Competitività, Urso: "Condividiamo le tesi di Letta e Draghi"
"Sui limiti massimi di pagamento a trenta giorni, preferiamo ci sia una minore rigidità".
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Giovedì 07 Marzo 2024
Roma - 07 mar 2024 (Prima Pagina News)
"Sui limiti massimi di pagamento a trenta giorni, preferiamo ci sia una minore rigidità".
Il governo è d'accordo con le analisi di Enrico Letta e Mario Draghi come consulenti per il rilancio del mecato unico e la competitività.

Così il Ministro delle Imrese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il Consiglio Ue Competitività a Bruxelles, discutendo in merito alla situazione del Mercato Unico.

“Se pensiamo che le risorse per il Pnrr ammontano a credo 800 miliardi per 5-6 anni, e raffrontiamo le richieste che Draghi ha fatto di investimenti di 500 miliardi annui per i prossimi dieci anni, ci rendiamo conto che l’altra richiesta che ha fatto all’Europa, cioè di realizzare fondi comuni europei per poter supportare con risorse pubbliche gli investimenti privati, perché i privati da soli non possono affrontare questa sfida, e gli Stati da soli non devono affrontare questa sfida, o lo si fa come con il RepowerEu o l’Europa perde questa sfida”, ha precisato il Ministro.

“La nuova epoca storica che l’Europa deve affrontare deve mettere insieme il mercato interno, la competitività e l’autonomia strategica. E’ l’unica strada che può permetterci di tutelare le nostre libertà e indipendenza”, ha continuato.

L'Italia, ha detto ancora Urso, appoggia il contrasto al ritardo nei pagamenti, essendo un'esigenza nel sistema produttivo europeo, ma non crede sia “adeguato l’atto giuridico del regolamento” e preferisce “una direttiva. Una direttiva sarebbe uno strumento più adeguato in questo contesto”, e permetterebbe di “tenere conto delle diversità socio-economiche e amministrative dei vari Paesi”.

Il termine vincolante dei 30 giorni in merito ai pagamenti, secondo Roma, è troppo netto, per cui è preferibile “che siano mantenute le deroghe”.

“Noi abbiamo una normativa di un limite massimo di pagamento a trenta giorni che ammette alcune eccezioni, fra cui quella significativa nel settore sanitario”, ha proseguito Urso. “Pertanto preferiamo ci sia una minore rigidità” e “la possibilità di diversificare le peculiarità dei diversi rapporti commerciali esistenti, se nella pubblica amministrazione o fra privati”, ha concluso.

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