Grandi Giornalisti Italiani. La città di Nardò celebra domani Mario Nanni.

Cronista d’aula e memoria della Repubblica, Mario Nanni ha trasformato ogni pagina in una sfida per la verità, restando sempre fedele ai valori dell’etica e della passione civile che hanno ispirato intere generazioni di giornalisti.

di Pino Nano
Domenica 24 Agosto 2025
Roma - 24 ago 2025 (Prima Pagina News)

Cronista d’aula e memoria della Repubblica, Mario Nanni ha trasformato ogni pagina in una sfida per la verità, restando sempre fedele ai valori dell’etica e della passione civile che hanno ispirato intere generazioni di giornalisti.

Aveva 79 anni Mario Nanni, e il cancro se lo è portato via prima di quanto lui stesso potesse immaginare. Trattava il cancro come se fosse un banalissimo incidente di percorso, non ne parlava mai, e quando lo costringevo a parlarne minimizzava ogni sintomo e ogni segnale di allarme.

Il 9 settembre prossimo avremmo festeggiato il suo ottantesimo compleanno. Bastava guardarlo -l’ultima sua apparizione pubblica tre mesi fa in Senato, alla presentazione del suo ultimo libro sul Caso Becciu– per capire che non avrebbe avuto il tempo di ritirare il Premio alla Carriera che la Giuria del Premio Mozia gli aveva assegnato per il 2025. Quel giorno in Senato, una sala gremitissima di amici e intellettuali di varia estrazione politica, gli avevamo consegnato il Premio alla Carriera di Giornalistitalia come riconoscimento del valore altissimo del suo linguaggio e del suo modo di fare giornalismo. Con lui se andava via per sempre un’icona del nostro mondo e un testimone attentissimo e severo della storia del Paese.

Domani sera questo straordinario giornalista parlamentare, fondatore e Consigliere Nazionale della FIGEC, sarà ricordato, e anche in maniera solenne, nel famoso Teatro Comunale di Nardò che lui tanto amava, dai suoi vecchi amici di un tempo che oggi vogliono organizzare un Premio Giornalistico Nazionale proprio in nome di Mario, “Premio Mario Nanni” per i migliori elaborati stampati nel corso dell’anno. Un’iniziativa molto bella nata presso la Biblioteca comunale «A. Vergari» per iniziativa di tre suoi amici in particolare, Enrico Carmine Ciarfera, Mario Mennonna e Mario Musca, e che in queste settimane di caldo torrido soprattutto per la Puglia hanno dato vita e corpo al Comitato «In ricordo di Mario Nanni» e di cui oggi fanno parte anche Gino Caputo, Patrizia Cesari, Carlo Longo, Luigi Nanni, Elio Quaranta, Angelo Tarantino e Mino Zacà.

Ad aprire la manifestazione in suo onore al Teatro Comunale sarà Giulia Puglia, Assessore alla cultura al comune di Nardò e che in più occasioni si era ritrovata in passato accanto a Mario Nanni in manifestazioni di alto respiro culturale in favore della città. E a tracciarne il profilo personale sarà uno dei suoi amici romani più cari, il Cardinale Fernando Filoni Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e che Mario chiamava ancora don Fernando per come lo aveva conosciuto da giovanissimo sacerdote a Nardò. In realtà nessuno meglio di “don Fernando” potrebbe raccontare la vita, la storia, i successi e le passioni sempre forti di Mario Nanni, che aveva fatto del giornalismo la sua missione di vita e che aveva scelto di stare sempre dalla parte dei più deboli pur lavorando lui nella più grande agenzia di stampa quotidiana come l’ANSA.

In vita, ricordo, Mario aveva un solo cruccio, quello di non aver dedicato forse il tempo giusto alla famiglia per via del suo lavoro all’ANSA che lo teneva impegnato anche dodici ore al giorno. Ma quella era la sua vita e credo sia morto felice di aver chiuso in bellezza il suo ultimo saggio sul processo Becciu, storia- diceva lui- di giustizia negata ad un cardinale di Santa Romana Chiesa. Ma lui era fatto così, rincorreva le cause perse, e se ci credeva diventavano le sue cause personali. Sulla giostra della memoria, uno dei libri che più amava e in cui praticamente raccontava sé stesso, è un viaggio nel tempo della sua vita, il tempo che è “volato via”, alla ricerca quasi affannosa di sensazioni lontane, di odori e di madeleines di proustiana memoria, in fondo tanta malinconia, per ritrovare poi storie, incontri, personaggi e momenti di cui si sono perse le tracce.

In questa sorta di romanzo autobiografico, Mario Nanni dava voce a tutti questi straordinari personaggi della giostra della sua vita, profumati e intrisi di cultura ‘’popolare’’, impastati di una tradizione sapienziale che ha anch’essa una sua identificazione e nobiltà essenziale rispetto alla cosiddetta ‘’cultura alta’’. Perché non riconoscerlo? L’uso frequente del dialetto, ovviamente con traduzione a fronte, dà nella citazione di proverbi, poesie tramandate lungo le generazioni, aneddoti, un colore e un sapore di altri tempi, un umus indimenticabile per chi come noi ha girato il mondo perdendo però alla fine il senso fisico delle proprie origini, una girandola di uomini e cose che pur vivendo “Sulla giostra della memoria” da almeno sei generazioni diverse, scuote profondamente le corde della nostalgia del “piccolo mondo antico” che sopravvive in ognuno di noi.

Il racconto delle prime esperienze scolastiche, dalle scuole elementari all’Università, “mai semplicemente autobiografico” – confessava Mario- dà lo spunto allo scrittore per parlare di “certi metodi educativi scolastici del passato, per esempio delle famose punizioni corporali”, ma questo gli serve per raccontare meglio figure e storie di Maestri che hanno lasciato traccia profonda nella sua vita in termini di “magistero morale”. Un modo per dire grazie al suo vecchio mondo, insomma, perché dietro il successo finale del grande giornalista parlamentare c’è tutta una storia passata di formazione e di crescita culturale fortemente radicata alla sua terra natale.

In questo libro viene fuori un Mario Nanni davvero inedito, scrittore e romanziere insieme avvincente e coinvolgente, che usa una scrittura leggibilissima, fresca, moderna, piena di humor e autoironia, e che Mario non risparmia neanche a sé stesso. E proprio per effetto della scrittura, in alcuni tratti del suo libro si respira un’atmosfera da romanzo, è il dipanarsi di una favola moderna, adatta e ideale anche per i lettori più giovani, perché in “Sulla giostra della memoria” vengono descritti in maniera dettagliatissima e quasi maniacale usi costumi e tradizioni di epoche ormai passate.

La chiave ideale per leggere questo libro è racchiusa già nel titolo: “Sulla giostra della memoria”. È sulla “sua giostra” che l’autore invita il lettore a salire, per fare alcuni giri insieme a lui, attraverso lo spazio e il tempo, nel variare dei luoghi e delle stagioni, una di quelle giostre da paese, piene di colori sgargianti, identiche a quella che oggi trovate ai piedi della chiesa di Saint Pierre de Montmartre a Parigi, icona storica ormai dell’eterna magia di uno dei quartieri più famosi di Francia, terra incontaminata di poeti e pittori di strada. Per assistere a scene e a episodi mai raccontati o confessati prima d’ora a nessuno prima d’ora, per ascoltare parole e racconti, per rituffarsi nel microcosmo della “masseria del Fiume”, con le immagini di vita quotidiana e i suoi mille personaggi del tempo. Poi lungo i vari anni della scuola, e quelli successivi, visti dall’alunno, dallo studente, dall’insegnante, dal giornalista, fino ai giorni nostri, al mondo della politica e del Parlamento. Accade insomma in questo libro quello che accade sul lettino dello psichiatra, a cui alla fine racconti non solo la tua vita reale, ma anche i tuoi sogni e le tue visioni, perché alla fine ognuno di noi si porta dentro il Dna del visionario e dell’illusionista.

Ma che sarebbe la vita senza questo pizzico di geniale follia?

Al Teatro Comunale di Nardò, accanto al Cardinale Fernando Filoni domani sera ci saranno a parlare di lui anche la Senatrice Maria Rosaria Manieri, Presidente del Lions Club Salento Zero Barriere, Michele Marino, Presidente del Consorzio Pro-Ofanto, Patrizia Cesari Coordinatrice Salotto di Sant’Agata e Presidente della Consulta della Cultura del Comune di Nardò, il tutto sotto la guida attenta del prof. Mario Mennonna. E dulcis in fundo, non mancherà la musica che era stata in realtà la colonna sonora della vita personale e professionale di Mario, grande filosofo, grandissimo appassionato di cinema, poeta sofisticato, e soprattutto cerimoniere e relatore di grandissimo fascino. Insomma, non solo un grande giornalista. A chiudere questa serata così bella e così solenne in suo onore sarà appunto un violino, quello del grande Maestro Stefano Mhanna che suonerà per lui alcune delle canzoni che Mario amava di più. Così va la vita.

 

 


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