Schillaci: "Liste d'attesa? Sono il problema che i cittadini vivono peggio nella sanità"
"Mi è dispiaciuto che non sia stato data ampia diffusione al fatto che dopo 7 anni finalmente sono stati sbloccati i Lea".
(Prima Pagina News)
Giovedì 16 Novembre 2023
Roma - 16 nov 2023 (Prima Pagina News)
"Mi è dispiaciuto che non sia stato data ampia diffusione al fatto che dopo 7 anni finalmente sono stati sbloccati i Lea".
Quello delle liste d'attesa "è il problema che i cittadini vivono peggio rispetto alla sanità pubblica. È un problema annoso. Se io riprendo articoli di quotidiani e settimanali che in questi anni ho letto risalenti a 15 o vent'anni fa il problema delle liste d'attesa già c'era 15 o vent'anni fa. Noi sappiamo bene che oggi non c'è un vero sistema trasparente ed efficace di monitoraggio delle liste d'attesa, quindi noi ci stiamo impegnando su questo. Io sono abituato a ragionare sui dati e sui numeri veri".

Così il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all'"Health Care Summit" del Sole 24 Ore.

"Oggi - evidenzia Schillaci - succede che finisce sul giornale il cittadino che giustamente si arrabbia perché fa una telefonata e si sente dire che magari deve fare un esame importante e urgente dopo due anni. Allora però non vuol dire che quella prestazione ci vogliono due anni per farla. La prima mossa è quella di razionalizzare, razionalizzare vuol dire mettere insieme. Un unico Cup regionale, tutta l'offerta che deriva dal sistema pubblico e dal sistema privato convenzionale.

Ma il buon esempio lo dovrebbero cominciare a dare ai direttori generali delle strutture pubbliche, trasmettendo chiaramente le possibilità che ciascuna azienda può offrire ai cittadini e devono essere messe insieme, ripeto, al privato convenzionato. È chiaro che il piano nazionale delle liste di attesa va aggiornato, anche perché la medicina è cambiata molto".

"Noi abbiamo messo dei fondi per incentivare autonomamente la scelta di chi vuole operare per ridurre le liste d'attesa. Devo dire che ovviamente questa è stata anche molto criticata, ma ieri la Regione Toscana, che sicuramente è di un colore diverso dal governo nazionale, ha approvato un bonus con il quale dà 500 € ai medici per fare volontariamente 10 visite. Allora forse quello che abbiamo detto noi non è così sbagliato, ma noi non obblighiamo nessuno a lavorare 60 ore.

Io ho sempre rispettato e voglio rispettare quelli che sono i canoni della Comunità europea che nessun medico può lavorare più di 43 ore, quindi, all'interno di quello, se ci sono, dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari - ribadisco il compenso orario per gli infermieri e per gli altri operatori sanitari da 30 €, che era una vergogna, è passato a 60 € - chi lo vuol fare è libero di farlo, poi magari non lo faranno tutti, non lo so, vediamo però intanto qualcuno che ci criticava ieri è andato su questa nostra direzione.

Quindi io, siccome conosco i medici perché sono un medico e so che se i medici possono lavorare bene nelle proprie aziende e guadagnare in maniera dignitosa, sono certo che lo fanno perché credo alla buona volontà e allo spirito professionale che anima la categoria dei medici", aggiunge il Ministro.

"Mi è dispiaciuto che non sia stato data ampia diffusione al fatto che dopo 7 anni finalmente sono stati sbloccati i Lea, che è una vergogna. Ci sono alcune, diciamo prestazioni che sono risalenti al millennio scorso, al 1998. Penso alla protesica, beh, in sei anni non l'ha fatto nessuno. L'abbiamo fatto noi senza dirlo perché io sono abituato a fare i fatti, non le parole. Io credo che il Lea vadano ammodernati e la medicina cambia, cambia ogni tre mesi. Immaginatevi quanto è cambiata in 7 anni", prosegue.

"Ci sono delle risorse, forse non sono sufficienti perché sono 50 milioni quest'anno e 250 milioni l'anno scorso, ma era importante intanto partire con questo nuovo tariffario che è risalente a 7 anni fa, che non era mai stato messo in pratica. Siamo riusciti a mettere d'accordo tutte le regioni e credo, come diceva giustamente lei, che poi Lea sia il modo migliore per valutare le regioni nell'offerta sanitaria che fanno i cittadini evitando, ripeto le tante troppe disparità che ancora ci sono", conclude Schillaci.

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