia nel bosco di Palmoli (Ch), i genitori: "Non abbiamo mai rifiutato alcun aiuto"

"Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese l'ordinanza".

(Prima Pagina News)
Giovedì 27 Novembre 2025
Chieti - 27 nov 2025 (Prima Pagina News)

"Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese l'ordinanza".

A seguito dell'allontanamento dei loro tre figli disposto dal Tribunale dei Minori dell'Aquila, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, genitori della famiglia che vive nel bosco di Palmoli, nel Chietino, chiariscono la loro posizione in alcune lettere indirizzate agli organi di stampa.

La coppia evidenzia di non aver rifiutato mai alcun aiuto da parte di istituzioni o privati che gli avevano offerto sistemazioni alternative, precisando che la loro decisione di mantenere uno stile di vita alternativo non indica una chiusura nei confronti del mondo esterno e al dialogo.

Inoltre, rivendicano il bisogno di comprendere appieno gli atti giudiziari, evidenziando che soltanto negli ultimi giorni hanno potuto leggerli in inglese, grazie all'intervento dei nuovi avvocati, dopo che il precedente legale, Giovanni Angelucci, aveva rimesso il mandato.

Il loro intervento rimanda costantemente al bene dei loro figli, che indicano come il punto fondamentale attorno a cui ruotano tutte le decisioni familiari.

"È falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull'aiuto offerto dal sindaco e da privati", dichiara la coppia, riaffermando che il loro interesse a proteggere il loro stile di vita non si traduce in una chiusura verso il mondo esterno. Nathan e Catherine precisano di aver sempre ascoltato con rispetto ogni proposta ricevuta e di essere grati verso chi gli ha offerto un supporto concreto durante la ristrutturazione della loro abitazione.

I due genitori, inoltre, evidenziano la difficoltà nel comprendere la documentazione giudiziaria in italiano, specialmente a causa dei tecnicismi giuridici: "Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese l'ordinanza", scrivono, aggiungendo che il contenuto è stato compreso interamente grazie alla traduzione in inglese.

Con questa nuova consapevolezza, la coppia ha potuto interloquire con gli avvocati e le istituzioni coinvolte nel procedimento che riguarda i tre bambini.

La famiglia riferisce anche di aver revocato il mandato ad Angelucci, per iniziare un percorso di confronto diverso con le autorità. Questa scelta, chiariscono i genitori, deriva dall'esigenza di instaurare un dialogo più efficace e trasparente con il Tribunale per i Minorenni e con gli altri enti coinvolti.

"Siamo nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista, ma una istituzione che come noi ha a cuore la tutela dei nostri bambini", precisano, evidenziando l'obiettivo comune di assicurare condizioni di vita adeguate ai tre figli.

L'arrivo dei nuovi avvocati, proseguono Catherine e Nathan, ha permesso ha contribuito a rendere più chiaro il quadro procedurale e ad allineare la loro posizione a quanto chiesto dalle autorità.

I figli sono il fulcro delle decisioni familiari: tutte le scelte, incluso il trasferimento in un territorio ritenuto accogliente, sono state prese nel loro interesse, riferisce la coppia. "I nostri bambini sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino", proseguono i due genitori, evidenziando il valore dell'educazione parentale, considerata come fondamentale per lo sviluppo dei più piccoli. La coppia spiega anche di aver curato con attenzione l'istruzione dei figli, pur nella consapevolezza delle necessarie verifiche previste dalle procedure vigenti.

Queste lettere, per i due genitori, sono un modo per chiarire alcune ricostruzioni di stampa "non precise" o lontane dalla realtà dei fatti.

Ringraziando le istituzioni e le persone che l'hanno sostenuta, la famiglia si augura che il confronto prosegua con lealtà e serenità. Nel contempo, Nathan e Catherine riaffermano la loro volontà a collaborare in piena trasparenza, perché il percorso definito dal Tribunale venga compreso e rispettato. Le autorità competenti continueranno a seguire la vicenda con attenzione.


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