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In scena dal 28 febbraio all'11 marzo, sul podio Nicola Luisotti.
In scena dal 28 febbraio all'11 marzo, sul podio Nicola Luisotti.
Al Teatro Regio, dal 28 febbraio all’11 marzo 2025, va in scena Rigoletto, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo. L’opera è presentata in un nuovo allestimento firmato da Leo Muscato, che torna a Torino con il suo team: la scenografa Federica Parolini e la costumista Silvia Aymonino, già vincitrici del Premio Abbiati 2019 con Agnese di Ferdinando Paer. Sul podio dell’Orchestra del Regio segnaliamo il gradito ritorno del maestro Nicola Luisotti, interprete del repertorio italiano apprezzato in tutto il mondo. In scena una tripletta di cantanti d’eccezione: George Petean, uno dei più acclamati baritoni verdiani sia in Europa che negli Stati Uniti, interpreta il ruolo del titolo; al suo fianco il soprano che ha già incantato il pubblico del Regio in Figlia del reggimento e Turandot, Giuliana Gianfaldoni, nel ruolo di Gilda, la figlia di Rigoletto; l’acclamato tenore Piero Pretti veste i panni del Duca di Mantova, l’aristocratico dissoluto per cui Verdi ha scritto alcune delle arie più irresistibili del repertorio operistico. Alla guida del Coro del Regio è il maestro Ulisse Trabacchin.
Questo grande impegno artistico e produttivo è reso possibile grazie al contributo di Reale Mutua, Socio Fondatore del Teatro Regio.
Stefano Lo Russo, Sindaco e Presidente della Fondazione Teatro Regio afferma: “Ci prepariamo ad assistere a un nuovo allestimento di Rigoletto, uno dei capolavori più celebri e amati di Giuseppe Verdi. Una produzione che testimonia la vocazione del Teatro Regio a proporre una stagione di altissimo livello, capace di coniugare grandi classici dell’opera con titoli meno conosciuti, consolidando il percorso che lo sta riportando a essere un punto di riferimento nel panorama culturale internazionale”.
Il Sovrintendente Mathieu Jouvin si dice “molto felice di proporre Rigoletto, non solo perché è un capolavoro amato dal pubblico — come dimostra il “tutto esaurito” — ma anche perché rappresenta un’opportunità per ribadire il valore di un teatro che incarna i principi culturali europei. Con questa produzione, infatti, aggiungiamo un nuovo tassello al dialogo tra la cultura francese e quella italiana, suggellato dall’incontro tra due “miti”: Giuseppe Verdi e Victor Hugo. Entrambi dovettero confrontarsi con problemi di censura, ma mentre il dramma di Hugo fu a lungo interdetto perché venivano contestati apertamente i facili costumi della monarchia, e dunque si trattava di un testo di natura politica, l’opera di Verdi, eliminando i riferimenti a personaggi di rango reale, si concentra sull’umanità dei protagonisti e conferisce valore universale ai loro sentimenti e alle loro fragilità. Il cuore del dramma è il rapporto tra Rigoletto e sua figlia Gilda: un amore assoluto e totalizzante, che il protagonista esprime in modo ossessivo e possessivo, trasformando la sua protezione in una prigione. Il desiderio di preservarla dall’inganno e dalla corruzione del mondo finisce per innescare proprio la tragedia che voleva evitare. In questo conflitto tra affetto e oppressione, tra amore e destino, Rigoletto riesce a parlare a tutti noi, restituendo la complessità dei legami familiari, così profondamente umani e riconoscibili in ogni epoca e cultura”.
“Con Rigoletto Verdi compone un’opera di contrasti brucianti, in cui il lirismo più struggente convive con il senso implacabile del dramma — aggiunge il Direttore artistico Cristiano Sandri. Nicola Luisotti incarna questa visione con assoluta naturalezza: la sua lettura è radicata nella tradizione, ma possiede la vitalità e la libertà che solo una profonda conoscenza del linguaggio verdiano può garantire. Fin dalle prime prove, il dialogo con Leo Muscato si è rivelato proficuo e stimolante, permettendo di costruire un Rigoletto in cui musica e regia si fondono in un equilibrio perfetto tra efficacia teatrale e introspezione psicologica. George Petean plasma un Rigoletto di grande profondità, restituendone il tormento e la rabbia; Giuliana Gianfaldoni disegna una Gilda luminosa e struggente; Piero Pretti sa esaltare le sfumature più ambigue del Duca di Mantova. In generale siamo molto soddisfatti del cast in entrambe le distribuzioni”.
Luigi Lana, Presidente di Reale Mutua, dichiara: “La mutualità è il cuore della nostra identità e ci guida nel promuovere iniziative che generano valore per la collettività. Rigoletto è un’opera senza tempo, capace di emozionare generazioni di spettatori con la sua potenza drammatica e musicale. Siamo orgogliosi di affiancare il Teatro Regio in questa produzione di alto livello, che unisce talento e visione artistica. Crediamo che il patrimonio culturale debba essere preservato e reso accessibile a tutti, ed è per questo che continuiamo a sostenere progetti che avvicinano il pubblico all’arte e alla bellezza”.
Con Rigoletto Giuseppe Verdi compose un capolavoro senza eroi, traboccante di pagine memorabili come “La donna è mobile”, il duetto d’amore “È il sol dell’anima”, la cabaletta “Cortigiani vil razza dannata”, il quartetto “Bella figlia dell’amore”. In questa straordinaria opera Verdi riversò la sua ammirazione per Victor Hugo, il drammaturgo francese capace di creare congegni drammatici perfetti e di mescolare magistralmente comico e tragico, grottesco e sublime. Tra tutti i titoli di Hugo, il compositore considerava Le Roi s’amuse (Il re si diverte) «il miglior dramma dei tempi moderni», e nel 1851 realizzò il desiderio di trasporlo in musica con un’opera potente e senza tempo.
La vicenda narra del giullare deforme Rigoletto, la cui cieca sete di vendetta lo condanna a perdere l’unico tesoro della sua vita, l’adorata figlia Gilda. Rigoletto è un’opera vertiginosa: ogni battuta della partitura di Verdi è un affondo nel cuore nero del potere e nella solitudine di chi vi gravita attorno. Il giullare, il buffone, la vittima e il carnefice: in Rigoletto queste figure si specchiano l’una nell’altra, si sovrappongono, si dissolvono in un vortice che non concede scampo. Verdi attinge alla drammaturgia implacabile di Victor Hugo — uno dei massimi autori della cultura francese ed europea — e ne distilla l’essenza, spogliando la narrazione di ogni orpello per arrivare a una verità ancora più feroce, fatta di contrasti assoluti: potere e impotenza, vendetta e sacrificio, grottesco e sublime.
Leo Muscato, già autore di una precedente regia di Rigoletto, per la nuova produzione del Regio ha scelto di reinterpretare il capolavoro verdiano per metterne in evidenza il nucleo drammatico, con un allestimento ricco di simbolismo: «voglio restituire al pubblico l’essenza archetipica e dolente di Rigoletto. La sua doppia identità, la tensione tra sacro e profano e il mondo di specchi in cui si muove riflettono una società in disfacimento, ancora incredibilmente attuale. L’atmosfera decadente richiama anche suggestioni cinematografiche, come l’ultima scena di C’era una volta in America di Sergio Leone, in cui Robert De Niro si abbandona all’oblio nella fumeria d’oppio: il mondo gli appare distorto, quasi onirico, e la realtà si mescola con l’illusione. È questa la suggestione attraverso la quale racconto il terzo e ultimo atto di Rigoletto: la taverna di Maddalena e Sparafucile diventa un luogo rarefatto, permeato da un senso di attesa sospesa; qui Gilda osserva il Duca attraverso un velo di fumo, in un contesto dove i contorni della realtà si dissolvono, proprio come nel celebre film».
Nei ruoli principali, si alternano: Devid Cecconi (Rigoletto), Daniela Cappiello (Gilda), Oreste Cosimo (il Duca di Mantova). Completano il mosaico della produzione: Goderdzi Janelidze e Luca Tittoto (Sparafucile), Martina Belli e Veta Pilipenko (Maddalena), Siphokazi Molteno (Giovanna), Emanuele Cordaro (Monterone), Janusz Nosek (Marullo), Daniel Umbelino (Matteo Borsa), Tyler Zimmerman (Il conte di Ceprano), Albina Tonkikh (La contessa di Ceprano), Chiara Maria Fiorani (Il paggio della duchessa), Mattia Comandone e Alessandro Agostinacchio (Un usciere di corte). Molteno, Nosek, Umbelino, Zimmerman e Tonkikh sono artisti del Regio Ensemble. La nuova produzione si avvale delle luci di Alessandro Verazzi, Alessandra De Angelis è assistente alla regia, Chiara Previato assistente alle scene e Rossana Gea Cavallo assistente ai costumi.
Rigoletto sarà presentato al pubblico mercoledì 26 febbraio alle ore 18 al Piccolo Regio Puccini nella conferenza-concerto condotta dalla musicologa Liana Püschel, a colloquio con il regista, la scenografa e la costumista. L’incontro prevede esibizioni live; l’ingresso è libero.