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Ieri sera a Roma, Libreria Mondadori di Via del Corso, tutto pieno per il lancio nazionale dell’ultimo libro del giornalista parlamentare Mario Nanni “Il Caso Becciu (In)Giustizia Vaticana” (Media&Books).La manifestazione si è aperta con un saluto e un applauso dedicato al Papa Francesco e alla sue precarie condizioni di salute.
Ieri sera a Roma, Libreria Mondadori di Via del Corso, tutto pieno per il lancio nazionale dell’ultimo libro del giornalista parlamentare Mario Nanni “Il Caso Becciu (In)Giustizia Vaticana” (Media&Books).La manifestazione si è aperta con un saluto e un applauso dedicato al Papa Francesco e alla sue precarie condizioni di salute.
Folla delle grandi occasioni ieri sera a Roma per la presentazione del nuovo saggio del giornalista parlamentare Mario Nanni, Direttore di “Bee Magazine” e un passato come Caporedattore Centrale della pagina politica all’ANSA.
Una serata in cui Mario Nanni di fatto ha raccontato sé stesso e la sua vita spiegando che su questo libro, interamente dedicato al Processo svoltosi in Vaticano contro il cardinale Angelo Maria Becciu, ha dedicato due anni pieni di lavoro e di ricerche, ma soprattutto di lettura e di analisi degli atti giudiziari del procedimento penale a carico del cardinale. Seguitissimo l’intervento centrale di Pino Pisicchio -giornalista di vaglio anche lui, ma con un passato da parlamentare, sottosegretario, presidente di Commissione, e professore di diritto pubblico comparato- che ha esaltato il rigore scientifico del linguaggio giornalistico usato da Mario Nanni nel raccontare una delle pagine forse più amare della storia della Chiesa Moderna.
Alla domanda “Ma perché un vecchio notista politico come te una mattina si sveglia e decide di darsi anima e corpo a racconto di un processo giudiziario tra i più controversi della storia vaticana? Mario Nanni risponde: “Per dare ancora una volta un senso alla mia vita e per chiudere la mia esperienza professionale all’insegna della coerenza. Questo del cardinale Becciu secondo me è un caso di grande ingiustizia e io ho allora deciso di raccontare quello che la stragrande maggioranza dei giornali italiani non ha fatto”.
Il Processo Becciù- spiega l’autore un processo-record: “E la prima volta nella storia della chiesa che un cardinale viene processato e giudicato da laici. Nella storia bimillenaria della chiesa un solo altro porporato prima di lui, 5 secoli fa è stato sottoposto ad un processo, Giovanni Gerolamo Morrone, ma fu giudicato da suoi pari”.
I numeri del processo sono a dir poco impressionanti, ma danno perfettamente bene l’idea del lavoro immane fatto da Mario Nanni nel dare di tutto questo la sintesi migliore e più efficace.
Mario Nanni va a braccio: “27 luglio 2021 è la data di inizio del processo,-86 le udienze tenute,-37 capi di imputazione all’inizio che alla fine diventano 49, -11.350 pagine di trascrizione delle udienze,-124.563 pagine cartacee,-2 milioni e mezzo di files analizzati dall’accusa,-20.150 pagine comprensive di allegati presentati dall’accusa, -4 mila732 presentati dalla difesa,-73 anni di condanne richieste,-10 persone imputate e 4 società,-50 mila articoli di stampa in 130 paesi nel mondo;-2 milioni di engagement, di lyke, di commenti, di condivisioni sui social,-Un danno di immagine, hanno riferito i legali della segreteria di Stato, tra i 97 milioni e i 178 milioni di euro”.
Ma questo è anche, e forse soprattutto, il “Processo dei Whats App”.
“Il promotore di giustizia che in Vaticano è l’equivalente del nostro Pubblico Ministero-sottolinea Mario Nanni- ha potuto costruire le accuse sulla base dell’uso invasivo e pervasivo di questo strumento di messagistica. I personaggi sfilati in udienza comunicando non via mail, ma soprattutto wazzappando di giorno e di notte. I questa alluvione messagistica, quasi una foresta intricata dove è stato complicato orientarsi sono state orchestrate le trame, soffiati spifferi, sibilate accuse, riportate maldicenze, riferite manovre”.
Mario Nanni sembra un treno in corsa: "Il cardinale Becciu- ripete- non ha messo in tasca un centesimo, tantomeno si è arricchito, e alla fine la stessa accusa ha dovuto ammetterlo, non contestando alcunché sul punto al Cardinale Altro che “processo del secolo”. Questo, più concretamente e visibilmente, è il processo basato sull’inchiesta anomala delle prime volte. Nella loro arringa gli avvocati del Cardinale, Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione dimostrano che è la prima volta che il teorema accusatorio viene costruito sulla base di manovre orchestrate da personaggi estranei al processo stesso ma che hanno lavorato in concorso tra di loro per montare accuse infamanti quanto inverosimili".
Ma come fa ad essere così sicurò delle sue asserzioni?
“Le accuse a Becciu – peculato, distrazione di fondi – risponde Nanni-sono cadute a una a una durante il dibattimento e tuttavia l’accusa non le ha tenute in considerazione, perché non collimavano con il suo impianto accusatorio costruito su teoremi e petizioni di principio. E tutti sappiamo dai nostri studi scolastici di logica che le petizioni di principio partono da un assunto: affermano per vere cose che invece debbono essere dimostrate. Se Fogazzaro avesse potuto, grazie alla macchina del tempo, assistere a questo processo avrebbe parlato di “arte insolente della sordità”. Della sordità, si capisce, rispetto alle lampanti dimostrazioni che Becciu non è il personaggio che si è tentato di dipingere, con accenti e lessico, spesso oltre i limiti posti dalla civiltà giuridica e dal rispetto dall’imputato.
Ma è vero che questo è anche un processo pieno di anomalie?
“In quale Stato del mondo si cambiano le regole di un processo mentre è in corso? In Vaticano è successo- ripete Nanni-, le ha cambiate non una ma quattro volte, emanando ben quattro rescritti. E lo ha fatto ogniqualvolta le accuse e le indagini sembravano perdere forze e quota. L’altra anomalia è stata il ruolo della stampa, piuttosto schiacciata a m io giudizio sulle tesi vaticane dell’accusa. Invece di andare a scavare, andare in fondo alle cose e farsi la domanda delle domande, andando oltre le apparenze: ma qual è la vera ragione di questo processo?”.
Ma forse ha ragione proprio il prof. Pino Pisicchio che nella prima recensione dedicata al libro di Mario Nanni scriveva queste cose: “In Europa sopravvivono 12 monarchie. Una sola tra queste assume la forma della monarchia assoluta, con un capo dello Stato che raggiunge il vertice supremo non per ius sanguinis, ma per elezione democratica, ispirata, però, dallo spirito divino. Questo Stato è il Vaticano. Come tutti gli Stati sovrani, anche il Vaticano è dotato di un proprio ordinamento giudiziario, con tribunali e propri procedimenti che, pur rispecchiando l’impalcatura del diritto laico, non riescono a sottrarsi totalmente dal contesto religioso e dall’esigenza di trasmutare la sentenza in un ammaestramento per i fedeli. Beninteso: anche in ambito laico la sanzione comminata al reo svolge una funzione monitoria verso la comunità oltre che punitiva nei confronti del colpevole. Ma nell’ecclesia, usa a comunicare attraverso parabole e testimonianze di Santi, se si può dire, quella funzione vale ancora di più”.
Più chiari di così si muore. Il dibattito comunque è aperto, e si trasferire questa volta a palazzo Giustiniani, Palazzo Madama, Sala Zuccari dove il prossimo 21 marzo il libro di Mario Nanni sarà presentato al mondo della politica italiana.