Libri: fuori "Figli di Nessuno", di Pasquale Guadagno e Francesca Barra

Il libro, che racconta la storia di Guadagno, è disponibile da oggi in tutte le librerie.

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Martedì 04 Febbraio 2025
Roma - 04 feb 2025 (Prima Pagina News)

Il libro, che racconta la storia di Guadagno, è disponibile da oggi in tutte le librerie.

Da oggi, martedì 4 febbraio, sarà disponibile in tutte le librerie Figli di Nessuno, il libro sulla storia di Pasquale Guadagno scritto insieme alla giornalista Francesca Barra, pubblicato da Rizzoli

 

Un memoir schietto e potente, narrato attraverso gli occhi di chi ha perso tutto, che non vuole essere solo una testimonianza personale, ma un grido di denuncia contro il silenzio che circonda la violenza di genere. 

 

“Sono figlio di nessuno, orfano di femminicidio. Ripudiato dal padre, che uscito di prigione mai è venuto a cercarmi, benché avrei dovuto essere io a odiarlo. Ancora oggi non ho risposte per spiegare ciò che è accaduto. Mi resta una certezza: non voglio avere lottato una vita intera e morire per niente”.

 

Il 25 aprile 2010, Salvatore Guadagno ha ucciso sua moglie, Carmela Cerillo, la madre dei suoi due figli. L’ha strangolata per gelosia, considerandola "cosa propria". Pasquale, all’epoca quattordicenne, si è trovato a portare un doppio fardello: quello di figlio della vittima e del carnefice. Ora, con la forza di chi ha attraversato il dolore e la resilienza, racconta la sua storia.

 

Grazie al sostegno della sorella maggiore Annamaria, Pasquale ha trovato la forza di trasformare il suo dolore in una denuncia, affinché nessuno debba più sentirsi solo davanti all’orrore della violenza di genere. Perché queste tragedie non sono mai solo individuali, ma il riflesso di un problema culturale che riguarda tutti.

 

La giornalista e scrittrice Francesca Barra, da sempre impegnata a dar voce a storie di ingiustizia e diritti civili, ha raccolto la testimonianza di Pasquale in Figli di Nessuno per aprire un dialogo su cosa significhi crescere nell’ombra della violenza e invitare a una riflessione collettiva sulla responsabilità sociale, sull’omertà che spesso circonda la violenza domestica e sulla necessità di un’educazione sentimentale più consapevole e rispettosa.

 

“Nella mia introduzione racconto quanto sia difficile narrare le storie degli altri in un momento in cui tutti esprimiamo opinioni e giudizi, mentre invece dovremmo imparare a restare in silenzio, ascoltando. Solo così possiamo capire davvero cosa significhi essere vittime, cosa comporta il dolore e cosa vuol dire soffrire. Troppo spesso, esprimendo opinioni, giudicando e puntando il dito, alimentiamo la superficialità dei commenti, frettolosi e sommari. Nello scrivere questo libro, come in tutte le storie che ho raccontato nella mia vita, non lascio spazio all’interpretazione ma ai fatti, così come accade in teatro e nelle cronache. Parto sempre da un assunto: nessuno di noi, nel raccontare, può davvero capire fino in fondo. Questa è la base dell’empatia: mettersi davanti all’altro e lasciarlo parlare”.


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