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Min. Salute Gaza: 113 morti nelle ultime 24 ore. A Gerusalemme sono iniziate le proteste per il mancato accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi.
Min. Salute Gaza: 113 morti nelle ultime 24 ore. A Gerusalemme sono iniziate le proteste per il mancato accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi.
Il generale Eyal Zamir, Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane (Idf), si è recato in visita stamani nella Striscia di Gaza, per ispezionare Gaza City e rivedere i piani operativi, mentre le Idf si preparano all'avanzamento in città.
“Siamo entrati nella seconda fase dell’operazione ‘Carri di Gedeone’ per raggiungere gli obiettivi della guerra. Restituire i nostri ostaggi è una missione sia morale che nazionale. Continueremo a colpire i centri di gravità di Hamas fino alla sua sconfitta”, ha detto Zamir, parlando con i soldati sul campo. “Stiamo creando la sensazione che Hamas sia braccato ovunque”, ha continuato.
Dall'alba di stamani, gli attacchi dell'esercito israeliano a Gaza hanno ucciso 33 palestinesi. Lo hanno fatto sapere fonti mediche riprese da Al Jazeera, aggiungendo che ventidue vittime erano a Gaza City, mentre altre tre sono state uccise mentre stavano aspettando di ricevere gli aiuti umanitari.
Secondo quanto riporta il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, nelle ultime 24 ore gli Ospedali della Striscia hanno registrato 113 morti e 304 feriti.
Intanto, sono cominciate stamani, a Gerusalemme, le proteste promosse dai familiari degli ostaggi per chiedere al governo di Benjamin Netanyahu di raggiungere un accordo con Hamas, per liberare i 48 ostaggi ancora prigionieri del gruppo terroristico e mettere fine alla guerra nella Striscia di Gaza.
Alcuni manifestanti hanno dato alle fiamme i cassonetti dell'immondizia fuori dall'abitazione di Netanyahu, altri, invece, si sono barricati sul tetto della Biblioteca Nazionale. Altri ancora stanno protestando vicino alla Knesset (il Parlamento israeliano, ndr), mentre diverse colonne di automobili stanno arrivando a Gerusalemme da varie parti di Israele. Le proteste proseguiranno per i prossimi tre giorni.
Decine di persone, inclusi attivisti dell'organizzazione “Brothers in Arms”, stanno manifestando anche fuori dall'abitazione del ministro degli Affari strategici Ron Dermer: “Si è assunto la responsabilità di restituire gli ostaggi e i risultati parlano da soli – un fallimento completo”, hanno detto i manifestanti, “48 ostaggi contro zero risultati”. “Il governo israeliano sta sabotando l’accordo sul tavolo, non avanzando un accordo globale e preferisce arrendersi agli interessi politici del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir”, hanno aggiunto.
Dopo che la combustione di bidoni dell'immondizia e pneumatici ha causato l'incendio di un'automobile vicino all'abitazione del premier, il commissario di polizia Dani Levi ha parlato con il comandante del distretto di Gerusalemme, dando l'ordine di “agire usando tutti i mezzi”.
Da parte sua, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha inveito contro i manifestanti, chiedendo il rilascio degli ostaggi e accusando il procuratore generale Gali Baharav-Miara: “L’ondata di incendi del terrore – con il sostegno e l’incoraggiamento del procuratore generale criminale che vuole bruciare il paese”.
“La polizia israeliana consentirà a chiunque di esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione nell’ambito di una protesta legittima. Allo stesso tempo, la polizia non tollererà danni all’ordine pubblico, inclusi incendi di cassonetti della spazzatura, atti vandalici, blocchi stradali o qualsiasi altra azione illegale che metta a repentaglio la sicurezza pubblica o interrompa la vita quo”, ha evidenziato la Polizia israeliana, in una dichiarazione.