Classe 1966, attore, comico, autore, regista, brillante ed estroverso, accattivante e come tutti i calabresi capace di avvolgerti in una nuvola di abbracci e di sorrisi, Gigi Miseferi ha una casa a Roma che parla solo di Calabria, e che è piena di ricordi della Reggina Calcio, tanto da immaginare che il suo passato sia stato anche quello di calciatore della squadra amaranto, o nella migliore delle ipotesi di preparatore atletico della squadra.
Nulla di tutto questo invece. Per Gigi Miseferi la Reggina è stata ed è ancora parte integrante della sua vita, tifoso sfegatato e incorruttibile, e per tantissimi anni la Reggina Calcio è stato il suo alibi ideale per ritornare a casa nel suo quartiere natale, quello dei ferrovieri, dove Gigi, ancora ragazzo, ha incominciato a recitare e a tenere i suoi primi spettacolini.
Oggi il suo carnet professionale è stracolmo di eventi e di ricordi importanti, che legano la sua vita e la sua storia di artista al mondo italiano dello spettacolo, un figlio di Calabria che non ha mai dimenticato il suo passato e le sue origini, e che delle sue origini ne ha fatto motivo di orgoglio e di appartenenza.
Gigi Miseferi e Reggio Calabria sono di fatto l’immagine speculare della stessa medaglia. Vent’anni al Salone Margherita di Roma. Sono i primi anni ’90 quando Gigi Misefari entra a far parte del gruppo di attori della Compagnia del Bagaglino, un successo consolidato da ben tre “Telegatti”, il premio TV per eccellenza, l’ultimo dei quali preso proprio nel 2007 per i suoi 20 anni in televisione come Compagnia del Bagaglino.
I numeri sono numeri, e Gigi passerà alla storia come uno dei protagonisti di tutte le trasmissioni televisive andate in onda in diretta dal Salone Margherita di Roma, prima in Rai poi a Mediaset, a partire dal 1991 con “Creme Caramel”, fino all’ultima produzione su Canale 5 dal titolo “Bellissima”. Il Salone Margherita e il successo del Bagaglino fanno di lui un personaggio di caratura nazionale, e dal 1990 in poi sono tantissime le trasmissioni TV che fanno a gara per averlo come ospite.
-Gigi vogliamo ricordarne qualcuna di queste trasmissioni famose? Ci provo: Domenica in su Rai1, Quelli che il calcio, su Rai2, La Domenica sportiva, sempre su Rai2, Uno Mattina. Indimenticabile Ci vediamo su Raiuno con Paolo Limiti, ma anche Destinazione Sanremo con Pippo Baudo, TG2 Costume e Societa, Torno sabato...e tre, La Lotteria Italia, Linea verde,“Casa Raiuno; Una giornata particolare con Milly Carlucci, Questa domenica che andava in onda invece su Canale5, e poi ancora Rai1 su“Da Nord a Sud, …Ho detto tutto con Vincenzo Salemme; Scalo 76 talent.
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Mi pare di ricordarti tante volte anche a I fatti vostri...
Si è vero, I fatti vostri su Rai2, dove andai con il mio Dexter, in una puntata dedicata ai “VIP e i loro Cani”. Ma anche Miss italia nel mondo 2011, La vita in diretta, e su Canale5 Avanti un altro.
-Come hai incominciato? Dalla pedana della cattedra della mia scuola.
-In che senso? Nel senso più letterale della parola. Usavo la meravigliosa pedana della Cattedra della mia classe come fosse un Placoscenico. -E il pubblico? Il pubblico era la mia classe, i miei compagni di scuola, e qualche volta anche i vicini di classe.
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Che repertorio usavi allora? Il più scontato del mondo e soprattutto il più apprezzato e applaudito dai miei compagni di classe:le imitazioni dei Professori, del Preside, del Vice Preside, del mio compagno di banco che mi adorava anche per questo.
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Chi erano a quei tempi i tuoi amici più cari? Erano divisi in due comitive diverse. Una era quella del Gruppo Scout "Reggio Calabria V" che ho frequentato quasi per un ventennio, e ci vorrei sottolineare che a distanza di tantissimi anni io mi sento ancora lo Scout di allora. Se lo sei stato anche tu ricorderai il nostro motto, "Semel Scout, Semper Scout".
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L’altro gruppo invece? Era la comitiva degli amici del mio Rione, che però non erano iscritti al Gruppo Scout ma con cui trovavo sempre il tempo per giocare e scambiare quattro chiacchiere. Ricordo che riuscivo a frequentare sia gli uni che gli altri, tra partite a Calcio, pedalate in bicicletta, e sortite varie con i "Motorini". All'epoca si chiamavano motorini, non scooter come si dice oggi.
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Niente nomi? Prima di tutti gli altri c’era Carmelo. Carmelo era la mia scatola nera, nulla di me che lui non sapesse. E viceversa, io di lui. Poi c’erano Angelo, Franco, Vincenzo, Ciccio. Se avranno modo di leggermi,ognuno di loro non potrà non riconoscersi in questi nomi. Che sono scolpiti nel mio cuore da sempre, e che ci rimarranno per sempre.
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Li hai mai più rivisti, ritrovati, incontrati? Assolutamente sì! Da anni, ogni qualvolta torno a Reggio, "apro il mio ufficio" al Bar sotto casa mia, e ci ritroviamo tutti lì.
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Qual è il premio più bello che ti piace di più ricordare e di aver ricevuto? Quella sera a Reggio, nel cuore del mio vecchio quartiere, ho ricevuto per l'ennesima volta il Premio a cui tengo di più. Dopo lo spettacolo la frase che mi sono sentito più volte ripetere da amici di vecchissima data, ma anche da gente con cui non avevo mai condiviso i miei ricordi e la mia infanzia, è stata questa: "Compare, ristasti u' stussu"? Devo tradurla?
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Parliamo della scuola. Avevi un tuo professore di riferimento che più amavi o ammiravi? O che più semplicemente ti aveva capito perfino meglio degli altri? Che anni bellissimi. Non un professore, ma nel cuore mi porterò per sempre il ricordo e l’esempio di tre diversi professori.
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Il primo? Il grande professore Italo Falcomatà. Era un uomo di uno spessore morale inarrivabile, che io adoravo come un padre.
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Il vecchio sindaco di Reggio? Sì propio lui, l’uomo della famosa “Primavera di Reggio”, un personaggio senza pari.
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Il secondo? La Professoressa Rosetta Neto, che era anche la moglie del professore Falcomatà. Pensa il destino, furono proprio loro due per primi a dire a mia mamma che il mio unico futuro sarebbe stato quello il mondo dello spettacolo. “Suo figlio ha tutti i numeri per fare l’artista signora, non lo dimentichi mai”.
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E il terzo? Il mio Maestro delle Elementari, il Professore Nucara che tutt'oggi, commenta i miei Post su Facebook. Fantastico
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Reggio Calabria-Roma, la tua destinazione finale Gigi? Roma era il punto di partenza e non solo di arrivo per un giovane che come sognava di poter fare teatro e nient’altro. Arrivai a Roma insieme al mio compianto fraterno amico e collega Giacomo Battaglia.
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Parliamo del famoso duo Battaglia e Miseferi? Parliamo esattamente di quello. Io e Giacomo ci iscrivemmo al primo Campionato Nazionel per Imitatori, allora organizzato dalla Rai.
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In che anno? Era il 1990 e "Stasera mi butto", condotto da Gigi Sabani frantumava ogni record di ascolto su Rai2. L'autore e regista era Pierfrancesco Pingitore, già allora un’icona del mondo dello spettacolo italiano.
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Come è andata per voi due? Sostanzialmente bene. Siamo arrivati in finale, classificandoci quarti, e Pierfrancesco Pingitore notò in noi qualcosa che lo colpì, al punto che fece di tutto perchè noi lasciassimo il programma "Ciao Weekend" che condotto da Raffaella Carrà sarebbe partito poi a settembre, e dove la Rai aveva trovato posto per tutti i finalisti del consorso. Quindi anche noi.
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Le vostre imitazioni più ricorrenti e più famose? Senza dubbio quelle di Sandro Ciotti e Bruno Vespa. Ma poiché sia io che Giacomno eravamo tifosi sfegatati della Reggina, e tutti lo sapevano, spesso siamo stati tantissime volte ospiti della trasmissione Rai Quelli che il calcio in qualità di inviati per le partite della formazione amaranto. Non ti dico che successo era per noi. Addirittura ricordo che nel 2013 Giacomo prese parte anche al programma Comunity-L'altra Italia per Rai Italia, condotto da Benedetta Rinaldi, e nella puntata dedicata alla Calabria, presentò il suo libro Racconti in Amaranto che era nei fatti la storia e il racconto del nostro amore comune e viscerale per la Reggina..
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Un bel coraggio lasciare un programma della Rai... E’ vero, lasciammo la Rai, ma lui ci fece anche entrare nella leggendaria Compagnia del Bagaglino. Il che significava dover lavorare e affiancare artisti straordinari del calibro di Oreste Lionello, Pippo Franco e Leo Gullotta.
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Quanto durò quell’esperienza? Al Bagaglino, con loro abbiamo trascorso vent'anni di trasmissioni in diretta dal Salone Margherita. Siamo andati in onda prima in RAI, e successivamente in Mediaset, vincendo tre prestigiosi Telegatti. E’ stata una stagione della nostra vita semplicemente esaltante.
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Poi un giorno Giacomo se ne è andato via per sempre… Fu un momento terribile per tutti. Nel gennaio del 2018 a Giacomo venne diagnosticata una grave malattia che però non gli impedí di continuare a lavorare. Il 26 giugno di quello stesso anno, al termine di uno spettacolo teatrale con Pippo Franco, venne colpito da un ictus e ricoverato alla clinica Villa Elisa di Cinquefrondi, dove il 1º aprile 2019 è morto senza mai più riprendere conoscenza. Storia, la nostra, di una meravigliosa amicizia.
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Tra voi due chi era quello che sorrideva di più? Giacomo certamente. Non so se ti ho detto, ma con Giacomo abbiamo diviso tutto. In 32 anni non abbiamo mai litigato per un solo centesimo. Questo dimostra la forte intensità del nostro stare sempre insienme, e quanto fosse cementata la nostra amicizia, un legame il nostro che era fatto anche degli stessi obiettivi professionali. E' stato un momento difficilissimo. Mi piace immaginare che Giacomo oggi dorma in un sonno molto profondo. Quando lui se ne è andato io ho perso un fratello, un amico, uno straordinario compagno di lavoro. La mia vita, anche quella futura, sarà sempre declinata al plurale perchè tutto quello che mi circonda parla di Giacomo. La cosa che mi conforta molto è che tutta la stampa nazionale lo ha ricordato nella giusta maniera, dando risalto alla notizia della sua morte così come meritano i grandi artistidi questo Paese. Non so come spiegarlo, ma Giacomo ha seminato allegria dappertutto portando sempre alto il nome di Reggio, e lui questo lo ha fatto molto meglio di me.
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I tuoi primi anni a Roma, che anni sono stati? Anni fantastici di un'Italia godereccia, spensierata e che non esiste più. La convivenza per me e Giacomo è stata fondamentale per non sentire la nostalgia della città e degli amici che avevamo lasciato. Da questo punto di vista, ci siamo fatti forza a vicenda. Sono stati anni in cui ho avuto modo di conoscere da vicino I famosi “salotti romani”, scoprendo che non era però il mio ambiente. Sono stati anche anni di formazione, perché stare al Bagaglino è stato come frequentare un Tempio Shaolin, dove abbiamo imparato tanto e assorbito ancora di più, come spugne, la tecnica e i trucchi del mestiere. Ma soprattutto la disciplina e il rigore che è un ingrediente fondamentale per svolgere questo mestiere.
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30 anni insieme con Giacomo, praticamente una vita trascorsa insieme.Sai cosa mi viene in mente? "Jurassic Pacc", e poi ancora "Grandi Fratelli", ma anche la commedia di Gianni Quinto "Dietro la porta", una piece di grandi emozioni toccante davvero, e che ci ha permesso di portare a casa un enorme successo di pubblico e di critica. Ma mi viene in mente anche "Brancaleone e la sua Armata", uno spettacolo in cui il Duo Miseferi-Battaglia affiancava il grande Pippo Franco. Quanti ricordi passati…
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Tantissimo teatro, tanto cabaret, ma anche tanta buona musica.
Bella stagione anche quella. Pensa che già dal 2013 la mia attività artistica viaggiava su due piani paralleli. Da una parte diedi vita alla mia "Band Larga" di cui ero il “frontman” e con la quale mi esibivo con i "Live Musicali" in teatri, piazze e locali esclusivi. Erano gli anni di show travolgenti, mi viene in mente "Dalle lasagne al brod...way", "Dimmi di Sì...Wing", "Dopo la mezzanotte, guarda che è l'una". Fino all'attuale "distanziatour", uno spettacolo in cui diventa fondamentale interagire con il Pubblico a ritmo di Swing, e altri generi musicali.
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Ma nella tua vita c’è stata anche una stagione di commedie di grande successo?
Neanche tanto lontano. Tra il 2017 e il 2020 sono stato protagonista di diverse esilaranti commedie teatrali. Ricordo “Un Letto per quattro”, “Claustrofobia” e “Gatta ci Covid”. -E il cinema? C’è stato anche quello nella mia vita.
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Proviamo a ricordare qualche titolo? Partiamo da “ Gole ruggenti”, di Pierfrancesco Pingitore, 1992, con Pippo Franco. Poi ancora “Quel che resta”, nel 2012, di Laszlo Barbo con Giancarlo Giannini e Franco Nero, e “La moglie del sarto”, di Massimo Scaglione nel 2014 con Maria Grazia Cucinotta. E negli ultimi anni, è arrivata anche la Fiction, “La mossa del cavallo”, di Andrea Camilleri per la regia di Gian Maria Tavarelli trasmessa e replicata da Rai1 nel 2018. Nel 2019 invece, partecipo da protagonista a due diverse puntate realizzate in Italia della fiction internazionale “My true friend” che aveva come protagonista la star asiatica Angelababy.
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C’è stato anche un Padre Pio nella tua vita cinemtografica.Era un Padre Pio cinquantenne, il film era “Ci alzeremo all'alba”, di Jean-Marie Benjamin. Ma ricordo di aver vestito anche i panni di Re Vittorio Emaniele II nella Docufiction prodotta da RAI Storia “1870 La battaglia per Roma”. Andata in onda sulle Reti Rai nel 2020.
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Per tutto il 2021 ti abbiamo anche visto come "Inviato Speciale" di Rai1. Bella esperenza, esaltante anche questa. Inviato speciale di “Italia sì” la trasmissione condotta da Marco Liorni e in onda su Rai1.
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Qual è oggi il ricordo più tenero della tua vita che ti porti dentro? E’ il ricordo di mio padre, che si caricò la spesa necessaria per l'acquisto dei miei primi "manifesti", e all'epoca la stampa in quadricromia dei grandi cartelloni pubblicitari aveva un costo notevole, ma questo non impedì ai miei genitori di diventare i miei primi Produttori. Che emozione! Che ricordo fantastico.
-In bocca al lupo Gigi! Crepi.
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