Magistratura & Carriere, “Meglio Separate” il libro di Gaetano Bono sbarca al Senato
L’appuntamento è per il 25 gennaio, ore 17 in Sala Nassiryia, al Senato della Repubblica, dove il giudice Gaetano Bono, Sostituto Procuratore Generale presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta, spiegherà le ragioni che lo hanno spinto a scrivere questo saggio sulla separazione delle carriere.
di Pino Nano
Giovedì 18 Gennaio 2024
Roma - 18 gen 2024 (Prima Pagina News)
L’appuntamento è per il 25 gennaio, ore 17 in Sala Nassiryia, al Senato della Repubblica, dove il giudice Gaetano Bono, Sostituto Procuratore Generale presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta, spiegherà le ragioni che lo hanno spinto a scrivere questo saggio sulla separazione delle carriere.

Il programma dell’evento è assai ghiotto. Dopo i saluti istituzionali del Sen. Marco Silvestroni, Segretario di Presidenza del Senato, discutono con l’autore il Prof. Felice Giuffrè, Componente CSM e Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, l’Avv. Rinaldo Romanelli, Segretario dell’Unione delle Camere Penali Italiane, il Prof. Roberto Romboli, Componente CSM e Professore Emerito di Diritto Costituzionale, e dulcis in fundo il Dott. Giuseppe Santalucia, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Parterre di altissimo profilo istituzionale.

Veniamo al libro. “Meglio separate – Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura”, si è rivelato un vero proprio successo letterario, al centro per giunta di un dibattito nazionale che non ha mancato di riservare sorprese e colpi di scena. In realtà questo è un libro scritto da Gaetano Bono – Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Caltanissetta – pubblicato alla fine di ottobre 2023, “che affronta senza pregiudizi la questione, mostrando i punti di forza e le criticità delle contrapposte tesi che, da almeno trent’anni, si fronteggiano, e che pongono la magistratura da sempre in posizione di unanime contrasto, quantomeno nel pubblico dibattito”.

 

Eppure, l’autore, da magistrato di grande tradizione e di grande apertura intellettuale, dimostra che “è possibile realizzare una separazione delle carriere non solo tale da fugare i pericoli prospettati dalla magistratura, ma anche da apportare notevoli miglioramenti all’efficienza degli uffici giudiziari”.

 

Ma il saggio del Consigliere Bono non si limita solo a parlare della separazione delle carriere, “anzi essa funge da spunto per offrire uno spaccato sulla situazione della giustizia italiana, sulle ragioni della sua crisi e sulle possibili soluzioni (non solo nel settore penale)”.

 

Il pregio di questo saggio è il linguaggio usato per spiegare le ragioni del magistrato, un linguaggio moderno, veloce, avvolgente che ne rende la lettura scorrevole, e consente a chiunque un approccio di facile comprensione, anche a coloro che non hanno dimestichezza con il mondo giudiziario. In un certo modo, anzi, l’autore sembra aver voluto rivolgersi al cittadino medio che, preso dalla miriade di faccende quotidiane, potrebbe essere indotto a considerare la questione della separazione come un qualcosa che riguarda solo tribunali e avvocati. Mentre invece è in gioco, in ultima analisi, la libertà dei cittadini, che verrebbe meno se non venisse loro assicurata una effettiva tutela giurisdizionale”. E se la riforma della Giustizia fosse realizzata male – avverte Gaetano Bono nel suo libro – “a farne le spese sarebbero soprattutto i cittadini, che perderebbero la possibilità di contare su una magistratura autonoma e indipendente, sia che fossero coinvolti in una vicenda giudiziaria come autori del reato, sia come persone offese”.

 

L’autore – in coerenza con il metodo che dichiara di adottare, ossia quello di rifiutare qualsivoglia imposizione dogmatica e di svolgere un’analisi scevra da pregiudizi – cerca di mettere il lettore nelle condizioni di farsi una propria idea in maniera consapevole, poiché gli spiega, passo dopo passo, il fondamento delle sue tesi e – forte della sua esperienza professionale di pubblico ministero – si spinge a disvelare i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari, specialmente degli uffici di procura e dei rapporti tra PM e polizia giudiziaria.

 

Dunque, parlare di separazione delle carriere dei magistrati, nonostante a prima vista possa sembrare un argomento settoriale, significa trattare di un tema centrale per la nostra democrazia e per la vita quotidiana dei cittadini.

 

Acquisire consapevolezza dei pericoli di una separazione fatta male e, nel contempo, dei vantaggi di una riforma ben realizzata, diviene dunque essenziale per potere valutare le proposte di legge che, di volta in volta, vengono presentate in Parlamento.

 

Il libro – riconosce l’autore- “è stato scritto guardando ai valori e ai principi costituzionali, senza cristallizzarsi su uno specifico testo di legge e ciò lo rende unico nel panorama editoriale, poiché gli altri testi similari partono tutti da specifici riferimenti ed esauriscono la loro proiezione nell’analisi degli stessi; mentre, invece, “Meglio separate” può essere utilizzato sia oggi, sia nel futuro, come uno strumento per valutare se una certa ipotesi di separazione metta a rischio la democrazia, potendo portare alla sottomissione del pubblico ministero al potere politico e mettendo a repentaglio il delicato equilibrio nella distribuzione dei poteri dello Stato”.

 

Ciò, però, non vuol dire che si tratti di un testo astratto. Anzi, l’autore analizza con grande competenza e precisione l’attuale riforma in discussione in Parlamento.

In definitiva, perché dovremmo leggere “Meglio separate”?

 

Gaetano Bono non ha nessun dubbio, e lo dirà a gran voce anche a Palazzo Madama il giorno del lancio del suo saggio: “Per acquisire maggiore consapevolezza sulle implicazioni della riforma e sulle priorità per migliorare realmente il sistema giustizia, in quanto la separazione può rappresentare un’opportunità di miglioramento solo se la si accompagnasse a una maggiore specializzazione dei magistrati, alla riduzione del numero di procedimenti civili e penali, all’accorpamento delle procure piccole in uffici più grandi ed efficienti, all’informatizzazione, alla digitalizzazione, alla diminuzione dei tempi dei processi, e se si rispettassero le condizioni poste nel testo”.

Se son fiori, fioriranno.


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