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Nella poliedrica attività accademica del sociologo Rocco Turi mancava un volume di critica musicale, lo ha scritto partendo dai primi saggi scritti come osservatore privilegiato di Prima Pagina News al Festival di Miskolc in Ungheria, dedicato al musicista Béla Bartok.
Nella poliedrica attività accademica del sociologo Rocco Turi mancava un volume di critica musicale, lo ha scritto partendo dai primi saggi scritti come osservatore privilegiato di Prima Pagina News al Festival di Miskolc in Ungheria, dedicato al musicista Béla Bartok.
Di Mariarosaria Salerno
Ho letto con molta attenzione il volume “Bartók Plusz Operafesztivál”, di grandi dimensioni e ricco di contenuti del prof. Rocco Turi. Ben 108 articoli, scritti in occasione della visita in qualità di critico musicale, invitato al Bartók Plusz Operafesztivál di Miskolc in Ungheria negli anni 2017, 2018 e 2019, interrotto a causa della pandemia.
La prima impressione è stata di curiosità nell’approcciarmi alla lettura di un volume realizzato in tre lingue: ungherese, inglese e italiano; poi di interesse, soprattutto per l’aspetto antropologico ed artistico, e infine di ammirazione.
Il volume, essenziale dal punto di vista stilistico, per la mancanza di foto, decorazioni e grafica, è in realtà ben strutturato come impaginazione, articolazione e conseguenzialità dei contenuti, nonché per lo stile fluido ed il linguaggio chiaro che sempre caratterizzano gli scritti di Rocco Turi.
La raccolta si apre con la presentazione e la descrizione della città di Miskolc, sotto vari profili, da quello geografico a quello antropologico, da quello statistico a quello folkloristico, da quello storico artistico a quello politico ed economico; il tutto sotto forma di diario, di appunti di viaggio, quasi come se l’autore avesse voluto riprendere il gran tour tipico dell’Ottocento con il suo fascino e applicarlo ad un contesto attuale, modernizzandolo.
In questo bellissimo viaggio, pieno di scoperte, soprattutto artistiche, Rocco, nell’immedesimarsi in queste atmosfere fiabesche, si rammarica di non aver potuto visitare tutto, e in questo il fascino evocativo è ben palpabile.
La numerosa raccolta di scritti inizia parlando del Teatro Nazionale di Miskolc - uno dei più importanti in Ungheria - e del concerto di apertura dedicato a Kodály Zoltán, nella commemorazione del 50esimo della morte e del 135esimo della nascita. In tale contesto, Turi ha evidenziato l’importanza del nazionalismo ungherese nella scelta dei brani musicali con particolare riferimento allo spirito espresso dalla musica popolare, ripreso nel film Evita interpretato da Madonna.
Nel suo " diario" Turi continua con la cronaca commentata delle varie serate. Dagli scritti traspare il senso delle performance artistiche, dal balletto, al genere operistico, agli spettacoli di rievocazione, tipo The Luthers, tango operetta di Astor Piazzola, ecc.
L’autore continua con la novità proposta nell’edizione 2018: il bando del concorso di composizione lirica; il suo libro in realtà non è più un semplice diario, ma diventa più importante con allegati documentaristici. Ma Turi ritorna ancora a parlare di Bartók e della modernità dei suoi capolavori.
Cronista attento, Rocco Turi si cimenta in un’articolata intervista al Mr Kesselyak Gergely approfondendo vari aspetti, sociologico, psicologico, professionale, accademico, ecc.
L’autore dà ampio spazio critico-narrativo alla serata dei “Musici di Roma” e alla presenza nel festival di vari generi musicali, soffermandosi sul Don Giovanni di Mozart con una bella recensione della performance.
Infine c’è una serata dedicata alle “opere clericali” con un risultato eccellente, laddove viene interpretata la vita di San Giacomo e di San Martino, prima che lo spettacolo finale concluda l’edizione del 2018.
Tra gli scritti del 2019 è la serata di apertura del festival e un testo sulla Boheme di Puccini, nonché un profilo sociologico di Miskolc, città verde ed intellency, con la trasformazione del centro industriale, tema sempre oggetto di studio e di ricerca da parte del prof. Turi.
Non poteva mancare una serata dedicata al Jazz e in quinta serata Freud e la rappresentazione dei vari aspetti della psicoanalisi analitica e sperimentale, laddove ci si chiede come entrano in gioco l’amore, l’invidia, la gelosia, ecc. tutti argomenti trattati con un approccio semplice ed immediato, comprensibile da tutti.
Negli altri giorni del festival dedicato al musicista e compositore ungherese Béla Bartók si spazia dalla musica classica a quella cinematografica, fino ai “Musici di Roma” che propongono Vivaldi, Mascagni, Toscanini con meritato successo. E così alla fine della loro esibizione ogni tre chiamate è stato eseguito un bis, con Bucchi, Bacalov e Morricone.
Per ogni serata, come "novello rampollo culturale di un moderno Gran Tour ", Rocco Turi ha notificato nel suo diario di viaggio le esperienze vissute e le sensazioni provate al festival di Miskolc, "incontrando" artisti passati e contemporanei, la loro musica e la loro arte, sviluppando riflessioni fra demologia e filologia, cogliendo di volta in volta la valenza emozionale.
Il festival 2019 si è chiuso con la Philharmonic di San Pietroburgo, la più importante della Russia.
Questo lavoro, anche se può apparire un diario di viaggio, è una poderosa raccolta di scritti realizzati nel corso della poliedrica attività professionale, interessanti per lo spaccato antropologico e sociologico, ma anche culturale, che il professore è riuscito a dare nel suo ultimo libro. Esso rappresenta un valido compendio nella decodificazione di alcuni tra i maggiori aspetti sociali della vita.
Il prof. Turi ha delineato uno spaccato interessante della vita sociale dello Stato ungherese, strumento di riflessione per comprendere l’antropologia culturale e sociale di un popolo, con uno studio sull’evoluzione della biodiversità umana in rapida evoluzione, interessante sotto il profilo conoscitivo di un determinato territorio, ma anche politico e sociale, nonché folkloristico di un popolo.
Il tutto affrontato con un approccio metodologico realistico con descrizione filologica e filogenetica dell’essere umano, testo espressivo descrittivo dell’uomo, dei suoi comportamenti evolutivi e stadi naturali. Nel libro si osservano testimonianze di un mondo in piena evoluzione e veloce cambiamento, attraverso il quale si evincono tutta una serie di informazioni, il concetto di cultura, quello di identità, modelli relazionali, interazione sociale, ecc. Molto interessanti per operare lavori di indagine, di analisi dei fenomeni e di statistica.