Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
“Sarà un grande incoraggiamento e rafforzamento spirituale”, dicono i vescovi ungheresi. Ma, a quanto pare, sarà visita lampo e i cittadini ungheresi - eredi di Re Stefano, eletto all'onore degli altari per aver diffuso il cattolicesimo in tutto Paese - non gradiscono. Dal programma stilato appare che Papa Francesco avrebbe preso una decisione considerata “alquanto oltraggiosa”, se non addirittura “satanica, estremamente lesiva degli interessi della chiesa e del cristianesimo”.
A causa dei suoi pregiudizi politici, Papa Francesco sarebbe disposto a trascorrere solo tre ore a Budapest - unicamente per celebrare messa di chiusura al Congresso Eucaristico - allo scopo di evitare l'incontro con i leader politici ungheresi.
Con una determinazione considerata “davvero” provocatoria, diabolica, divisiva, incoerente e “saltellante” (espressione che serve a indicare opportunismo, interesse e logica fra due “pesi e due misure”) Papa Francesco proseguirà direttamente a Bratislava per una visita di tre giorni (!) in Slovacchia. Dal momento che il Congresso Eucaristico sia a Budapest, sarebbe contraddittorio e illogico interpretare la causa di questa scelta di programma relativo al suo viaggio nel medio est europeo, ma qui in Ungheria spiegano che in Slovacchia siano i migliori amici e amiche di Papa Bergoglio nel più elevato entourage politico locale. Perché non accontentarli? Qualsiasi altra pratica in Slovacchia da svolgere in tre giorni servirebbe al tentativo di dare scacco all’Ungheria in cui si svolgerà il Congresso Eucaristico Internazionale.
Gli intellettuali ungheresi condannano “questa scandalosa intenzione papale” e non trovano difficoltà a sottolineare che la scelta di fermarsi per tre ore a Budapest sia da attribuire alle divergenze di opinioni sulla migrazione e alla “saltellante” pratica del Papa nei confronti della classe politica mondiale. L’universo ungherese condivide: “Francesco non fu così delicato quando non prese alcuna distanza dalla sanguinosa giunta argentina negli anni '70, neppure quando a Cuba abbracciò Fidel o Raoul Castro”. "Non è un problema - aggiungono - l'Ungheria ha mecenati più potenti di Bergoglio che ci aiuteranno, se lo chiederemo, a uscire da questo periodo difficile e a mantenerci anche senza conferma papale."
Ciò che Papa Francesco non sa è che esiste una grande sintonia fra classe politica e popolo cristiano, mai cessata dai tempi di Re Mattia Corvino - parliamo di oltre sei secoli fa - quando il sovrano aveva l'abitudine di travestirsi e viaggiare in incognito nel Paese per parlare con la gente, conoscere necessità e devianze, allo scopo di assecondare i desideri e ristabilire l’ordine.
Nonostante il loro fervente cattolicesimo e amore verso il prossimo, i cittadini ungheresi sono profondamente convinti che per entrare in un Paese straniero sia necessario seguire prassi legale ed esibire documenti. Questa è la semplice verità alla quale anche Papa Francesco dovrebbe attenersi. Papa Francesco non sa come l’Ungheria sia meta di studenti africani in regola e bene accolti a frequentare soprattutto facoltà mediche e non conosce il Paese, oltre le fake news della stampa italiana; soprattutto non conosce l'indole dei cattolici ungheresi, i quali si sentono ampiamente rappresentati dalla classe politica e Viktor Orbán è degno portavoce.
Ciò che il Papa non sa è che l’Ungheria sia disseminata di migliaia di antiche chiese in villaggi sperduti che in Italia nessuno potrebbe immaginare. Visitare la cristianità ungherese e immergersi nella religiosità popolare che ogni giorno si trasforma in partecipazione e comportamenti quotidiani consoni alla vita della chiesa cattolica, per Papa Francesco sarebbe esperienza unica. Recarsi in Ungheria per tre ore appare un'offesa ai cittadini e alla chiesa ungherese i cui vescovi accettano ma, a quanto pare, non condividono. Sarà altresì occasione di rievocare la visita, ancora nella mente di tutti, che Papa Giovanni Paolo II fece in Ungheria dal 16 al 20 agosto 1991 quando, oltre a chiudere la Conferenza Episcopale Ungherese visitò anziani, ammalati, seminaristi, giovani, comunità ebraica, intellettuali e scienziati, corpo diplomatico, città come Esztergom per visitare la più grande (appena restaurata nel 2019) cattedrale al mondo dopo San Pietro, Pécs, Maria Pocs, per recitare l’Angelus dal più importante santuario mariano dei fedeli di rito bizantino, Debrecen per una celebrazione ecumenica di preghiera con i rappresentanti delle comunità protestanti e ortodosse ungheresi, Szombathely, Budapest per celebrare messa nel giorno di Santo Stefano patrono d’Ungheria.
Pazienza, gli ungheresi se ne faranno ragione, osserveranno il viaggio di Papa Francesco e dimenticheranno.