Trapani: torture in carcere, 11 agenti della Penitenziaria ai domiciliari, altri 14 sospesi

46 le persone per cui è scattata la perquisizione domiciliare. Le indagini sono partite a seguito di alcune denunce da parte di detenuti.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 20 Novembre 2024
Trapani - 20 nov 2024 (Prima Pagina News)

46 le persone per cui è scattata la perquisizione domiciliare. Le indagini sono partite a seguito di alcune denunce da parte di detenuti.

Undici agenti della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere Pietro Cerulli di Trapani sono stati posti agli arresti domiciliari e altri 14 sono stati sospesi dal servizio con le accuse di tortura, abuso d’autorità e falso ideologico in concorso.

I provvedimenti sono stati eseguiti dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, aiutati da alcuni reparti territoriali coordinati dal nucleo investigativo centrale, su ordine del Gip di Trapani, come richiesto dal procuratore Gabriele Paci.

In totale, sono 46 gli indagati nei confronti dei quali sono state eseguite perquisizioni domiciliari.

Le indagini sono scattate tre anni fa, a seguito di alcune denunce presentate da detenuti del carcere, che avevano riferito di aver subìto maltrattamenti in posti senza telecamere, che dopo l'installazione avrebbero fatto emergere violenze ripetute nel tempo da parte degli agenti.

“Quanto emerso in queste ore relativamente a quello che è accaduto nel carcere di Trapani, dove 46 persone sono indagate per vari reati, tra cui quello di tortura, segnala ancora una volta quanto questo reato sia fondamentale, per diverse ragioni. Da una parte per perseguire i responsabili di questo crimine. Dall’altra, nel far sentire il supporto dello Stato alle persone che subiscono torture o violenze in carcere che oggi, molto più di prima, tendono a denunciare questi episodi. Per ultimo, anche per rompere il muro di omertà che troppo spesso in casi simili si creava in passato”, ha commentato il Presidente di Antigone, Fabrizio Gonnella.

“Come già accaduto in altri casi, infatti, l’indagine – scattata dopo alcune denunce effettuate dalle persone detenute – è stata condotta dal nucleo investigativo della Polizia penitenziaria, nel caso specifico quello regionale di Palermo, coordinato dal nucleo investigativo centrale – ha aggiunto -. Ora ci auguriamo che si faccia piena chiarezza su quanto accaduto, riconoscendo in sede di indagini e processuale le eventuali responsabilità. Non possiamo però che esprimere soddisfazione nel sapere che all’interno dell’Amministrazione penitenziaria ci siano professionalità in grado di far respirare le persone detenute, riconoscendo i loro inalienabili diritti”.


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