Ucraina, Zelensky: "Sono pronto a parlare con Putin se Trump darà garanzie"

"I colloqui devono essere equi e dipendono anche da Usa e Ue". Trump a Putin: "Accordo per la pace o sanzioni". Cremlino: "Sanzioni non sono niente di nuovo".

(Prima Pagina News)
Giovedì 23 Gennaio 2025
Roma - 23 gen 2025 (Prima Pagina News)

"I colloqui devono essere equi e dipendono anche da Usa e Ue". Trump a Putin: "Accordo per la pace o sanzioni". Cremlino: "Sanzioni non sono niente di nuovo".

Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è pronto a parlare con Vladimir Putin, ma solo se il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, darà garanzie di sicurezza. A dirlo, in un'intervista rilasciata a Bloomberg ieri, è stato lo stesso Zelensky.

I negoziati di pace con Mosca devono essere "equi", e ciò dipende sia dagli Stati Uniti sia "dall'Unione Europea", ha scritto stamattina Zelensky su Telegram, commentando l'intervista rilasciata a Bloomberg.

"La fine della guerra dovrebbe essere una vittoria di Trump, non di Putin", ha detto Zelensky all'agenzia di stampa americana, aggiungendo che, in mancanza di forti e irreversibili garanzie di sicurezza da parte di Washington e Bruxelles, un cessate il fuoco potrebbe dare a Mosca la possibilità di riarmarsi e tornare ad attaccare l'Ucraina.

"L'unica domanda è quali garanzie di sicurezza, e onestamente voglio capire prima dei colloqui", ha continuato Zelensky. . "I negoziati possono essere equi o ingiusti. E qui molto dipende da come guardiamo alla giustizia, in modo uguale o diverso - ha evidenziato Zelensky su Telegram -. Dipende dagli Stati Uniti d'America, dalla nuova amministrazione, dall'Unione Europea, dalla loro opinione, dalla loro indipendenza. Oggi dipende anche dalla posizione alleata di America ed Europa, in un certo senso dal Sud globale".

"La domanda è se l'Ucraina sarà, come una volta nel formato Normandia, da sola e con tutti gli altri. Oppure (se) l'Ucraina sarà con i suoi alleati e questa volta la Russia sarà sola. Questo è il senso di negoziati equi", ha continuato. Durante l'intervista, ha aggiunto, "ho parlato delle condizioni per i colloqui di pace e dell'importanza del sostegno dei partner per raggiungere un risultato equo nel dialogo con la Russia".

Nel corso dell'intervista, Zelensky ha anche evidenziato che gli Stati Uniti devono fare parte delle forze di peacekeeping in Ucraina, perché gli alleati europei di Kiev non dispongono di abbastanza militari da rappresentare un deterrente realistico per Putin. 

"Non può essere senza gli Stati Uniti", ha dichiarato Zelensky, pressando Donald Trump e Xi Jinping, affinché usino tutta la loro influenza per cercare di mettere fine alla guerra.

Se la Russia non stipulerà un accordo per l'Ucraina entro breve, "non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti", aveva scritto ieri Donald Trump, sul suo social Truth.

"Non cerco di fare male alla Russia, mi piace il popolo russo e ho sempre avuto una relazione molto buona con il presidente Putin. Non dobbiamo dimenticarci che la Russia ci ha aiutato durante la Seconda guerra mondiale", ha aggiunto, per poi rivolgersi direttamente a Putin: "Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra". 

"Se non ci sarà un accordo a breve non avrò altra scelta se non imporre nuove tasse, dazi e sanzioni su tutto quello venduto dalla Russia e vari altri Paesi partecipanti negli Stati Uniti. Facciamola finita con questa guerra, che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Lo possiamo fare in modo semplice o in modo difficile. E' il momento di fare un accordo, non dovrebbero essere perse altre vite", ha concluso il tycoon.

Le minacce di sanzioni da parte di Trump non sono niente di nuovo per il Cremlino: a dirlo, il portavoce Dmitry Peskov, evidenziando che già nel corso del suo primo mandato Trump "è stato il presidente che più spesso ha fatto ricorso a metodi sanzionatori". "Questi metodi gli piacciono, o almeno gli sono piaciuti durante la sua prima presidenza", ha continuato Peskov, citato da Interfax.

Mosca, ha evidenziato, resta pronta a "un dialogo paritario e reciprocamente rispettoso" con Washington, come quello che "ha avuto luogo durante la prima presidenza di Trump". "Aspettiamo segnali, che ancora non sono stati ricevuti", ha spiegato ancora Peskov, aggiungendo che Mosca non dimenticherà mai l'aiuto da parte degli Usa durante la Seconda Guerra Mondiale, e sperando che Trump "condividerà la gioia di celebrare l'80/o anniversario della vittoria", dopo che ieri il tycoon ha detto che gli Stati Uniti non devono "mai dimenticare" che Mosca li ha "aiutati a vincere la Seconda Guerra Mondiale".


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