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Trend in aumento.
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Nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite - e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni) - in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite - mentre 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni.
Il fenomeno dei matrimoni forzati geograficamente interessa maggiormente l’Asia Orientale (14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall’Africa (3,2 milioni di persone coinvolte, 14,5%), dall’Europa e Asia Centrale (2,3 milioni di persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.
Considerando la tratta e lo sfruttamento, nel 2020, l’anno della pandemia, secondo i dati diffusi dall’UNODC a livello globale sono state identificate 53.800 vittime; tra quelle per cui è stato possibile stabilire genere ed età, il 35% è costituito da minorenni (18% femmine e 17% maschi). Queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e sommerso.
Se consideriamo un lasso di tempo più ampio, che va dal 2011 al 2021, complessivamente, poco più di un quarto (26,2%) delle vittime identificate sono bambine, bambini o adolescenti. La fascia di età in cui si stima il maggior numero di vittime è quella compresa tra i 9 e i 17 anni (21,8%).
Identificare le persone vittime di tratta e di sfruttamento e supportarle nella fuoriuscita da questa condizione è un’azione molto complessa a causa della marginalizzazione estrema e dell’isolamento a cui queste vengono costrette dalle reti criminali o da singoli trafficanti e sfruttatori. Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e aiutarle nell’emersione diventa ancora più̀ complesso se si tratta di minori soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche e costretti a ripagare un debito sotto continue minacce, coercizioni ed inganni.
A loro è dedicato “Piccoli schiavi invisibili”, il rapporto di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, giunto alla XIV edizione e diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio. Quest’anno il Dossier restituisce voce alle vittime minorenni, prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta, incontrate nei progetti di Save the Children o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia, raccontando le loro storie, dai tratti comuni e allo stesso tempo uniche. Storie di assenza, di sogni rubati, di fiducia tradita, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto.
Abdoulaye (nome modificato per ragioni di protezione), 16 anni, guineano, fuggito da maltrattamenti e vessazioni da parte degli adulti di riferimento. Convinto da un amico a inseguire il sogno di studiare e diventare calciatore in Europa, lascia il suo Paese passando dal Mali, attraversa il deserto, arriva in Algeria, dove subisce torture, violenze e abusi da parte di uomini in divisa. Anche in Europa cade nella rete di un trafficante, che lo spinge ad andare in Francia, ma alla frontiera viene bloccato e rispedito in Italia con un documento attestante la maggiore età. Oggi è in Italia, in un centro per minori e ha iniziato a studiare. «Mi sento a casa in Italia. Da quando sono qui, vado a scuola. Gioco a pallone. I miei sogni hanno iniziato a realizzarsi. Volevo studiare e giocare a pallone… Per il mio futuro in Italia, voglio giocare nella Nazionale. È il mio sogno…. Quello che ho passato io non lo augurerei al mio peggior nemico”.
Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento non risparmia il nostro continente e neanche l’Italia. Nel quinquennio 2017-2021 in Europa sono state circa 29.000 le vittime di tratta registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nel nostro continente, in poco più di un caso su due, la tratta avviene per sfruttamento lavorativo (53% delle vittime) e nel 43% dei casi per sfruttamento sessuale, mentre il restante 4% riguarda altre forme di sfruttamento (come accattonaggio o attività illecite). Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte (84%), di sesso femminile (66%), ma una percentuale significativa è composta da minorenni (il 16% delle vittime). Tra i più piccoli, fino agli 11 anni di età, le vittime sono quasi in egual misura sia bambini che bambine, mentre in tutte le altre fasce d’età la prevalenza di sesso femminile è netta (con un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni). I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. In particolare, il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico, il 52% è minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre un 46% è soggetto a controllo fisico. Come evidenziano i dati, spesso le forme di controllo esercitate dai trafficanti sui bambini e gli adolescenti si sovrappongono tra loro, creando una rete fittissima dalla quale è estremamente difficile liberarsi.
In Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calo, la nazionalità nigeriana si conferma sul territorio italiano la principale per numero di nuove valutazioni (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%).
Precious (nome modificato per ragioni di protezione), 19 anni, nigeriana, è fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato prospettato di andare in Europa per studiare si è detta: “Va bene, ci andrò”. Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene”. Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove però si ritrova in mezzo a tanti uomini e apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione. “Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto. Ho detto che non potevo vivere questo tipo di vita. Ho lasciato la Nigeria per lo stesso motivo. Piangevo. Ho detto: "No, non posso restare in questo posto”.
I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. I Paesi di origine prevalenti sono Tunisia (19,4%), Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d’Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%), Sierra Leone e Guinea (6,5%), Gambia (4,8%). Nello stesso periodo, i servizi anti-trattahanno preso in carico 320 vittime, di cui il 55,3% femmine, il 40,3% maschi e il 4,4% persone transgender. Gli ambiti di sfruttamento sono quello lavorativo per il 33,1% dei casi, sessuale per il 25% e i matrimoni forzati per il 3,4%. I minorenni presi in carico sono 14, di questi 9 i ragazzi e 5 le ragazze; 25 inoltre stanno ancora attraversando una fase di valutazione del caso.
Le agenzie dell’ONU ILO e OIM sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone. La mancanza di canali di accessosicuri e regolarirealmente accessibili creano il presupposto affinché le persone migranti ricorrano ai trafficanti per attraversare le frontiere transnazionali, esponendosi al pericolo di essere intercettate anche dalle organizzazioni criminali internazionali legate alla tratta di esseri umani. In questi casi, la tratta di persone e il traffico di migranti si intersecano e la persona migrante, trovandosi in una particolare situazione di vulnerabilità, risulta esposta al rischio di varie forme di sfruttamento nei Paesi di transito e di arrivo.
“Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fenomeno della tratta e dello sfruttamento minorile, un dramma diffuso nel mondo, ma presente anche nel nostro Paese. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni. Questo Dossier è dedicato alle storie dei minori vittime di tratta e sfruttamento accolti nel circuito di protezione italiano. Sono solo una minima parte - la “punta dell’Iceberg” - di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso. Siamo convinti che l’ascolto delle loro storie – il punto di vista delle vittime – possa aiutarci a conoscere meglio questa terribile piaga per rafforzare le reti di prevenzione e contrasto. Quello della tratta e dello sfruttamento è un fenomeno che cambia molto rapidamente ed è fondamentale che la sua conoscenza e la mappatura territoriale siano costantemente alimentate dall’impegno delle istituzioni, dell’autorità di pubblica sicurezza, degli enti locali e del terzo settore. Solo un anno fa, il rapporto “Piccoli Schiavi invisibili” squarciava il velo sulla condizione dei figli e delle figlie dei braccianti che lavorano nei terreni agricoli di Ragusa e Latina, mettendo in luce una condizione di sfruttamento portata oggi alle cronache a seguito della morte di Satnam Singh. È necessario che alla commozione e allo sdegno per questo e per altri drammi faccia seguito una azione continuativa e capillare di contrasto al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani, nonché un impegno deciso a sostegno delle giovani vittime accolte nel sistema di protezione affinché, dopo aver vissuto una delle esperienze più devastanti che un ragazzo o una ragazza possono trovarsi ad affrontare, siano accompagnate nella costruzione di un futuro diverso e libero” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice ricerca e formazione di Save the Children.
Save the Children chiede a tutte le istituzioni competenti di potenziare l’impegno per contrastare la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione nei confronti delle vittime minorenni. A questo proposito, risulta necessario procedere nella attuazione e nell’aggiornamento delle azioni previste dal Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, nonché rafforzare l’impegno per approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori, includendo nuove forme di tratta e/o sfruttamento come l’e-trafficking, lo sfruttamento all’interno delle case e in luoghi chiusi (indoor), il coinvolgimento in attività illecite, lo sfruttamento multiplo o quello negli insediamenti informali, anche al fine di aggiornare gli indicatori di tratta e sfruttamento minorile e individuare le zone territoriali maggiormente colpite dal fenomeno.
L’Organizzazione, inoltre, invita a garantire che le procedure di referral per l’identificazione dei e delle minori vittime di tratta siano messe in atto all’arrivo, nei luoghi di frontiera, nei casi di rintraccio sul territorio nazionale e in fase di prima e seconda accoglienza, per un accesso rapido a servizi di protezione, assistenza e integrazione appropriati e per un accompagnamento multidimensionale (sociale, sanitario, legale, educativo, ecc.) che risponda in maniera puntuale ai bisogni specifici dei minori stranieri, in particolare i minori non accompagnati che giungono in Italia senza figure adulte di riferimento.
Gli interventi di Save the Children per il contrasto della tratta e dello sfruttamento in Italia
Sono più di 12 anni che Save the Children è attiva in Italia sul tema della protezione delle vittime di tratta e sfruttamento con una rete qualificata di organizzazioni partner. Il primo progetto messo in campo dall’Organizzazione è Vie d’Uscita che,dal 2012, si occupa di individuare le vittime anche su strada, di avviare percorsi di fuoriuscita dai circuiti della tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo e di accompagnamento all’autonomia economica e sociale. Nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024, insieme ai partner del progetto, sono stati raggiunti 591 beneficiari/e, il 60% di genere femminile, il 43% neomaggiorenni, 34% maggiorenni e 23% minori, provenienti per lo più da Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea Conakry e Romania.
Dal 2021 è attivo il progetto Nuovi Percorsi, realizzato in collaborazione con il Numero Verde Anti-tratta, gli enti anti-tratta attivi in tutta Italia e altri enti territoriali pubblici e del privato sociale, per supportare la presa in carico di mamme vittime e dei loro figli in modo integrato, delineando un percorso individualizzato e attivando Doti di Cura educative o materiali, per favorire l’autonomia della madre e percorsi sani di crescita per i figli. Il progetto ha supportato 1000 beneficiari da giugno 2022 ad oggi, di cui 127 nel corso dei primi 6 mesi del 2024, tra cui 46 mamme, 18 papà e 58 minori
Con lo scopo di realizzare un intervento per promuovere opportunità di crescita e garantire a bambini, bambine e adolescenti l’accesso ai loro diritti fondamentali nei contesti legati allo sfruttamento del lavoro agricolo, nel 2022 Save the Children ha scelto la Fascia Trasformata di Ragusa per avviare il progetto Liberi dall’Invisibilità nei territori di Vittoria e di Marina di Acate, grazie alla collaborazione con altri enti del territorio e alla partnership con l’Associazione I Tetti Colorati e la Caritas Diocesana di Ragusa. Il progetto Liberi dall’Invisibilità, che ha anche attivato alcune unità mobili, fino al 30 giugno 2024 ha coinvolto2.242 beneficiari, di cui il 56% minori, tra cui 76 bambine, bambini e adolescenti iscritti a scuola per prevenire lo sfruttamento attraverso l’accesso al diritto allo studio e l’inclusione scolastica.
Nel 2023 Save the Children Italia ha avviato il progetto europeo E.V.A. (Early identification and protection of Victims of trafficking in border Areas), di cui è capofila, che punta a supportare i minori, le ragazze e le giovani donne migranti fino ai 30 anni d’età con o senza figli, vittime di tratta o a rischio di re-trafficking, che transitano in alcune zone di confine tra Italia (Ventimiglia), Francia (Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Parigi, e Nîmes) e Spagna (Paesi Baschi). Gli altri partner del progetto includono Numero Verde Anti-tratta e Consorzio Agorà in Italia, MIST, ARAP e France Terre d’Asile in Francia, e Save the Children Spagna nella penisola Iberica. Da ottobre 2023 a giugno 2024, il progetto ha preso in carico 530 beneficiari, minori, ragazze e giovani donne, provenienti da Costa d’Avorio, Guinea e Nigeria, che hanno ricevuto un intervento di supporto anti-tratta, 176 dei quali solo in Italia