Il Cinema italiano è tra i primi al mondo. Philippe Boa: “Grazie Italia”
Pino Nano racconta la storia di un attore di origini francesi che ha realizzato in Italia il suo sogno di fare cinema, e nonostante la pandemia abbia bloccato e messo in ginocchio anche il mondo dello spettacolo lui continua a ripetere “Grazie Italia per avermi dato la gioia di vivere”.
di Pino Nano
Giovedì 06 Aprile 2023
Roma - 06 apr 2023 (Prima Pagina News)
Pino Nano racconta la storia di un attore di origini francesi che ha realizzato in Italia il suo sogno di fare cinema, e nonostante la pandemia abbia bloccato e messo in ginocchio anche il mondo dello spettacolo lui continua a ripetere “Grazie Italia per avermi dato la gioia di vivere”.

“A dire la verità non avevo nessuna intenzione di lasciare la Francia, e soprattutto Parigi, la mia città natale. La ragione per la quale ho deciso di lasciare il mio paese era perché i miei genitori non accettavano che io inseguissi il mestiere dell’ attore. L'Italia è stata un caso, non una scelta. I miei primi passi sul palcoscenico quando avevo ancora sei anni. Sai cosa mi piaceva di più? Mi piaceva avere un pubblico di fronte,  e dare a chi mi stava di fronte gioia e leggerezza. All'età di 14 anni ho poi  iniziato a frequentare le scuole di teatro a Parigi ma non solo, ho iniziato anche a frequentare lezioni di ballo, canto, mimo, tip tap. Sapevo che per sfondare avrei dovuto essere un artista completo. Dopo sei anni di studio sono entrato al Conservatorio di Teatro di Parigi e dopo tre anni di studio mi sono diplomato.

Affascinante, atletico, elegantissimo, 60 anni meravigliosamente ben portati, in realtà Philippe Boa sembra ancora un ragazzo forte e con un futuro tutto da conquistare e da vivere. Alle spalle tanta gavetta e tanto cinema, e anche tanto teatro, e anche tantissima musica, insomma un uomo di spettacolo a 360 gradi, come quelli che un tempo nascevano a Parigi,dove lui è nato, e poi da Parigi andavano in giro per il mondo con le loro canzoni d’amore il loro tip tap.

“Nel 1985 ho deciso di andare via di casa e ho scelto di venire in Italia. Una scelta non motivata, forse istintiva, causale, come casuale è stata la mia  città di destinazione, Roma. Non conoscevo l'Italia , né la sua cultura, né i suoi costumi, né le sue tradizioni. Ma la cosa più grave è che non conoscevo la lingua italiana.All’inizio è stata dura, parlo delle mie prime esperienze in Italia, anche se sono passati ormai tantissimi anni da allora.Esperienze  amare per me, grandi delusioni, grande sofferenza intima, grande senso della solitudine. Ho toccato con mano una realtà difficile, a tratti “razzista”. Ricordo il mio primo incontro mentre camminavo al centro di Roma, un ragazzo mi insultò chiamandomi “negro”. Per me fu un colpo all'anima perché nel mio paese di origine nessuno avrebbe mai insultato un uomo di colore. Poi per fortuna la vita è cambiata, e il mondo anche”.

Eclettico, sognatore, visionario, “grande attore” -dicono di lui quelli che il cinema lo fanno ogni giorno-,Philippe viene dalle grandi scuole private di teatro a Parigi, passando per la Scuola di danza jazz moderno, dopo aver imparato il Tip tap, dopo essere stato il primo del suo corso alla Scuola di mimo, e dopo aver incantato con le sue performances gli allievi e i maestri dei Corsi di canto frequentati per anni ai margini del Trocadero. Poi infine, la prestigiosa Accademia di Teatro a Parigi, dove dopo il 3° anno si diploma conquistando il 1° Premio per la commedia, un passaporto per la vita direbbero gli esperti di marketing.

Volevo fare l’attore a tutti i costi. Ma sai perché? Perché avevo dentro di me una voglia matta di trasmettere emozioni agli altri. Non so come spiegarlo bene, ma l’idea di trasmettere al mio prossimo sentimenti di gioia mi rendeva felice e appagato..Sapevo che da attore avrei avuto la possibilità di portare in scena i sogni degli altri,avrei potuto raccontare finalmente il dolore del mondo, le emozioni che sono di ognuno di noi, e non credo che ci sia emozione più bella di quella che provi quando sul parquet di un teatro o sul set di una produzione cinematografica sei chiamato a raccontare la vita degli altri.Magari di popoli che non hai mai incontrato o conosciuto.La finzione che diventa realtà, o la realtà che si trasforma in finzione scenica. E’ davvero bellissimo.E fin da quando ero bambino non facevo altro che ripetermi “Per Philippe Boa essere attore non è il colore che fa la differenza dell'uomo ma la preparazione tecnica e artistica che si porta dentro”. E ho studiato tantissimo per essere sempre al top.In questo mestiere o sei un numero uno, o non sei nessuno.

Segno zodiacale, gemelli, come tale tremendamente curioso, gli esperti di questo mondo dicono che “ Prova, nella conoscenza, un piacere infinito, che è paragonabile a quello che prova il Toro nel cibarsi. I Gemelli sono attenti ai particolari, difficile che si facciano sfuggire qualche avvenimento, e hanno un grande senso dell’umorismo. D’altro canto, questa loro intelligenza ha come contrappeso una certa superficialità, imposta da Mercurio, che fa tornare il Gemelli fra i comuni mortali. Sembra lo specchio della sua anima. Ancora di più:”I Gemelli ascoltano e guardano tutto ma, il più delle volte, non hanno tempo né voglia di immagazzinare tutto quello che scoprono. Hanno un forte senso teatrale, doti comunicative e una grandissima simpatia, che arricchisce il mondo non meno di quanto facciano le sfuriate dell’Ariete e l’atteggiamento conservatore del Toro. Le loro professioni, oltre che con la recitazione, hanno spesso a che fare con il mondo della parola: sono ottimi relatori e pubblicitari”. Come dire? A volte si nasce predestinati, e proiettati verso traguardi imprevisti e inimmaginabili prima, così è stato per lui.

“Se mai nella vita potessi dire di aver vinto una battaglia importante, allora direi che la mia fortuna  è stata la mia forza spirituale,  il coraggio di non arrendermi, la voglia di fare sempre meglio, la mia fede negli altri, il senso dell’amicizia, del rispetto, della solidarietà. Ma è stata la mia risposta a quelli che prima di giudicare le mie qualità professionali, guardavano e si soffermavano sul colore della pelle. Ma io sono così, la mia pelle scura è un marchio di fabbrica, e la mia vita è legata al continente nero per via dei miei genitori che venivano da laggiù. Ma di questo sono fiero, e lo sarò fino alla fine dei miei giorni. I momenti più belli li ho vissuti con il Grande Pino Daniele, il mio Grande amico Roberto Ciuffoli, il Grande Gasparre Capparoni , il Grande Fabrizio Frizzi. Indimenticabile il Maestro Gigi Proietti, ma non posso non ricordare con affetto infinito  il cantante Jimmy Ingrassia, e defunto Ray lovelock”.

Una carriera sempre in crescita, piena di successi e di riconoscimenti ufficiali.Migliore attore “Cortometraggio 2018” al Festival del cinema “San Giovanni Rotondo” per “Sogni ad orologeria” di Francesco Colangelo,Miglior attore al Cortometraggio 2018 del Reggio Calabria FilmFest,Miglior attore al Cortometraggio 2019 del Festival di Siena,Migliore attore al Cortometraggio 2019 - Premio Culturale “Argen Pic”.

“L’emozione più bella e forse più forte la vivo nel 1987. Era l’anno in cui iniziava di fatto la mia carriera. Ero a Roma in un locale chiamato il Talent  Scout, dove allora  dove venivano molte persone dello spettacolo e dove un giorno conobbi il braccio destro del Maestro Pippo Baudo. Fu così che entrai a far parte del suo programma televisivo che allora si chiamava Domenica In. Mi sembrava di aver vinto una lotteria.Hai idea di cosa possa significare per un ragazzo negro arrivato da Parigi entrare nel cast del più seguito dei programmi televisivi della RAI? Era come stare a Antenne 2.Forse di più”.

Ma Philippe ha alle spalle anche tantissimo cinema, “La Casa di Gucci”, Regia di Ridley Scott, con Al Pacino, Lady Gaga, Robert De Niro, “Oro e Piombo” di Emiliano Ferrara con Yasmin Pucci,”Il Mercante di Stoffe”, co-protagonista, con S. Somma - Regia A. Baiocco, “ L’Amore è Cieco”, di Fabrizio Laurenti, con M. Ghini, G. De Sio, R. Arbore, “Tobia al Caffè” – Regia G. Mingozzi, con Roberto Citran, “ Grazie di Tutto”, di Luca Manfredi, con N. Manfredi, M.Ghini e N.Brilli, “Abbronzatissimi 2, Regia B. Gaburro, “La Palla al Centro - Regia F. Moccia, Canale 5; “Wilma”, sit-com con Katia Ricciarelli e Debora Caprioglio; “Un Caso di Coscienza”, Regia di Luigi Perelli, con S. Somma, Rai 2, “Non Lasciamoci Più”, di V. Sindoni, con Fabrizio Frizzi, Rai 1, “Il Maresciallo Rocca” - Regia di Sergio Capitani, con G. Proietti, Rai 1, “Teo”, co protag., di C.Th Torrini, con S. Sandrelli e R. Montagnani, Rai 1, “Vado e Torno” - Regia di V. Sindoni, con N. Brilli e R. Laganà, Italia 1; “Avvocati”, di G. Ferrara, con A. Giordana, “Top Manager” - Regia M. Laurenti.

Ma c’è anche tanta televisione nel suo recente passato, Philippe partecipa ai programmi più visti della storia della TV italiana, “Striscia la Notizia”, con Jimmy Ghione, “Quelli che il Calcio”, condotto da S. Ventura,”Seven Show”, condotto da T. Mammuccari, Zelig, condotto da Claudio Bisio, “Maurizio Costanzo Show”, “Uno Mattina”, “Partita Doppia”, condotto da Pippo Baudo, “Tutti in Cantina”, condotto da D. Formica, Rai 2, “Beato fra le Donne”, condotto da P. Bonolis, Rai 1, St. Vincent, condotto da P. Baudo, Domenica In, condotto da P. Baudo, Ciao Week-end, condotto da Raffaella Carrà, Rai 2,Cocco, condotto da G. Carlucci, Rai 1.“Theatre de Bouvard” (Antenne 2). E come nelle migliori tradizioni del mondo dello spettacolo, Philippe Boa calca le scene del teatro italiano con la stessa dimestichezza con cui gioca con il mondo del cinema,”Mi è scappata la marsigliese” con Laura Lauria, “Miseria e Nobiltà" teatro Ghione, “Un giorno all’improvviso”, regia Salvatore Rivoli, per un ruolo da protagonista.

E siamo ai giorni, il Covid entra nelle case di tutti noi, si insinua come un fantasma e uno spettro malefico, e distrugge milioni di vite umane nel mondo.Ma distrugge anche il mondo del cinema, che per due anni di ferma, paralizzato dalla pandemia che ha investito il mondo. Che fare? Nessuno lo sa, neanche philippe che come migliaia di altri artisti d’improvviso non sa più cosa fare, non ha più un teatro dove provare, non un palcoscenico aperto al pubblico, la morte investe le nostre vite e le nostre città.Due anni e passa di inferno, di sofferenze sociali che sono più pesanti di quella che era stata le Seconda Guerra Mondiale, ma che lasciano ancora ferite profonde e immutabili.Artisti di grande valore come Philippe Boa si fermano, non hanno più lavoro, hanno perso i contatti con il mondo esterno, e rischiano di restare fuori dal giro per il resto della loro vita. E’ come se il passato non conti più nulla, ma il futuro non ha più gli orizzonti certi di una volta.

-Philippe come se ne esce?

Con tanta pazienza, con la consapevolezza che devi saper aspettare, prima o poi qualcuno si rifarà vivo.

-Ne è sicuro?

Vede, se non avessi la certezza che oltre la vita c’è comunque la vita, le direi “Mi arrendo”. Ma non posso arrendermi o fermarmi, a costo di tornare a lavorare nei bar e fare il cameriere o il portiere di notte in un grande albergo. Ho lottato e ho studiato tutta la vita per fare questo mestiere, non saranno ora due anni di Covid a farmi pentire della scelta che ho fatto contro la volontà di mio padre e di mia madre.

-Ha già un’idea di cosa potrebbe fare?

Io mi sono rimesso sul mercato, aspetto che qualcuno mi chiami e mi faccia leggere una sceneggiatura, un testo teatrale, una piece da recitare. Tornare al cinema, tornare al teatro, tornare a ballare il tip tap è la sicurezza del mio futuro. Non sono più un ragazzo con un avvenire tutto davanti, ma io all’avvenire ci credo ancora.

-Buona Pasqua Philippe…

Buona Pasqua a voi, Buona Pasqua al mondo del cinema, Buona Pasqua soprattutto all’Italia, questo paese straordinario che oggi è diventato per metà anche mio e che amo come ho amato la mia Parigi.


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