UNICAL, 50 anni fa nasceva il Dipartimento di Matematica. Rosanna Caira, la prima laureata.

Ricercatrice in Matematica e Analisi Numerica la professoressa Rosanna Caira ha poi prestato servizio presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Unical dal 1981 al 2015. Prima laureata in matematica con una tesi pionieristica e assolutamente rivoluzionaria.

di Pino Nano
Sabato 08 Giugno 2024
Roma - 08 giu 2024 (Prima Pagina News)

Ricercatrice in Matematica e Analisi Numerica la professoressa Rosanna Caira ha poi prestato servizio presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Unical dal 1981 al 2015. Prima laureata in matematica con una tesi pionieristica e assolutamente rivoluzionaria.

Sono passati 50 anni dalla istituzione all’Università della Calabria della facoltà di matematica, corso di laurea partito nel mese di novembre 1973, e che dopo meno di quattro anni, più precisamente il 16 luglio 1977, aveva già i suoi primi laureati con la prima seduta di laurea. Oggi il Dipartimento, che non è più solo matematica, ma soprattutto informatica, è diventato punto di riferimento internazionale. Lo è diventato soprattutto con l’arrivo in Calabria al Campus di Arcavacata di Georg Gottlob, il padre dell’Intelligenza Artificiale che ha lasciato la sua cattedra di Oxford per chiudere in Calabria la sua stagione accademica.

-Professoressa Caira, ma come ricorda lei quegli anni?

Ricordo che quando decisi di studiare nella "mia" Università, ad Arcavacata di Rende, dopo la maturità liceale, conseguita nel luglio 1973, certo non immaginavo che quella scelta avrebbero spostato l'obiettivo dei miei progetti professionali e personali.

-Cosa intende dire?

Che non seguendo alcuna tendenza del momento, mi iscrissi al corso di laurea in Matematica, con matricola N° 12, pensando di potere successivamente insegnare in un liceo, magari lo stesso che mi aveva visto studentessa per cinque anni, il Liceo Scientifico G.B. Scorza di Cosenza, e dove avevo avuto, come professore di Matematica e Fisica, il bravissimo Prof. Ottavio Serra.

-In realtà andò tutto in maniera completamente diversa?

Posso solo dirle che il mio percorso di studio richiese una frequenza assidua e partecipata e un altrettanto studio continuo e preciso. Ma non risultò particolarmente difficile, tant'è che mi laureai in 3 anni e una sessione alla prima seduta di laurea del Corso di laurea in Matematica, quella del 16 luglio 1977. Insieme a me c'erano anche Antonio Carbone e Maria Costabile.

-Professoressa leggo che lei si laureò con una tesi sperimentale che di fatto anticipava di 50 anni il dibattito di questi giorni sulla nascita della Facoltà di Medicina all’Unical?

La tesi aveva per titolo "Analisi di catene di mappe", di cui fu relatore il Prof. Goffredo G. Pieroni, e voleva essere un primo tentativo di computer aided medical image processing, cioè di riconoscimento automatico di eventuali patologie, nel mio caso di disfunzioni cardiache, studiando e analizzando, con l'aiuto del computer, l'evoluzione nel tempo di alcune successioni numeriche i cui termini rappresentavano dei valori numerici forniti da elettrodi, disposti sul torace di un paziente.

-Mi racconti il dopo…

Avendo vinto una borsa di studio del CNR per laureandi, dopo la laurea continuai a frequentare l'università e nel 1981 vinsi il concorso per Ricercatore presso il Dipartimento di Matematica scegliendo come settore di ricerca, Mat/08 Analisi Numerica.

-Che materia è?

Vede, l'Analisi Numerica fa parte della matematica applicata e attraverso i suoi algoritmi numerici fornisce soluzioni a diversi problemi di difficile soluzione analitica. Uno strumento importante dell'analisi Numerica sono gli algoritmi, istruzioni elementari non ambigue che in un numero finito di passi portano alla soluzione esatta o approssimata (non approssimativa!) del problema assegnato. Tali istruzioni, tramite dei linguaggi di programmazione, come il Fortran, il Matlab ed altri, creano programmi specifici che inseriti in un computer forniscono in tempi brevi, se non brevissimi, la soluzione al problema da risolvere.

-Una vita tra le aule universitarie…

Ho svolto la mia attività didattica non solo su molti corsi attivati in dipartimento ma anche laddove la conoscenza dei metodi numerici dà una formazione più concreta e completa e maggiore consapevolezza su quanta matematica ci sia dietro allo sviluppo tecnologico. Con gli studenti ho avuto sempre un rapporto basato sulla professionalità ma, per mia vocazione, ero sempre disponibile a sentire le loro difficoltà, per poterle superare insieme, incoraggiando e dando fiducia. Ancora oggi, a distanza di tempo, incontro ex studenti che, con grande mio orgoglio, si ricordano di come sia stato importante per loro questo tipo di approccio.

-Quante cose oggi sono cambiate rispetto alla sua prima seduta di laurea?

Se l'Unical si guardasse in uno specchio di 50 fa, sicuramente non si riconoscerebbe. Allora l'Unical era il Polifunzionale dove erano concentrati tutti i Corsi di laurea, con le aule e i laboratori. Gli studenti si incontravano negli spazi antistanti le aule, ed erano di lettere, di economia, di fisica, di ingegneria. Una piccola torre di Babele, ma era anche interessante scambiarsi opinioni sulle lezioni, sugli esami, sulle difficoltà di superare un determinato esame. Fuori dal polifunzionale era tutto un divenire. Si costruivano le prime "maisonettes", alloggi per gli studenti non residenti.  C'era fango e cemento che cambiava lentamente l'aspetto fisico del territorio.  Ora c'è un ponte di circa 2 km che collega, ma forse non unisce, i diversi cubi dove trovano posto aule, studi, laboratori, uffici. Oltre le maisonettes sono stati costruiti molti altri alloggi per studenti fuori sede.  E poi c'è un grandissimo teatro all'estremità nord del ponte, affacciato, con largo respiro, sui monti del Pollino. Il Teatro Auditorium Unical offre una vasta gamma di spettacoli di cui non solo gli studenti possono fruire ma tutti gli abitanti del comprensorio di Cosenza e zone limitrofe.

-Professoressa, vale ancora la pena di crederci in questo Campus?

Ciò che mi piace molto di questa "mia" nuova Università è il carattere di internazionalità che ha assunto nelle collaborazioni di ricerca con prestigiose università straniere, per i tanti progetti innovativi che la portano fuori dai confini nazionali, per i molti studenti stranieri che la frequentano, che ci arricchiscono e si arricchiscono con nuove culture e creano nuovi confronti di pace. Ora l’arrivo del prof Georg Gottlob è la conferma di quanto questo processo di internazionalizzazione si sia completa meravigliosamente bene.


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