Gaza, Netanyahu: "Hamas sta iniziando a cedere"

Quattordici gruppi palestinesi, inclusi Hamas e Fatah, hanno firmato un accordo in Cina per un governo di unità nazionale nella Striscia.

(Prima Pagina News)
Martedì 23 Luglio 2024
Roma - 23 lug 2024 (Prima Pagina News)

Quattordici gruppi palestinesi, inclusi Hamas e Fatah, hanno firmato un accordo in Cina per un governo di unità nazionale nella Striscia.

''Hamas sta iniziando a cedere'' e si ''raggiungerà un accordo'' utile al ''futuro dello Stato di Israele''. Così il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, precisando che vuole proseguire l'operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi.

"Sto facendo tutto ciò che è in mio potere per rispettare il necessario obiettivo umanitario e l'imperativo di restituire gli ostaggi e, allo stesso tempo, preservare l'esistenza dello Stato di Israele'', ha aggiunto, ripreso dal suo Ufficio, nel corso di un incontro con i familiari degli ostaggi negli Stati Uniti.

''Non sono disposto in alcun modo a cedere sulla vittoria su Hamas. Se rinunciamo a questo, saremo in pericolo di fronte all'intero asse del male dell'Iran. Le decisioni che prendiamo sono fondamentali per il futuro dello Stato di Israele. Per quanto riguarda l'accordo per liberare gli ostaggi, le condizioni stanno diventando mature, senza dubbio. Questo è un buon segno e lo spirito del nemico sta iniziando a cedere", ha dichiarato Netanyahu.

"Credo che se saremo risoluti in questo, potremo raggiungere un accordo. Dico in anticipo che questo è un processo. Sfortunatamente, non avverrà tutto in una volta, ma ci saranno delle fasi", ha evidenziato.

Nel frattempo, quattordici gruppi palestinesi, inclusi Hamas e il partito Fatah, hanno siglato in Cina un accordo per superare le divisioni. A dare l'annuncio è il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che definisce "storica" la 'Dichiarazione di Pechino' con cui le fazioni palestinesi hanno fatto il loro primo passo di ciò che dovrebbe essere un governo di unità nazionale nella Striscia.

Stando a quanto riferire la tv di Stato cinese Cctv, Hamas e Fatah hanno firmato l'accordo per "porre fine alla divisione e rafforzare l'unità palestinese". 

Le divisioni si erano fatte più profonde dopo che Hamas aveva vinto le Elezioni e preso il potere nella Striscia nel 2006, al termine di una guerra civile contro le forze palestinesi affiliate a Mahmoud Abbas, leader dell'Anp. I tentativi dei Paesi arabi, Egitto in testa, di mettere fine alle dispute tra Hamas e l'Anp per condividere il potere nella Striscia, dal 2007 a oggi, non avevano avuto alcun effetto.

Proprio per parlare della gestione della Striscia nel dopoguerra, Israele, Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti hanno avuto un incontro giovedì ad Abu Dhabi, svoltosi in gran segreto. E' quanto ha svelato il sito web Axios, che riporta due funzionari israeliani, rimasti anonimi. Le fonti spiegano che il colloquio è stato ospitato dal ministro degli Esteri degli Emirati Abdullah Bin Zayed e si è svolto alla presenza del ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer e dell'inviato del presidente americano Joe Biden per il Medioriente Brett McGurk.

All'incontro hanno partecipato anche due alti funzionari di Tel Aviv, coinvolti nell'elaborazione di piani relativi alla gestione dell'enclave, una volta terminato il conflitto contro Hamas.

Secondo quanto riporta il sito Axios, mercoledì scorso un alto funzionario degli Emirati Arabi Uniti aveva detto che Abu Dhabi è pronta a mandare suoi soldati, come membri di una forza di "peacekeeping" nella Striscia durante il dopoguerra. In un editoriale del Financial Times, l'inviata speciale di bin Zayed, Lana Nusseibeh, ha chiesto di istituire una "missione internazionale temporanea" a Gaza "che risponda alla crisi umanitaria, stabilisca legge e ordine, ponga le basi per la governance e apra la strada alla riunificazione di Gaza e della Cisgiordania occupata sotto un'unica e legittima Autorità Palestinese".

Washington ha avvertito più volte che il rifiuto di Tel Aviv di promuovere un piano per gestire Gaza nel dopoguerra non farà altro che portare ad un conflitto infinito.

"La situazione all’ospedale Nasser è catastrofica e l’afflusso di pazienti non si è fermato per tutto il giorno”: è la denuncia di Ahmad Abu Warda, responsabile delle attività mediche di Msf all’ospedale Nasser di Khan Younis, dove ieri, in seguito ai raid israeliani che hanno causato decine di vittime, sono stati ricoverati più di cento feriti. “Sono arrivate intere famiglie: morte o ferite. Abbiamo cercato di dare priorità a chi doveva andare in sala operatoria”, dichiara.

L'ospedale, adesso, è pieno, e molti pazienti sono costretti a condividere i letti. Le équipes di Msf hanno fatto sapere che l'Ospedale ha chiesto alle persone di donare sangue, perché le scorte a disposizione stanno per finire. “Arrivavano ambulanze ogni due minuti al pronto soccorso. Bambini, donne e molti anziani, e abbiamo visto almeno un paramedico tra i feriti”, dichiara la coordinatrice dell'emergenza di Msf a Gaza, Pascale Coissard.

"Il 16 luglio scorso la rete globale di laboratori per la polio ha notificato all'Organizzazione mondiale della sanità e al ministero della Salute dell'autorità palestinese il rilevamento di 6" campioni che sono risultati positivi al "poliovirus derivato da vaccino circolante di tipo 2". L'agente patogeno è stato isolato "in campioni ambientali" che sono stati prelevati a Deir al-Balah e in altre zone della Striscia di Gaza. "Riteniamo che vi sia un alto rischio di diffusione del poliovirus derivato da vaccino circolante di tipo 2 a Gaza. Questo non solo a causa del rilevamento" del virus, "ma a causa della situazione molto disastrosa dei servizi igienico-sanitari" e del "mancato funzionamento" di "servizi di assistenza sanitaria di base che forniscono vaccinazioni e altri servizi sanitari materno-infantili". Questo significa anche che il rischio di diffusione della malattia "in tutta la Striscia di Gaza, e anche altrove", fuori dall'area, "a livello internazionale, è molto elevato". Così Ayadil Saparbekov, responsabile dell'Oms per le emergenze nei territori palestinesi occupati, in videocollegamento con una conferenza stampa a Ginevra.

"C'è un sequenziamento genomico - spiega - effettuato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e i risultati che riceviamo da Atlanta suggeriscono un collegamento genetico molto stretto tra i virus isolati nei campioni ambientali in questione e il virus che ha circolato in Egitto nel 2023. L'Oms e i suoi partner dell'iniziativa dedicata alla polio stanno conducendo un'indagine epidemiologica e una valutazione del rischio per identificare la potenziale fonte di questa importazione del virus. E sulla base dei risultati della valutazione, si consolideranno una serie di raccomandazioni tra cui la necessità di una campagna di vaccinazione di massa, nonché il tipo di vaccino da utilizzare e il tipo di vaccino in base alla fascia di età del popolazione che avrà bisogno di essere vaccinata".

Gli esperti, conclude Saparbekov, continuano a lavorare per "garantire che l'indagine epidemiologica e la valutazione del rischio siano complete speriamo entro la fine di questa settimana in modo che entro domenica molto probabilmente avremo una raccomandazione congiunta su cosa fare".


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