Monocameralismo a rotazione: la liturgia del voto sulla Finanziaria

Luigi Tivelli, politologo costituzionalista e Presidente dell'Academy Giovanni Spadolini, riflette sull'evoluzione dei processi parlamentari e le dinamiche che caratterizzano l'approvazione della legge di bilancio, in un editoriale pubblicato dal quotidiano "Il Tempo" diretto da Tommaso Cerno.

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Domenica 29 Dicembre 2024
Roma - 29 dic 2024 (Prima Pagina News)

Luigi Tivelli, politologo costituzionalista e Presidente dell'Academy Giovanni Spadolini, riflette sull'evoluzione dei processi parlamentari e le dinamiche che caratterizzano l'approvazione della legge di bilancio, in un editoriale pubblicato dal quotidiano "Il Tempo" diretto da Tommaso Cerno.

Con il rapido passaggio al Senato della legge di bilancio, consumatosi in meno di due giornate e nonostante le dimissioni simboliche del relatore, si può affermare che siamo di fronte a una consolidata "liturgia".

Da anni, infatti, l'esame della manovra finanziaria si configura come un esercizio monocamerale, in un sistema di fatto basato su un "monocameralismo a rotazione" tra le due Camere.

Questa dinamica, come sottolinea Luigi Tivelli nel suo editoriale, sembra far leva sull'assenza di memoria storica tanto nel mondo politico quanto nella parte meno rigorosa del panorama giornalistico, dove domina l’"oggicrazia".

La recente indignazione sollevata da alcune forze di opposizione, come quella di Riccardo Magi di Più Europa, che definisce l'iter "un ennesimo chiodo sulla bara della democrazia parlamentare", appare quindi carica di una certa retorica.

 Del resto, scenari simili si sono verificati anche durante il governo Draghi, quando nel dicembre 2021 il secondo ramo del Parlamento ratificò in corsa il lavoro svolto dall'altro. Il nostro ordinamento, almeno sulla carta, prevede un bicameralismo paritario e perfetto.

Tuttavia, la realtà racconta spesso un'altra storia, soprattutto nei casi di decreti legge, dove il tempo stringente costringe una delle due Camere a mettere un timbro formale su quanto già approvato dall'altra, spesso con voto di fiducia.

Una situazione che evidenzia una sorta di "Costituzione materiale" non scritta, che regola l'esame della manovra finanziaria con un approccio pragmatico, alternando il ruolo predominante tra Camera e Senato.

Tivelli osserva come la legge di bilancio diventi frequentemente un “treno merci” su cui vengono caricati emendamenti vari e provvedimenti specifici che strizzano l’occhio a lobby e categorie elettorali, tanto da assumere in alcuni casi le sembianze di una “finanziaria-sgabuzzino”. 

Questo accadeva già ai tempi in cui figure come Nino Andreatta e Paolo Cirino Pomicino, rappresentanti di due visioni economiche diverse ma unite dalla necessità di compromesso, si trovavano a dover gestire le richieste aggiuntive caricate sull'iter della manovra.

Le proteste dell’opposizione, con i loro 800 emendamenti presentati al Senato, fanno parte di questa “liturgia” consolidata. Come nella liturgia cristiana, anche in quella parlamentare i "lamenti" e le dichiarazioni, amplificate dai media, trovano spazio più per esigenze di visibilità che per reali prospettive di cambiamento.

Il risultato è una sorta di teatro rituale che si ripete anno dopo anno, lasciando l’impressione di un “molto rumore per nulla”. Il monocameralismo a rotazione, come lo definisce Tivelli, non è altro che l’adattamento a una realtà complessa, dove le esigenze della politica e quelle dell’economia si incontrano – e talvolta si scontrano – nel breve spazio di poche giornate.

 Una prassi consolidata che, sebbene non priva di criticità, rappresenta ormai una costante nel panorama istituzionale italiano.


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