Osservatorio Inps: la Pa sta invecchiando, in 10 anni 1/3 dei dipendenti pubblici andrà in pensione

"Il 76,6% dei lavoratori pubblici ha un’età uguale o maggiore di 40 anni".

(Prima Pagina News)
Martedì 11 Novembre 2025
Roma - 11 nov 2025 (Prima Pagina News)

"Il 76,6% dei lavoratori pubblici ha un’età uguale o maggiore di 40 anni".

"Nel 2024 il numero di lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 3.738.171, con una retribuzione media di 35.350 euro e un numero medio di giornate retribuite pari a 283.

La variazione percentuale dei lavoratori sul 2023 è pari a +1,5%, della retribuzione media +0,6%, del numero medio di giornate retribuite -0,3%". 

E' quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Inps sui dipendenti pubblici. 

"ll gruppo contrattuale più numeroso è quello della Scuola con il 39,6% dei dipendenti pubblici, seguito dal Servizio Sanitario con il 20%, dalle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) con il 14,9% e dalle Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco con il 13,9%", si legge ancora.

"Rispetto alla tipologia contrattuale il numero di lavoratori pubblici con contratto a tempo indeterminato nel 2024 è pari a 3.106.473 lavoratori, l’83,1% del totale, con una retribuzione media annua di euro 39.087 e 302 giornate medie retribuite. Nella tipologia contrattuale a tempo determinato il gruppo contrattuale della Scuola è quello modale con il 74,6% di lavoratori, a cui si accompagna sia la retribuzione media annua più bassa, pari a 13.635 euro, che il numero più basso di giornate medie retribuite pari a 171.

Sul totale dei dipendenti pubblici quelli a tempo determinato incidono per il 16,9%; pesando la loro incidenza con il numero di giornate retribuite tale peso scende all’11%".

"Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2024, la classe di età modale è quella tra i 55 e i 59 anni con 661.919 lavoratori (17,7% sul totale). Il 76,6% della collettività ha età maggiore o uguale a 40 anni. Tenendo conto dell’età ordinamentale fissata a 67 anni (fatti salvi i regimi speciali) si può stimare che nell’arco di dieci anni (al massimo) circa un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione.

Rispetto al genere, le lavoratrici superano i maschi sia nel complesso con un’incidenza del 61%, sia in gran parte delle classi di età con quote sempre vicine al 60%; fanno eccezione le classi fino a 19 anni e da 20 a 24 anni dove l’incidenza del genere femminile è rispettivamente del 33% e 42%".

"La retribuzione media annua nel 2024, pari a 35.350 euro nel complesso, risulta differenziata sia per età sia per genere. In particolare, aumenta al crescere dell’età fino a stabilizzarsi dai 50 anni in poi ed è costantemente più alta per il genere maschile (41.117 euro contro 31.679 euro per le femmine). Tale divario retributivo è massimo nelle classi di età 20-24 anni e 65 e oltre, in cui la retribuzione media delle femmine è pari al 70,5% di quella dei maschi, il divario tocca il minimo nella classe fino a 19 anni in cui la retribuzione media delle femmine è pari all’83,1% di quella dei maschi".

"Il differenziale retributivo per età è strettamente connesso alla presenza di lavoro a termine, rilevante soprattutto nelle classi di età più giovani. Infatti, rispetto alla media complessiva di giornate retribuite nel 2024, pari a 283, si riscontrano valori molto bassi tra i lavoratori sotto i 20 anni (99 giornate) e nella classe 20 – 24 anni (199 giornate)".

"Il differenziale retributivo per genere, invece, sembra più correlato alla maggiore presenza di lavoro part time tra le femmine. Infatti, il numero di lavoratrici che nel 2024 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro part time è pari a 206.122, contro appena 52.053 maschi.

Nel 2024 il 3,6% dei lavoratori maschi ha avuto almeno un rapporto di lavoro a tempo parziale mentre tale quota tra le femmine è pari al 9,0%", prosegue il rapporto.

"Analizzando la distribuzione dei lavoratori per area geografica di lavoro, nel 2024 il 24% dei lavoratori pubblici lavora nel Centro, seguono le regioni del Nord-ovest (23,1%), il Sud (21,8%), il Nord-est (19,8%) e le Isole (11,3%). Sempre a livello territoriale nel 2024 le retribuzioni medie presentano i valori più bassi nelle due ripartizioni del Nord: rispettivamente 34.015 euro nel Nord-ovest e 34.515 euro nel Nord-est; al Centro si registra il valore più alto di retribuzione media nell’anno con 36.929 euro".

"Se osserviamo la distribuzione dei lavoratori pubblici per classi di retribuzione annua emerge che oltre il 60% dei lavoratori è sotto i 35.000 euro nel 2024. Il 27,2% dei lavoratori pubblici presenta retribuzioni medie tra 35.000 e 50.000 euro, mentre il restante 12,6% registra retribuzioni oltre i 50.000 euro.

La classe 25.000 - 29.999 euro è quella dove si concentra il maggior numero di lavoratori (652.914 pari al 17,5%). Se si fa riferimento alla tipologia contrattuale vediamo che nei lavoratori a tempo indeterminato la classe 25.000 - 29.999 euro è ancora quella modale, con 603.856 lavoratori (il 19,4% del totale dei lavoratori a tempo indeterminato).

Per i lavoratori a tempo determinato, invece, la classe di retribuzione con il maggior numero di lavoratori è la classe 20.000 - 24.999 euro, con 123.767 lavoratori (circa un quinto del totale dei lavoratori a tempo determinato)", evidenzia l'Osservatorio Inps.

"Confrontando la distribuzione dei lavoratori pubblici per classi di importo della retribuzione tra chi nel 2024 ha avuto solo rapporti di lavoro full time e chi ha avuto almeno un part time, si evidenzia che il 72% dei lavoratori con rapporti di lavoro solo full time hanno retribuzioni tra 20.000 e 49.999 euro e classe modale tra 25.000 e 29.999 euro (606.653 lavoratori); il 63% dei lavoratori con presenza di lavoro part time nell’anno ha retribuzioni comprese tra 15.000 e 29.999 euro e classe modale tra 20.000 e 24.999 euro (60.118 lavoratori)", si legge ancora.

"Analizzando le differenze di genere si osserva che tra i lavoratori pubblici con almeno un rapporto di lavoro part time nell’anno in tutte le classi di importo della retribuzione le femmine sono in maggioranza e in particolare nelle classi di retribuzione tra 15.000 e 29.999 euro la quota di lavoratrici è pari al 52% sul totale dei lavoratori con part time nell’anno.

Tra i lavoratori con soli rapporti di lavoro full time, invece, le lavoratrici sono in maggioranza in tutte le classi di retribuzione fino ai 39.999 euro mentre nelle classi di retribuzione dai 40.000 euro in poi prevalgono i maschi; in particolare nell’ultima classe di retribuzione (80.000 euro e oltre) abbiamo che il 55% dei lavoratori con soli contratti full time è di genere maschile".

"Nel 2024 il numero medio mensile di lavoratori pubblici è stato pari a 3.419.155; il picco è stato raggiunto a dicembre (3.511.522 lavoratori). La distribuzione per mese e per gruppo contrattuale mostra che la Scuola è l’unico gruppo con una spiccata stagionalità, con il minimo nei mesi di luglio, agosto e settembre e il massimo nel mese di dicembre", continua.

"Con riferimento al dato medio, nel 2024 la quota di lavoratori pubblici con contratto a tempo determinato è stata pari al 12,7% del totale".

"Nel 2024 il numero medio di lavoratori pubblici con un orario di lavoro a tempo pieno è stato di 3.204.539, pari al 93,7% del corrispondente totale. La principale forma di lavoro a tempo parziale è il part-time orizzontale che nel 2024 ha riguardato 172.174 lavoratori medi. Molto più bassi sono i livelli del part-time verticale con 35.768 lavoratori medi nel 2024 e del part-time di tipo misto (orizzontale e verticale) con 6.674 lavoratori medi", continua il report.

"La composizione per genere evidenzia che il part-time è una peculiarità delle donne: nelle tre forme di part-time, orizzontale verticale e misto, la componente femminile nel 2024 rappresenta rispettivamente l’81,8%, l’80,6% e il 75,0% del corrispondente totale", conclude.


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