Fondazione Murialdi, Giulio Anselmi nuovo Presidente del Comitato Scientifico

Su richiesta del Consiglio di Amministrazione, Giulio Anselmi ha accettato di presiedere il Comitato Scientifico della Fondazione Paolo Murialdi. Storia, la sua, di un grande protagonista del giornalismo italiano ed europeo.

di Pino Nano
Domenica 16 Ottobre 2022
Roma - 16 ott 2022 (Prima Pagina News)

Su richiesta del Consiglio di Amministrazione, Giulio Anselmi ha accettato di presiedere il Comitato Scientifico della Fondazione Paolo Murialdi. Storia, la sua, di un grande protagonista del giornalismo italiano ed europeo.

Fondazione per il giornalismo Paolo Murialdi, Giulio Anselmi sostituisce Nicola Tranfaglia, deceduto l’anno scorso, alla presidenza del Comitato Scientifico della Fondazione. Lo comunica la stessa Fondazione in una nota appena diffusa alle agenzie di stampa. Nei fatti Giulio Anselmi è chiamato a presiedere un Comitato Scientifico di cui fanno parte giornalisti di varie esperienze e accademici molto legato al mondo della stampa.. Ne fanno parte i professori Simona Colarizi, Enrico Menduni, Beppe Vacca e Luciano Zani, oltre i giornalisti e ricercatori Alberto Ferrigolo, Raffaele Fiengo, Claudio Giua, Marco Patricelli, Roberto Reale, Antoni Rossano e Christian Ruggiero.

Giulio Anselmi – sottolinea la nota della Fondazione- è oggi, senza alcun dubbio, uno dei più prestigiosi esponenti del mondo giornalistico italiano.

Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Genova, ha incominciato ad interessarsi al giornalismo da studente, collaborando al Corriere Mercantile. Dopo il conseguimento della laurea, per un breve periodo esercita la pratica forense, e dopo due anni inizia a collaborare con il Corriere Mercantile, per passare, nel 1969 a Stampa Sera e successivamente alla Stampa. La sua carriera di inviato speciale inizia nel settimanale Panorama.

Dal 1977 al 1984 lavora a Il Secolo XIX; in seguito è direttore del settimanale Il Mondo (1986). Nel 1987 passa al Corriere della Sera come vicedirettore. Promosso condirettore nel 1992, nel novembre 1993 diventa direttore responsabile de Il Messaggero, dove rimane fino al giugno 1996.

Ad un cronista che tanti anni fa gli chiedeva “Fino a che punto un giornalista può ritenersi libero dall'editore?”, il grande inviato rispondeva rispolverando i temi tradizionali della deontologia professionale: “Bisogna distinguere due tipi di giornalismo: il giornalismo militante, che è un giornalismo molto tagliato, molto ideologico, e il giornalismo di informazione che dovrebbe sentire tutte le campane, raccogliere voci, avvicinarsi il più possibile alla sostanza delle cose. Anche in questo caso il rapporto con l'editore è difficile, perché in Italia gli editori sono interessati, soprattutto a vendere il prodotto "giornale". Quindi non è un problema di editore puro o impuro - tra l'altro l'aggettivo "puro" introduce una connotazione di tipo etico -, ma il problema è se l'editore campa facendo l'editore oppure fa un'altra cosa: automobili, palazzi, chimica, ecc. Allora purtroppo nell'editoria italiana oggi, quasi tutti i giornali sono proprietà di editori che hanno un interesse principale, in altri campi. In questi casi è evidente che è molto difficile che su quei temi il giornale sia libero. L'autonomia del singolo giornalista è legata alla sua capacità di avere mercato. Un giornalista che ha mercato è più autonomo di un povero diavolo, che se perde quel posto non ne può trovare altri. Come sempre l'autonomia è la dignità delle persone”.

Dopo un breve periodo in cui è editorialista del Corriere della Sera, dal 1997 al 1999 diventa direttore responsabile dell'ANSA. È direttore del L'Espresso dal 1999 al 2002, in seguito rimane editorialista del quotidiano del Gruppo Editoriale L'Espresso, la Repubblica.

Ma per lui ci sarà anche una parentesi importante nella TV di Stato. È stato infatti consulente della trasmissione televisiva di Rai 3 Ballarò. Poi, dal 2005 al 2009 diventa direttore de La Stampa di Torino.

Una carriera da primo della classe in tutti i sensi, un curriculum come pochi e soprattutto una personalità di altissimo livello professionale oltre che morale. Anni fa raccontava in una intervista che è ancora in rete: “ Mi è capitato con frequenza di ricevere pressioni esterne, quando ero a Il Corriere della Sera, come reggente del giornale, all'inizio di Mani Pulite. Feci la scelta di appoggiare i giudici di Mani Pulite, e il mondo politico di allora, in particolare i Socialisti, in particolare Craxi, intervennero molto duramente contro il giornale, sul giornale e su di me. Poi ci sono tanti altri casi, ma sono casi spiccioli”.

Crediamo che La Fondazione Paolo Murialdi oggi non potesse scegliere di meglio, soprattutto in una fase della storia del giornalismo e del mondo della comunicazione italiana in cui più che mai servono certezze e punti di riferimento iconici come lui. Un maestro come pochi, Giulio Anselmi, e a differenza di tanti altri maestri del passato con una energia e una dose di modestia davvero proverbiali.

Il 22 aprile 2009 Giulio Anselmi lascia la direzione de La Stampa per assumere la presidenza dell'ANSA. È l’anno in cui gli viene conferito il prestigioso Premio Letterario Città di Palmi. Al suo posto, alla guida del quotidiano torinese, arriva Mario Calabresi. Nel 2012 viene confermato presidente dell'Ansa ed assume anche la presidenza della Fieg.

Dal 2010 al 2015 insegna anche Teoria e tecniche del giornalismo presso l'Università LUISS Guido Carli di Roma.

Ci piace ricordare anche che Giulio Anselmi ha diretto anche settimanali importanti come "Il Mondo" e "l’Espresso", è stato condirettore del Corriere della Sera e direttore de Il Messaggero. È stato presidente della Federazione Italiana Editori Giornali ed è attualmente presidente dell’Ansa, la maggiore agenzia giornalistica di stampa italiana.

 


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