Lecce: finge di essersi pentito per cercare di uccidere pm
A ideare il piano sarebbe stato un 42enne, coinvolto nell'operazione "The Wolf".
(Prima Pagina News)
Giovedì 15 Febbraio 2024
Lecce - 15 feb 2024 (Prima Pagina News)
A ideare il piano sarebbe stato un 42enne, coinvolto nell'operazione "The Wolf".
Un detenuto si è finto pentito con l'obiettivo di essere interrogato dalla pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce Carmen Ruggiero e ucciderla tagliandole la gola durante l'interrogatorio.

Ad architettare il piano, che è fallito, sarebbe stato un 42enne, Pancrazio Carrino, tra gli indagati dell'operazione "The Wolf" del luglio 2023, con cui la magistratura smantellò il clan Lamendola-Cantanna. L'obiettivo principale era proprio la Ruggiero, che ebbe dal gip Francesca Mariano un'ordinanza di arresto per 22 persone.

Ruggiero e Marino sono finite entrambe sotto scorta. La pm ha avuto una scorta con auto blindata dopo che sotto casa sua è stata trovata la testa di un capretto e un coltello conficcato.

Secondo quanto emerso dal verbale di interrogatorio del 23 ottobre, il 31 luglio, due settimane dopo il suo arresto, Carrino ebbe un primo incontro con gli inquirenti salentini, a cui prese parte anche la Ruggiero.

Proprio durante quell'interrogatorio, il 42enne avrebbe dovuto sgozzare la pm, ma il piano fallì.

Fu proprio Carrino, durante il secondo interrogatorio, avvenuto il 23 ottobre, a confessare il tentativo di uccidere la pm. L'interrogatorio, però, non si tenne a Lecce, ma a Terni, dove intanto l'uomo era stato trasferito, e non davanti alla pm Ruggiero, ma al pm umbro Raffaele Pesiri, che aveva ottenuto la delega dalla collega salentina.

Carrino rivelò che, al primo interrogatorio, si era presentato con un pezzo di ceramica, preso dal bordo interno del water della cella di isolamento dove si trovava e avvolto in un sacchetto per l'immondizia.

Carrino infilò il pezzo nel retto e, quindi, chiese di poter andare in bagno, per estrarlo e infilarlo nello slip, così da essere usato per l'omicidio. Uscendo dal bagno, venne perquisito dal tenente dell'Arma dei Carabinieri Alberto Bruno, all'epoca in servizio a San Vito dei Normanni, che trovò il pezzo. Quindi, apparve davanti agli inquirenti e alla pm Ruggiero, a cui disse di voler collaborare con la giustizia, e per sembrare convincente fece alcune rivelazioni, poi ritrattate.

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