Natale in arte a Punta del lago, Lago di Vico: “Un albero per tornare a guardare le stelle”
Dall'incontro di dieci artisti è nata in clima prenatalizio la CommunityArt de/siderare. Atto di nascita vero e proprio, il 18 dicembre a Punta del Lago l’installazione "De/siderare" ideata dall'artista Solveig Cogliani insieme a Stefano Cianti ed in collaborazione con la libreria Aura di Ronciglione.
(Prima Pagina News)
Martedì 22 Dicembre 2020
Viterbo - 22 dic 2020 (Prima Pagina News)
Dall'incontro di dieci artisti è nata in clima prenatalizio la CommunityArt de/siderare. Atto di nascita vero e proprio, il 18 dicembre a Punta del Lago l’installazione "De/siderare" ideata dall'artista Solveig Cogliani insieme a Stefano Cianti ed in collaborazione con la libreria Aura di Ronciglione.
L’albero individuato è un bellissimo gelso, sorretto poeticamente da un altro tronco. Simbolicamente a Natale e a conclusione di questo anno, è la prima installazione che il gruppo di artisti vuole donare a Punta del lago come augurio.

L'opera della Solveig, magistrato artista, ruota attorno al concetto di chiavi: il tema del ‘cancello’ appartiene alla poetica di Solveig Cogliani da molti anni. Per la pittrice il cancello è quel confine che, tuttavia, permette all’occhio di guardare e alla mente di vagare e non una barriera insormontabile, non un portone chiuso, ma una ‘trasparenza’. La sua percezione dei cancelli e’ positivamente collegata ad un senso di apertura verso l’oltre.

Per ‘de/siderare’ Solveig ha scelto le chiavi, simbolo connesso a quello della porta, perché portatrici del senso della transizione, del mistero da svelare, dell’enigma da risolvere, dell’azione difficile da intraprendere, dell’illuminazione.

"Le chiavi - spiega l'artista - aprono le porte dei nostri sogni e dei desideri che vengono affidati all’albero di gelso, alla natura e all’universo in un rito di luce. Qui ‘desiderare’ è composto da 9 chiavi, come il numero di lettere che crea la parola ‘abbraccio’, come un abbraccio ‘universale’ costituiscono le opere di tutti i partecipanti: Daniela Avaltroni, Monica Buccilli, Concetta Cappelletti, Rosanna Chiani, Luana Cianti Stefano Cianti, Anna, Maria De Luca, Mauro Magni, Paola Sanna. Attendere le stelle è come un rito di buon auspicio e di ritorno alla luce ... l’arte si fa ‘fuori’".

"Voci delle stelle" si chiama invece l'opera di Stefano Cianti: legno, pigmento terra d'ombra, campanelli dorati. Spiega l'artista: "Ho cercato con questo lavoro installato nel gelso, di accostare la fragilità dell'umanità a cui sto lavorando da molto tempo con svariati materiali (in bambù " siamo oro" e " richiami"). Questo lavoro vuol relazionarsi con il gelso tramite il suono (la voce delle stelle) scaturito dal movimento del vento su i rami. La figura si compone e riscompone nei listelli in movimento in un canto perpetuo. Ascoltiamo le voci delle stelle, che sono nel nostro intimo universo collettivo...che siamo noi".

A proposito di suoni, emozionante è l'installazione dell'artista Mauro Magni che si è ispirato al Gayatri Mantra, antico e potentissimo mantra in lingua sanscrita da sempre recitato regolarmente, fin dalla nascita delle civiltà. "Il Gayatri - spiega Magni - è una preghiera gioiosa e beneaugurante, un inno rivolto all'intelligenza universale allo scopo di attivare nella propria vita il potere del discernimento e della lungimiranza. Recitato alle prime ore del giorno è un'invocazione al Sole, alla luce della saggezza affinché entrando in noi possa disperdere le tenebre dell'ignoranza ed il buio che ci circonda. Tracciato su strisce di lino antico tessuto al telaio, il mantra si presenta scritto a mano per una lunghezza di dieci metri: dieci come i mesi ormai trascorsi nel "buio" della pandemia mondiale che ha sconvolto questo indimenticabile 2020". Ad intervallare le quartine del mantra, troviamo le bruciature tipiche dei lavori di Magni che parlano di “conflitto umano”: iconicamente ci ricordano l'azione del fuoco che tutto brucia e trasforma creando le condizioni per la conclusione delle cose ma anche per nuovi inizi.

Si rifà alla favola natalizia l'opera di Anna Maria De Luca: le sfere dei desideri. "Ho pensato di riverire questo antico gelso che ospita le nostre opere non invasive realizzando due sfere trasparenti con dentro oggetti simbolici come augurio per il nuovo anno: sabbia azzurra simbolo di cieli e mari infiniti, cuori bianchi come augurio di sentimenti candidi, attrezzi in miniatura come augurio di lavoro, una piuma come augurio di crescita spirituale, un peperoncino rosso portafortuna, ovviamente neve bianca e tante stelle argentate perché desiderare, secondo il significato etimologico individuato dall’Accademia della Crusca, su proposta del filosofo Galimberti, è ‘stare sotto le stelle ed attendere’. Conclude la Cogliani: "Affidiamo i desideri per un futuro nuovo e di gioia al nostro albero e attendiamo".

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