Fisco: ritorna il "redditometro". FI: "Noi siamo contrari". FdI: "Non annacqua riforma"

Romeo (Lega): "Proposta un po' strana, noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti".

(Prima Pagina News)
Martedì 21 Maggio 2024
Roma - 21 mag 2024 (Prima Pagina News)

Romeo (Lega): "Proposta un po' strana, noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti".

Torna il "redditometro", lo strumento con cui il fisco può risalire al reddito presunto dei contribuenti (persone fisiche). Introdotto dal governo Renzi nel 2015, era stato sospeso tre anni dopo. Ma oggi, in Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il decreto che lo riattiva, firmato dal Vice Ministro dell'Economia, Maurizio Leo.

Il fisco, dunque, torna ad analizzare la capacità di spesa dei contribuenti, passando al setaccio le spese per auto, casa, utenze, fino a quelle per possedere una barca.

Forza Italia, però, fa sapere, tramite alcune fonti, di essere sempre stata “contraria al redditometro. Ma stiamo facendo accertamenti, approfondendo tecnicamente, per cercare di capire” cosa sia accaduto introducendo il decreto. Le stesse fonti aggiungono che nel partito c'è “imbarazzo e perplessità”.

Anche la Lega manifesta qualche dubbio: "La trovo un po' strana come proposta, perché noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti", dichiara il Capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo. "La trovo solo un po' strana come proposta, perché noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti", prosegue.

Secondo FdI, invece, questo strumento non causa alcun problema: il redditometro, dichiara il Presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, "non credo sia una svolta epocale. È un aggiornamento di alcuni parametri. Non annacqua né intacca la riforma fiscale né l'atteggiamento del governo Meloni. Certo, è un parametro che esiste e va aggiornato. Ed è anche una risposta a chi dice che non ci occupiamo di evasione fiscale". "Forse fa 'scalpore' perché siamo in campagna elettorale…", aggiunge.

"Il centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del "redditometro" introdotto nel 2015 dal governo Renzi. Il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell'amministrazione finanziaria di attuare l'accertamento sintetico, ovvero la possibilità del fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall'ordinamento tributario fin dal 1973", precisa, in una nota, il Viceministro dell'Economia, Maurizio Leo.

"Nel dettaglio, con il nostro decreto, siamo intervenuti per correggere una stortura che si è creata nel 2018, quando il governo Conte 1 ha abolito il D.M. 16 settembre 2015, il cosiddetto "redditometro", del governo Renzi e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell'accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente. Purtroppo, quel decreto non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all'azione dell'amministrazione finanziaria nell'applicazione dell'accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione", spiega Leo.

"Dopo sei anni, il governo di centrodestra è finalmente intervenuto e ha emanato un decreto, preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l'Istat e il garante della privacy, che fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio. Dunque, non c'è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l'impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti", spiega ancora Leo.

Il redditometro indica "le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi in possesso dell'amministrazione finanziaria. Si procederà alla determinazione sintetica del reddito sulla base sia delle spese presuntivamente attribuibili al contribuente". Questi provvedimenti "si rendono applicabili alla determinazione sintetica dei redditi e dei maggiori redditi relativi agli anni d'imposta a decorrere dal 2016".

I redditi dei contribuenti verranno analizzati seguendo varie tipologie: a titolo di esempio, si indicano 11 tipologie per i nuclei familiari e 5 aree del Paese, e si considerano le quote di risparmio accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute, così come risulta all'Anagrafe tributaria.

"Le spese, distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente, - si legge nel testo - sono desunte dall'indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni significativi di contribuenti appartenenti a undici tipologie di nuclei familiari, distribuite nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale".

Vengono considerate "sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico", mentre "non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all'attività di impresa".

I contribuenti potranno dimostrare che le spese sono state sostenute con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta a titolo di imposta, o comunque esclusi, dal punto di vista legale, dalla formazione della base imponibile, o da parte di soggetti diversi dallo stesso contribuente. Inoltre, i contribuenti potranno dimostrare che le spese sostenute sono di ammontare diverso e che il risparmio utilizzato per consumi o investimenti si era formato in anni precedenti.


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