Ricerca: "il cervello del cuore", le cellule cardiache possono autoripararsi con le neurotrofine

I risultati della ricerca guidata dal Prof. Massimo Fioranelli pubblicati su Minerva Cardiology and Angiology.

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Giovedì 11 Luglio 2024
Milano - 11 lug 2024 (Prima Pagina News)

I risultati della ricerca guidata dal Prof. Massimo Fioranelli pubblicati su Minerva Cardiology and Angiology.

Secondo la ricerca scientifica, il cuore possiede tra 50 mila e 70 mila neuroni, con funzionalità fino ad oggi inattese: si tratta di un vero e proprio "cervello del cuore", che si trova tra l'aorta e l'arteria polmonare, capace di interagire con il cervello "primario" e con i "cervelli" presenti in tutto il corpo.

A partire da queste scoperte, è stato possibile concentrarsi sul ruolo del "Brain Derived Neurotrophic Factor" (Bdnf), importante neurotrofina isolata per la prima volta a Monaco di Baviera nel 1982, a cui si ascrivono molte funzioni, come la sopravvivenza neuronale alla plasticità sinaptica, la sinaptogenesi alla crescita e la differenziazione neuronale.

Da qui si evidenzia il ruolo che potrebbe avere nel trattamento di molte malattie del sistema nervoso e neurodegenerative.

Le evidenze in merito alla presenza di neuroni nel cuore hanno portato ad iniziare nuovi filoni di ricerca sull'uso del Bdnf in cardiologia. Tra questi, il lavoro del Gruppo guidato dal Prof. Massimo Fioranelli, specializzato in Cardiologia e Professore Associato di Fisiologia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, pubblicato di recente su Minerva Cardiology and Angiology.

I ricercatori hanno descritto gli effetti positivi che la somministrazione di piccole dosi di Bdnf ha avuto su un gruppo di pazienti risultati affetti da Fibrillazione Atriale Parossistica, una forma benigna di aritmia, seppure molto frequente, che non hanno avuto danni strutturali. “Gli studi sul Bdnf - dice Fioranelli - hanno fatto emergere come questa neurotrofina possa aiutare il cuore e le sue cellule a “ringiovanire” grazie al suo effetto trofico e rigenerativo”.

All'ultimo Symposium sulla Medicina dei Sistemi, promosso da Guna (azienda farmaceutica milanese che produce medicinali a basso dosaggio) e svolto all'Università degli Studi di Milano, Fioranelli è intervenuto per parlare di una visione integrata tipica della Medicina dei Sistemi, riaffermando che ogni parte dell'organismo umano si inscrive in un sistema complesso, in cui tutto è interconnesso e interagente. Date queste considerazioni, una molecola come Bdnf può avere un ruolo fondamentale sia nel migliorare le condizioni cardiache sia nell'integrare le funzioni cardiache con gli altri organi in quel sistema complesso che è l'organismo umano.

“Grazie al contributo del Prof. Fioranelli - dichiara Alessandro Pizzoccaro, presidente e fondatore di Guna - abbiamo avuto un’ulteriore conferma di come il corpo umano sia una struttura unitaria in cui tutte le singole componenti lavorano in sinergia per il mantenimento della condizione di salute e benessere. Questi nuovi risultati scientifici rappresenteranno un grande supporto nello sviluppo della Medicina dei Sistemi”.


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