A S. Angelo Lodigiano (Lo) i funerali di Giovanna Pedretti: "Giudizi sommari sono macigni"
Il sacerdote, Don Enzo Raimondi: "Come impedire ai leoni da tastiera di riversare impunemente il loro odio?".
(Prima Pagina News)
Lunedì 22 Gennaio 2024
Lodi - 22 gen 2024 (Prima Pagina News)
Il sacerdote, Don Enzo Raimondi: "Come impedire ai leoni da tastiera di riversare impunemente il loro odio?".
Circa mille persone hanno preso parte, questa mattina, a Sant'Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, ai funerali di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata senza vita otto giorni fa nelle acque del fiume Lambro.

Qualche giorno prima della sua scomparsa, la donna, 59 anni e titolare della pizzeria "Le Vignole", aveva ricevuto una recensione negativa online, da parte di un utente che si era lamentato di aver mangiato vicino a un tavolo, a cui erano seduti omosessuali e disabili, per poi essere accusata, sui social, di essersi inventata tutto per avere un po' di pubblicità.

Sul sagrato della chiesa è stato posto lo striscione, già comparso vicino alla casa della donna, che chiede ai giornalisti di rispettare il dolore della famiglia.

All'arrivo del feretro in chiesa, il sacerdote Don Enzo Raimondi, che ha celebrato le esequie con gli altri parroci della cittadina lodigiana, ha detto: "Non è il clamore mediatico che ci riunisce qui ma l'amicizia con Giovanna e la vicinanza ai familiari. Siamo qui per lei".

"C'è il giudizio sommario, senza appello, senza misericordia, di chi parla senza sapere, senza conoscere", ha poi detto Raimondi durante l'omelia.

"Il rincorrersi, senza alcun filtro, dei sospetti, pesanti come macigni. Costruiti per soddisfare i pruriti di gente ormai frustrata al punto da bramare la narrazione delle disgrazie altrui. Dove il teorema da dimostrare, il dubbio da alimentare è che anche dove c'è del bene si nasconde, alla fine, un interesse, un tornaconto. Facendo così diventare le ombre tenebra", ha continuato.

"Da una parte c'è una comunità provata, come la nostra, desiderosa solo di essere vicina alla famiglia e di regalare l'ultimo saluto a Giovanna, per restituirle quello che le è stato tolto. Dall'altra il chiedersi come fare per evitare tragedie simili. Come impedire ai leoni da tastiera di riversare impunemente il loro odio, dimenticando il potere distruttivo che possono avere anche semplici parole, che è il significato della massima 'Ne uccide più la lingua che la spada'", ha aggiunto.

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