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l’intervento pronunciato questa mattina in Piazza Maggiore nel quarantesimo anniversario della strage alla stazione del 2 agosto 1980.
l’intervento pronunciato questa mattina in Piazza Maggiore nel quarantesimo anniversario della strage alla stazione del 2 agosto 1980.
"Cari familiari delle vittime del 2 agosto, gentilissima Presidente del Senato, autorità civili, militari e religiose, care cittadine e cari cittadini.
In questo 40° anniversario la magistratura sta scrivendo un capitolo importante, e speriamo decisivo, della battaglia per la piena verità e giustizia. La rigorosa inchiesta della Procura Generale ha portato all’avvio del processo, nel prossimo autunno, ipotizzando i nomi e i cognomi dei mandanti della strage.
La ricostruzione delle transazioni dai conti correnti riconducibili a Licio Gelli da cui, nell’ipotesi della Procura, passarono i soldi destinati a finanziare i terroristi dei Nuclei Armati Rivoluzionari sono fondamentali passi avanti per raggiungere finalmente un risultato a lungo cercato.
Grazie quindi all’impegno della magistratura.
Ma soprattutto grazie al lavoro tenace dell’Associazione dei familiari delle vittime e dei loro legali! In questo impegno, sempre sostenuto dalle Istituzioni locali e dal Comune di Bologna che si costituirà parte civile, è scritta una pagina dell’Italia migliore, quella di una comunità che, come ha riconosciuto il Presidente Mattarella, ha contribuito a rafforzare la democrazia nel nostro Paese.
Da una parte abbiamo conosciuto e stiamo conoscendo lo Stato che ha depistato, inquinato e potrebbe addirittura avere contribuito ad armare la mano dei terroristi, dall’altra abbiamo avuto accanto lo Stato che ha consolato, accarezzato e ha fatto sentire la sua vicinanza. Ci sono immagini indelebili come quella del Presidente Sandro Pertini qui a Bologna, poche ore dopo la bomba. Ma in mezzo, in tutti questi lunghi anni, ci sono stati i cittadini. Siamo tutti noi.
E’, innanzitutto, l’Associazione dei familiari delle vittime che l’anno prossimo festeggerà il suo quarantesimo anniversario. Sono stati i cittadini che hanno innaffiato la pianta dell’impegno e della memoria.
La vicinanza del nostro Presidente Mattarella che ha invocato il raggiungimento della piena verità senza nessuna riserva è stata quindi un fatto di grandissima importanza, per ristabilire la preminenza di uno Stato ancorato ai valori della Costituzione. Salutiamo e ringraziamo ancora una volta il nostro Presidente della Repubblica, per la sua presenza a Bologna e le parole che ha indirizzato ai familiari delle vittime e alla nostra città. Ed è dunque con rinnovata partecipazione che oggi ricordiamo le vittime – gli 85 morti e i 200 feriti - nel 40° anniversario di quella mattina del 2 agosto, in una situazione condizionata dalla pandemia del coronavirus. E insieme ricordiamo la grande manifestazione popolare, che proprio qui in Piazza Maggiore, davanti alle bare, vide il ritorno, dopo pochi giorni, del presidente Pertini a Bologna.
In quel momento, attraverso le parole del Sindaco Renato Zangheri, affermammo subito la volontà di reagire di una intera comunità, per la verità e la giustizia.
In questi 40 anni Bologna è stata un esempio riconosciuto di partecipazione democratica e di impegno civico. Un esempio riconosciuto in Italia e nel mondo di come si lotta per difendere la democrazia, che ci ha consegnato la Resistenza.
Noi siamo fedeli alla Costituzione antifascista e ribelli alla violenza e a ogni dittatura.
Il senso civico, la partecipazione democratica sono il nostro modo di essere cittadini: lo abbiamo dimostrato in tutti questi anni. E, oggi, nel quarantesimo anniversario delle strage lo dimostriamo con ancora più forza, con la dolorosa rinuncia al corteo che ha sempre accompagnato il ricordo della strage e delle vittime. Per questo ringrazio tutti, i Bolognesi di allora e quelli di adesso: siamo stati e siamo all’altezza della nostra storia.
La nostra città conosce il valore della libertà, che è prima di tutto responsabilità. Questa città e le innumerevoli iniziative che la attraversano dimostrano che il sentimento di verità e giustizia appartiene a tanti e non a pochi. Lo dico proprio pensando al 2 agosto e alla costellazione di appuntamenti che ruotano attorno. Affetto per i familiari delle vittime, richiesta di verità e giustizia che si esprime in modi sempre nuovi.
Ci sono i murales che hanno unito tre città della nostra regione, ci sono le manifestazioni artistiche sulle pensiline dei bus in stazione realizzate da giovani artisti che interpretano la memoria in modi rinnovati.
E ieri il nostro centro è stato attraversato da una manifestazione bellissima: le stazioni della Memoria.
A chi ha organizzato – a Cantiere Bologna, alle Cucine Popolari, alle 6000Sardine – va il nostro ringraziamento. L’orologio che avete trovato sulla sedia è un simbolo che gli organizzatori hanno voluto lasciare a tutti voi Quest’anno la Stazione Centrale di Bologna sarà intitolata alle vittime del 2 agosto. E’ un fatto importante, nato da un appello di un altro cittadino. E voglio affettuosamente salutare Vittorio Franceschi che mi rivolse questa idea subito sposata da Paolo Bolognesi.
In occasione di questo 40° anniversario abbiamo voluto ristampare il volume che il Sindaco Zangheri fece pubblicare all’indomani della strage, nell’ottobre del 1980, per fissare nella memoria collettiva l’orrore di quel che accadde e per avviare da subito la riscossa nel nostro animo di cittadini. E’ un libro dove le foto parlano e ogni foto documenta l’atto di resistenza che Bologna subito attivò contro chi ci aveva duramente colpito.
L’immagine che più mi colpisce oggi è quella di questa piazza colma di cittadine e cittadini la sera stessa dell’attentato, la sera di sabato 2 agosto. 1980. Una folla accorsa in modo spontaneo.
Ecco, come allora, oggi noi siamo qui, uniti e diversi, di ogni ceto sociale, pronti a continuare la lotta contro l’indifferenza, per la verità e per la giustizia, per non dimenticare. Perché noi bolognesi siamo così: noi vogliamo essere padroni del nostro destino.
E il nostro destino è scritto sul gonfalone del nostro Comune: libertà. Avanti, insieme".