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Lavrov: "E' inutile parlare di sicurezza senza di noi".
Lavrov: "E' inutile parlare di sicurezza senza di noi".
Mentre si sta tentando di arrivare quanto prima, entro 7-10 giorni, ad una prima bozza sulle garanzie di sicurezza da offrire a Kiev, i Capi di Stato Maggiore della Nato hanno svolto una riunione in videoconferenza per ascoltare un "aggiornamento" del nuovo Comandante Supremo in Europa, il generale Alexus Grynkewich, e "benedire" lo sforzo messo in atto dalla coalizione dei Volenterosi in favore dell'Ucraina.
A dirigere, infatti, ci sono Parigi e Londra, ora con l'assistenza di Washington, con la Nato che fa da raccordo, viste le implicazioni per la sicurezza dell'Europa.
Nel corso della riunione, descritta dal presidente del Comitato Militare Giuseppe Cavo Dragone come una discussione "ottima e franca", i capi militari alleati hanno espresso il loro "sostegno" ai Volenterosi e al processo di pace avviato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Un funzionario della Nato ha spiegato che l'Alleanza non è "direttamente coinvolta" nella preparazione dei piani militari (anche Trump vuole che sia separata il più possibile dalla questione ucraina), sottolineando, però, che la cooperazione deve essere "congenita".
Il motivo è semplice: quale che sia la decisione presa dalle capitali, bisogna fare in modo che le eventuali forze dislocate non indeboliscano l'efficacia dei piani difensivi alleati. Dunque, se qualcuno dovesse inviare uomini o mezzi a Kiev, dovrebbe spiegare al generale Grynkewich come intende 'tappare il buco'.
Questo fa capire che, in realtà, l'operazione è complessa, specie per i Paesi con eserciti già ai minimi termini.
Dall'altra parte, Mosca ha intuito il cambio di passo e attacca. "Non possiamo accettare - ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov - che ora si proponga di risolvere le questioni di sicurezza, di sicurezza collettiva, senza la Russia. Non funzionerà. E sono sicuro che in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti, comprendano perfettamente che sia un'utopia, una strada verso il nulla".
Il Ministro è ritornato sull'ipotesi del 2022, già naufragata con i negoziati russo-ucraini in Turchia, secondo cui a garantire la sicurezza di Kiev dovrebbero essere "i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", cioè Russia, Cina, Usa, Francia e Gran Bretagna, cosa che, secondo lui, la delegazione di Kiev aveva accettato. Poi, però, il Cremlino aveva preteso un diritto di veto su tutti gli interventi, annullando, di fatto, l'utilità del meccanismo.
Visto che non è chiaro come trattare Mosca - se avrà voce in capitolo sul tema della sicurezza o se le sarà imposto un piano già pronto - dall'Alleanza Atlantica lasciano intendere che gli scenari sul post tregua restano "aperti". Dal punto di vista militare, si tratta di una differenza abissale. A livello di istituzioni europee, invece, si evidenzia che sarà la Coalizione ad elaborare autonomamente lo schema delle garanzie, in parte per fare pressione su Vladimir Putin, affinché si convinca a mettere seriamente fine alla guerra. In questo senso, un primo passo è l'incontro bilaterale con Volodymyr Zelensky, che in seguito dovrebbe diventare un trilaterale con la partecipazione di Donald Trump.
Per Putin si tratta di un giro di boa difficile: se dovesse sottrarsi, gli europei farebbero pressione sul Presidente degli Stati Uniti, affermando che era stato soltanto un bluff. Questo, Lavrov, lo sa e cerca di preparare il terreno. "Finora - ha evidenziato Lavrov - abbiamo assistito a un'escalation piuttosto aggressiva da parte degli europei, a tentativi piuttosto goffi e in generale poco etici, di cambiare la posizione dell'amministrazione Trump e personalmente del presidente Usa, come abbiamo osservato durante la scorta europea a Zelensky a Washington". "In ogni caso - ha concluso il Ministro russo degli Esteri - siamo pronti per qualsiasi formato ma quando si tratta di un vertice è necessario prepararlo con la massima attenzione in tutte le fasi precedenti". In parole povere: per parlare di pace c'è bisogno di tempo.