Una storia in breve dei casinò online in Italia

I casinò online in Italia, di cui tutti hanno sentito parlare, sono ormai diffusi ovunque. 

(Prima Pagina News)
Giovedì 27 Marzo 2025
Roma - 27 mar 2025 (Prima Pagina News)

I casinò online in Italia, di cui tutti hanno sentito parlare, sono ormai diffusi ovunque. 

I casinò online in Italia, di cui tutti hanno sentito parlare, sono ormai diffusi ovunque. Bisogna ricordare che la legge, che prima tendeva a ostacolarli, ha in seguito deciso di consentire il gioco d’azzardo, pur regolamentandolo in maniera rigorosa. Da quel momento le cose sono cambiate, ma come?

L’articolo di oggi vuole offrire uno sguardo ravvicinato sui casinò online, ripercorrendone lo sviluppo.

Negli anni ‘90 già c’era chi giocava online 

Potrebbe sembrare strano, ma i casinò online erano già presenti negli anni ‘90. Sì, è proprio così! Ma ovviamente, con forme e modalità molto diverse da quelle di oggi.

 Oggi puoi non solo visitare direttamente i siti online, ma anche consultare portali di recensioni e analisi come Scommesse.io, dedicati interamente a questo argomento e sempre più consultati. Un tempo era più difficile e, in un certo senso, bisognava conoscere un sito per potervi accedere direttamente.

 Gli operatori di gioco d’azzardo dell’epoca includevano alcuni dei nomi già ben noti dai più, come quelli dei rivenditori del bar sotto casa, dove trovare gli amici di sempre e il barista di fiducia.

Tuttavia, per tornare alla Legge, vi era un problema: la mancanza di una vera e propria regolamentazione in materia. Il gioco d’azzardo, infatti, era un po’ una “zona grigia”, ovvero un’attività che si poteva fare, ma che al tempo stesso veniva ostacolata dai vari Stati, inclusa l’Italia. In Italia, infatti, il gioco era ancora una prerogativa nazionale, limitata alla vendita di biglietti delle lotterie, come quelli del Lotto, con le varie estrazioni giornaliere, settimanali e mensili. 

A livello internazionale, l’isola caraibica di Curacao stava, invece, già concedendo delle licenze con cui gli operatori potevano agire su scala internazionale. Tuttavia, la questione era delicata per due ragioni:

      Le zone grigie che abbiamo menzionato poco fa, che di fatto rendevano sia legale che illegale offrire dei giochi d’azzardo.

      Il dubbio che ci fossero pochi controlli da parte della Curacao iGaming, l’ente che rilasciava le licenze.

Sebbene oggi la licenza di Curacao sia molto più sicura, negli anni ‘90 eravamo ancora agli albori di un settore e la diffidenza era molta. Pensiamo alle criptovalute: negli ultimi due decenni si è cercato di regolamentare questa industria in modo da ridurre i rischi, ma all’inizio era una sorta di “Far West”. Oggi, gli organi istituzionali possono intervenire e bloccare alcune attività, come nel caso della Consob e la memecoin di Corona.

Dal 2000 l’Italia (finalmente) regolamenta il settore

Gli anni 2000 videro Malta tra i protagonisti assoluti, un Paese oggi membro dell’Unione Europea che decise di regolamentare il settore del gioco d’azzardo online con una Legge del 2004. Insieme a questa normativa, venne per la prima volta istituita la Malta Gaming Authority (MGA), a oggi uno degli enti più importanti.

 In Italia, però, le cose vanno a rilento. Infatti, si dovette aspettare fino al 2006, quando fu emanata la Legge Finanziaria che, tra i vari punti, pose delle restrizioni ai siti di casinò non autorizzati.

 Ma non finì lì (da lì a poco, le cose sarebbero cambiate). Insomma, fu un primo tentativo di limitare (ma non esattamente di regolamentare) un settore che vedeva il predominio di operatori stranieri, che potevano offrire i loro giochi online grazie alle zone grigie di cui si parlava in precedenza. Tuttavia, l’Italia non si limitò solo a proibire.

 Sempre nel 2006, il Decreto Bersani apre il mercato italiano al gioco d’azzardo e alle scommesse sportive. Questa manovra avrebbe avuto un grande impatto sul nostro Paese, che apriva le sue porte a un’industria che oggi vale decine di miliardi di euro ogni anno.

 Questo primo passo portò a due ulteriori leggi importanti dal 2009, tra cui:

       Il decreto Abruzzo del 2009: attraverso questo provvedimento, l’Italia legalizzava il poker online e altri giochi di casinò dove si partecipava con denaro reale. Tuttavia, la modalità legale con cui ciò era consentito era solo attraverso il “torneo”.

      Decreto Comunitario del 2011: finalmente, i casinò online poterono offrire i giochi come li conosciamo oggi (che in gergo tecnico venivano chiamati “Cash Game”).

 In tutte queste fasi, l’ADM (ossia l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, ex AAMS) avrebbe supervisionato il corretto svolgimento delle attività e sarebbe intervenuta in caso di irregolarità o denunce da parte dei consumatori.

Dal 2012 al 2020: il vero e proprio boom del gioco online

Dopo i decreti di cui sopra, il mercato del gioco d’azzardo online cominciò a crescere fortemente, grazie alla regolamentazione e agli spazi chiari che la Legge mise a disposizione.

 Furono gli anni del boom del gioco online, degli operatori di casinò che cominciarono ad affollare il mondo digitale, come William Hill, StarCasinò, 888casino, Lottomatica, Snai, Sisal e molti altri ancora. La diffusione attirò anche l’attenzione di operatori più piccoli in cerca di una fetta di questo mercato molto allettante.

 Insieme a tale maggiore libertà, ci furono miglioramenti delle infrastrutture, come nel caso dei siti web meglio sviluppati e dell’introduzione di giochi dal vivo, con croupier in tempo reale. Anche l’offerta di giochi si espanse, con titoli arcade e molto altro ancora.

 Una battuta d’arresto: il Decreto Dignità

Il Decreto Dignità del 2018 pose una battuta d’arresto alla pubblicità del gioco online, vietando di fatto il ricorso a strumenti pubblicitari tradizionali per promuovere i siti di casinò e di scommesse. Una manovra che spinse (e costrinse) gli operatori a cercare modalità alternative, ivi compresa quella della pubblicità attraverso i motori di ricerca e l’utilizzo di sponsor senza fare riferimenti espliciti alle scommesse o ai giochi come le slot machine.

 Ma oggi, il settore rimane comunque uno dei più forti e in crescita. Addirittura, si sta parlando di rimuovere le limitazioni imposte dal Decreto Dignità, così da far tornare la pubblicità dei giochi online sui canali tradizionali. Il settore rimane un business miliardario in Europa, con un impianto normativo ben delineato, sicuro e protetto per tutti gli operatori e i giocatori.


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