Ricerca ForumPa: con l'IA 218mila dipendenti pubblici potrebbero perdere lavoro

Il 57% dei circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici è altamente esposto all’IA, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori.

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Martedì 21 Maggio 2024
Roma - 21 mag 2024 (Prima Pagina News)

Il 57% dei circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici è altamente esposto all’IA, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori.

Il settore pubblico è fortemente impattato dall’adozione dell’intelligenza artificiale. Il 57% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani è altamente “esposto” all’impatto dell’IA nella propria attività, ovvero sarà interessato da una forte interazione tra le mansioni svolte e quelle che gli algoritmi sono in grado di svolgere.

Questa interazione potrà tradursi in un arricchimento delle attività grazie all’apporto dell’IA, oppure in una sostituzione dei lavoratori. Si tratta di ben 1,8 milioni di persone, in particolare dirigenti, ruoli direttivi, tecnici, ricercatori, insegnanti, legali, architetti, ingegneri, professionisti sanitari e assistenti amministrativi.

Tra i lavoratori pubblici altamente esposti, gran parte (l’80%) potrebbe integrare l’intelligenza artificiale nel suo lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti: circa 1,5 milioni di lavoratori con ruoli di leadership e gestione (come dirigenti scolastici, responsabili strategici e leader di progetti innovativi, esperti tecnici e professionisti, prefetti, magistrati e direttori generali), infatti, possono operare in modo complementare con le nuove tecnologie, se adeguatamente formati e con un’organizzazione abilitante.

Ma c’è un 12% a rischio di sostituzione: sono vulnerabili ben 218mila dipendenti pubblici appartenenti alle professioni meno specializzate, caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili che potrebbero essere facilmente svolti dall’intelligenza artificiale.

Sono alcuni risultati della ricerca “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego” presentata questa mattina da Fpa, in apertura di Forum Pa 2024, l’evento annuale di confronto tra i soggetti pubblici e privati dell’innovazione in programma a Roma fino al 23 maggio.

Un’indagine che, mutuando la metodologia dei più importanti lavori della letteratura scientifica sul tema (Felten, 2021 e Pizzinelli, 2023), evidenzia come l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione per la PA.

"Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione, suggerendo la necessità di una riconsiderazione dei ruoli e di una riqualificazione per mitigarne gli effetti. La rivoluzione dell'IA rappresenta la 'terza ondata' di trasformazione per il settore pubblico degli ultimi 15 anni, dopo la spending review e la pandemia", scrivono gli autori della ricerca.

"Di fronte a un simile impatto, la pubblica amministrazione è chiamata ad una riforma strutturale - prosegue Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Fpa -. Serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill, che possono qualificare il lavoro liberato da mansioni ripetitive e routinarie. A livello organizzativo, bisogna abbandonare la logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento. Mentre la dirigenza è chiamata ad abbandonare la cultura dell'adempimento verso una per obiettivi e risultati".


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